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Inflazione alta = tassi alti = azioni che soffrono

Pubblicato 16.04.2024, 14:20
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La natura del rischio può essere il singolo più importante argomento per l'uso dell'analisi quantitativa nella gestione degli investimenti (William Sharpe).


Inflazione dell’Italia YoY di marzo in uscita oggi alle 10:00 (stima 1,3% contro 0,8% di febbraio). ZEW di aprile alle 11:00 (stima 35,1 punti contro 31,7 di marzo) e produzione industriale USA MoM di febbraio alle 15:15 (stima 0,4% contro 0,1% di gennaio).
 
Ieri la produzione industriale MoM di febbraio dell’Europa è risultata in linea con le attese (+0,8%) e in crescita rispetto al -3% di gennaio. In termini annuali la variazione è negativa per il 6,4% (-6,6% a gennaio 2023). In crescita rispetto alle attese le vendite al dettaglio USA MoM di marzo (0,7% contro 0,4% atteso), ma in contrazione rispetto a febbraio (0,9%).
 
La solida crescita economica e degli utili societari statunitensi ha sostenuto la propensione al rischio nelle ultime settimane, spingendo le azioni ai massimi storici, nonostante i rendimenti obbligazionari siano saliti. Riteniamo che gli utili dovranno però soddisfare le elevate aspettative dei mercati, soprattutto dopo che l’inflazione vischiosa della scorsa settimana ha spaventato gli investitori. Con l’inizio dei risultati del primo trimestre, occorre quindi che gli utili in settori come l’industria e i materiali crescano man mano che l’economia regge.
 
I solidi guadagni occupazionali hanno sostenuto la crescita economica complessiva degli Stati Uniti, aiutando le aziende a mantenere i margini di profitto. I settori dei beni di consumo e della tecnologia hanno guidato la crescita degli utili negli ultimi 12 mesi. Per quanto riguarda invece i risultati degli utili del 1Q24 trimestre, ci aspettiamo un ulteriore rafforzamento per le società della tecnologia e di altri tipi di intelligenza artificiale (AI). Tuttavia, vediamo che la crescita degli utili si amplia man mano che i consumatori iniziano a mostrare segni di stanchezza e la domanda migliora in altri settori: per esempio gli utili per i produttori di energia e materie prime si stanno riprendendo dopo due anni difficili. Riteniamo che l’aumento dei prezzi delle materie prime possa persistere e stimolare entrambi.
 
La ripresa in settori oltre la tecnologia è parte dell’ampliamento della performance dell’indice azionario che ci aspettavamo. Questo è uno dei motivi per cui all'inizio di quest'anno abbiamo preferito i titoli azionari statunitensi (oltre quelli tecnologici) su un orizzonte tattico di sei-dodici mesi, pur continuando comunque a non abbandonare quelli dell'IA. Riteniamo che il sentiment del mercato possa rimanere ottimista se il calo dei prezzi dei beni continua a trascinare verso il basso l’inflazione, consentendo alla Fed di attuare uno o due tagli dei tassi.
 
Tuttavia, l’accelerazione di marzo dell’inflazione dei servizi primari, escluso il settore immobiliare, suggerisce che l’inflazione di fondo complessiva potrebbe aumentare nuovamente prima di quanto ci aspettassimo. Le tensioni in Medio Oriente sono ad un passo di un ulteriore e pericolosa escalation e potremmo affrontare prezzi elevati del petrolio e delle materie prime più a lungo, rafforzando il nuovo regime di inflazione più elevata e la nostra visione di lunga data secondo cui ci troviamo in un contesto di tassi di interesse più elevati per un periodo più lungo.
 
Per le azioni, la domanda diventa quindi se la crescita economica e quella degli utili rimarranno abbastanza forti da compensare le prospettive di inflazione. Diciamo innanzitutto che è stata la spesa al consumo sorprendentemente robusta ad aver sostenuto la crescita economica. Prevediamo tuttavia un cambiamento: la spesa dei consumatori potrebbe rallentare man mano che le famiglie esauriscono i risparmi legati alla pandemia, mentre le aziende continuano a investire nelle fabbriche grazie agli incentivi governativi come l’Inflation Reduction Act. Siamo convinti che le previsioni sugli utili quest’anno siano confermate, ma le aziende dovranno mantenere aspettative elevate: secondo i dati LSEG, gli analisti prevedono una crescita degli utili nel 2024 pari all’11%, superiore alla media storica del 7%.
 
Ci aspettiamo che le performance settoriali divergano e preferiamo i settori industriale, dei materiali e dell’energia rispetto ai beni di consumo. La produzione di materie prime è stata tagliata, nonostante una domanda migliore del previsto, per tenere i prezzi elevati. Anche le grandi forze, ovvero i cambiamenti strutturali che guidano i rendimenti attuali e futuri, svolgono un ruolo importante. I prezzi dei metalli, fondamentali per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, come il rame, hanno registrato una ripresa e potrebbero aumentare ulteriormente. Vediamo che i progressi dell’intelligenza artificiale alimentano la costruzione di data center, con conseguente maggiore domanda di materie prime.
 
Le aziende che avvicinano la produzione a casa possono dare impulso a quelle industriali. Consideriamo i titoli energetici come un potenziale cuscinetto di portafoglio contro il rischio geopolitico e riteniamo che le obbligazioni statunitensi a lungo termine siano meno efficaci in questo contesto di inflazione più elevata.
 
I prezzi del greggio statunitense hanno toccato i massimi di sei mesi, in parte a causa delle crescenti tensioni in Medio Oriente. Stiamo osservando da vicino gli sviluppi dopo gli attacchi iraniani in Israele nel fine settimana e vediamo l'aumento dei rischi geopolitici che si aggiunge alla volatilità economica. Le azioni statunitensi sono scese di quasi il 2% la scorsa settimana e i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni sono scesi dopo aver toccato i massimi del 2024 vicino al 4,60% dopo il rapporto CPI di marzo. I dati riportati mostrano che l’inflazione dei servizi potrebbe esercitare una pressione al rialzo sull’inflazione complessiva prima di quanto pensassimo.
 
 
 
 
 

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