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Jackson Hole, Powell conferma il “gradual and high measured approach”

Pubblicato 30.08.2021, 08:48
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Abbiamo atteso l’appuntamento di venerdi scorso con ansia, con il timore che in occasione dello speech annuale al Jackson Hole, Jerome Powell cambiasse i toni, desse un messaggio chiaro sulla tempistica del processo di tapering e di successivo aumento dei tassi di interesse.  Non e’ stato cosi. Il messaggio che trapela dallo speech e’ di cautela. La FED continua a prendere tempo senza sbilanciarsi troppo sul timing del processo di tapering e conferma, al contempo, che da questo e’ svincolato il timing dei prossimi rialzi dei tassi.
 
E cosi, in assenza di un messaggio chiaro, la lettura del mercato e’ stata positiva. Molti operatori confidano ancora sulla presenza di una FED accomodante per lungo termine a supporto di bond e azioni. Per questo motivo entrambe le asset class hanno beneficiato di flussi in acquisto nella seduta di venerdi.
 
Ma analizziamo alcuni punti salienti dello speech di Powell, perche’ essi meritano attenzione.
 
La prima parte del discorso di Powell e’ apparsa quasi “hawkish”. Egli ha riconosciuto gli enormi progressi realizzati dalla crescita macro, con particolare riferimento al trend dell’inflazione. Egli ha poi sottolineato i progressi realizzati dal mercato del lavoro sempre piu’ diretto verso l’obiettivo del maximum employment.
 
Ma poi, queste affermazioni, che sembrano allineare Powell a molti altri economisti e ai membri piu’ hakish della FED, sono state ridimensionate quando Powell ha proseguito il suo discorso. In primo luogo egli ha voluto dissociare il timing del tapering da quello dei rialzi dei tassi. “The timing and pace of the coming reduction in asset purchases will not be intended to carry a direct signal regarding the timing of interest rate liftoff, for which we have articulated a different and substantially more stringent test”. In sostanza, il tapering ed il processo di rialzi dei tassi sono due cose separate. Il timing di ognuna di queste mosse segue logiche separate e particolari.
 
In secondo luogo, egli ha volutamente rilasciato un’affermazione vaga, che in parte nega l’affermazione iniziale dello speech. “we have much ground to cover to reach maximum employment, and time will tell whether we have reached 2 percent inflation on a sustainable basis”.  Questa affermazione, apparentemente innocua, che sembra messa li quasi a caso per completare il discorso, ha una valenza molto importante: consente alla FED di avere flessibilita’, di avvertire il mercato che nulla e’ scontato e che anche spike dell’inflazione o miglioramenti del mercato del lavoro potrebbero essere solo temporanei e come tali non sufficienti per far scattare il segnale di tapering o di rialzo dei tassi.
 
La lettura complessiva dello speech tanto atteso di Jerome Powell al Jackson Hall porta quindi a concludere che la FED vuole evitare di compiere gli stessi errori compiuti in passato da Bernake nel 2013. Non vuole apparire frettolosa, piuttosto preferisce stare “behind the curve” vale a dire, essere troppo attendista.
 
Tuttavia, nonostante la FED si sia mostrata particolarmente Market Friendly, alcuni operatori e strategyst mostrano diversi dubbi sulla sostenibilita’ di questo atteggiamento attendista. Questo per diversi motivi. La tesi della “temporaneita’” degli spike dell’inflazione e’ sempre piu’ debole. Le statistiche recenti su CPI e PPI continuano a mostrare pressioni al rialzo, confermando, al contrario, la natura strutturale di molti rialzi in corso.

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Powell non ha menzionato i rialzi dei prezzi delle case e degli affitti nel suo speech, quasi a voler trascurare il problema. Inoltre, lo speech di Powell non conteneva alcun riferimento alle pressioni sui prezzi che molte aziende continuano a sostenere, aspetto piu’ volte evidenziato negli speech tenuti dai singoli Presidenti regionali della FED.  Infine, Powell non ha analizzato i rischi economici legati alla diffusione della variabile Delta, quasi a voler trascurare la presenza di un rischio percepito dagli operatori in quanto probabile causa di rallentamenti futuri della ripresa in atto.
 
Non ci resta quindi che confidare nella capacita’ della FED di continuare a sostenere i mercati finanziari.  Il dato sulla disoccupazione in USA atteso per questo venerdi dara’ un altro elemento importante per poter valutare le future mosse della FED. Ma sappiamo che la lettura che ne dara’ il Consiglio sara’ meno drastica di quanto il mercato vorrebbe. Dovremo anche noi adeguarci a questa “lettura al rallentatore”.

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