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In programma oggi: IPC dell’Eurozona e verbali della Fed

Pubblicato 07.01.2015, 12:58
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

L’USD viene richiesto diffusamente perché nelle prossime ore la Fed diffonderà i verbali della riunione del 16-17 dicembre. Alla riunione di dicembre, la Fed aveva eliminato il passaggio “periodo di tempo considerevole”, ma sia la tempistica, sia il ritmo della normalizzazione rimangono un mistero. Ieri, a New York, i rendimenti dei decennali USA sono scivolati brevemente sotto l’1,90%, perché gli operatori temono che la Fed possa rinviare il primo rialzo del tasso sui fondi federali o che la normalizzazione avvenga a un ritmo più lento rispetto alle previsioni generali. Gli operatori cercheranno maggiore chiarezza nelle previsioni sui tassi (dots) dei membri della Fed. Non siamo però certi che dai verbali emergeranno nuovi dettagli.

Oltreoceano, anche i rendimenti dei decennali giapponesi sono scesi ai minimi storici (0,265%), mentre i cross con lo JPY hanno ottenuto ordini d’acquisto migliori. L’USD/JPY è salito a 119,17 (leggermente sotto la media mobile a 21 giorni a 119,30 e la linea di conversione di Ichimoku a 119,40). Gli indicatori di trend e momentum rimangono marginalmente negativi, le scommesse per le opzioni sono inclinate negativamente a 120,00. L’EUR/JPY è sceso a 140,57. La violazione sotto il 50% di Fibonacci sul ritracciamento in atto da ottobre a dicembre sposta il prossimo obiettivo di supporto alla media mobile a 200 giorni (140,32).

L’EUR/USD prosegue la sua flessione in vista della pubblicazione dell’IPC preliminare di dicembre dell’Eurozona. Eurolandia è passata probabilmente in area deflattiva (previsione: -0,1% a/a), ancora una volta a causa del significativo calo dei prezzi del petrolio. Se la previsione sarà confermata, le speculazioni su un annuncio di un QE in piena regola dalla BCE già alla riunione del 22 gennaio dovrebbero continuare a pesare sull’eurodollaro. Tuttavia, poiché l’elevata probabilità di un QE viene ampiamente scontata, il contraccolpo sui mercati dei cambi dovrebbe essere gestibile. La ragione statistica alla base di questa previsione è l’indebolimento della correlazione a 40 giorni fra l’EUR/USD e lo spread fra i rendimenti del centro e della periferia (decennali spagnoli e tedeschi), scesa al 38% da un livello superiore al 50% da ottobre a dicembre 2014.

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L’indice sui prezzi delle materie prime canadesi, diffuso ieri, ha mostrato un rallentamento del 5,8% su base mensile a novembre, più del 4,7% previsto (e del -4,3% m/m precedente); la flessione è dovuta principalmente al prezzo del greggio. Il greggio WTI si è indebolito ulteriormente, attestandosi a 47 USD. Oggi sarà pubblicata la bilancia commerciale canadese di novembre, che probabilmente mostrerà un deficit dovuto alle perdite sulle esportazioni di energia. L’USD/CAD è salito a 1,1847 perché, nell’attuale contesto macroeconomico, dominano le colombe della BoC.

Altrove, l’AUD/USD è rimbalzato più in basso, dopo aver raggiunto il massimo del trend discendente da novembre 2014 a gennaio 2015 e la media mobile a 21 giorni (0,8158). In funzione della reazione del mercato ai verbali della Fed, l’AUD/USD potrebbe entrare in una zona di consolidamento rialzista di breve termine (sopra 0,8158). Vista la nostra impostazione ribassista sull’AUD, continuiamo a vendere sui tentativi al rialzo.

In Nuova Zelanda, l’indice ANZ sui prezzi delle materie prime ha ceduto un altro 4,4% su base mensile a dicembre, decimo calo consecutivo per una flessione annua pari al 17,2%. Il prezzo GDT di Fonterra ha recuperato il 3,6%, ma i volumi sono in calo. La coppia NZD/USD quota all’interno del canale lievemente discendente in formazione da ottobre.

A seguire il calendario economico della giornata: vendite al dettaglio m/m e a/a di novembre in Germania; riserve in valuta straniera di dicembre in Svizzera; PMI costruzioni di dicembre in Germania; PMI distribuzione di dicembre in Germania, Francia ed Eurozona; tasso di disoccupazione di dicembre in Germania; IPC (preliminare) m/m e a/a di dicembre in Italia; tasso di disoccupazione di dicembre nell’Eurozona; stima IPC a/a e IPC di fondo (preliminare) di dicembre nell’Eurozona; richieste di mutui MBA aggiornate al 2 gennaio, dato ADP sulla variazione nell’occupazione negli Stati Uniti; scambi di merci internazionali di novembre in Canada; bilancia commerciale di novembre negli USA; PMI di dicembre in Canada.

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Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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