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JPY e GBP ancora in calo; occhi puntati su inflazione e crescita

Pubblicato 14.11.2014, 10:11
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Market Brief

L’USD/JPY ha compiuto un nuovo tentativo al rialzo a 116,38 sull’onda del presunto rinvio dell’aumento dell’IVA in Giappone. L’indebolimento del momentum rialzista dovrebbe frenare l’appetito per uno JPY più basso fino alla pubblicazione del PIL di lunedì prossimo, anche se i mercati mettono chiaramente in conto un risultato debole. A seconda dell’umore con cui si sveglierà il Giappone lunedì prossimo, l’area 118/120 potrebbe diventare rapidamente la prossima zona obiettivo (scenario di base), oppure una correzione consistente investirà il mercato. Discreti ordini d’acquisto per le opzioni conferiranno probabilmente supporto a 115,75/116,00 prima del fine-settimana. L’EUR/JPY è salito a 144,84. La resistenza chiave giace a 145,69 (massimo 27 dicembre). La debolezza dello JPY spinge al rialzo AUD e NZD. L’AUD/USD testa quota 0,8732/44 (media mobile a21 giorni / 23,6% di Fibonacci sulle vendite da settembre a novembre), la coppia NZD/USD s’imbatte in offerte a 0,7928/38 (media mobile a 50 giorni / 23,6% del calo di Fibonacci da luglio a novembre). Prima della chiusura di settimana l’attenzione si sposterà sui dati riferiti alle vendite al dettaglio negli USA.Ieri l’EUR/USD è salito a 1,2492 a New York, l’invito di Dudley, della Fed di New York, ad essere pazienti rispetto alla normalizzazione della politica negli USA, ha compensato i deboli IPC nelle maggiori economie dell’Eurozona, la debolezza era peraltro già stata messa in conto. Oggi chi opera in EUR monitorerà l’IPC aggregato dell’Eurozona e i dati preliminari riferiti al PIL del terzo trimestre. I mercati prevedono un miglioramento generalizzato delle cifre sulla crescita del terzo trimestre nell’Eurozona. I primi dati sono incoraggianti: il PIL di Francia e Germania è cresciuto, dallo 0,0% allo 0,3% t/t in Francia e dal -0,2% allo 0,1% t/t in Germania. L’EUR/USD potrebbe addirittura entrare in zona di consolidamento rialzista di breve termine. Il MACD passerebbe in territorio positivo in caso di chiusura settimanale superiore a 1,2475. Le barriere per le opzioni a 1,2500/50 dovrebbero mostrare un po’ di resistenza prima della campanella di chiusura. Il rafforzamento del momentum rialzista ha fatto salire l’EUR/GBP sopra la copertura della nuvola giornaliera di Ichimoku (0,78747/0,79163). Vediamo spazio per un’ulteriore correzione rialzista. Oggi osserviamo discreti ordini per le opzioni a 0,7900/0,7950. La resistenza chiave giace a 0,80400/600 (massimi settembre/ottobre). L’EUR/CHF si stabilizza nella stretta fascia compresa fra 1,2017 e 1,2025, e si sta avvicinando pericolosamente alla base minima della BNS a 1,20. I future sul tasso d’interesse continuano a essere scambiati sopra la media (si scontano tassi negativi), mentre permangono forti pressioni sulla soglia. La coppia GBP/USD si è indebolita ulteriormente, scendendo a nuovi minimi dell’anno a 1,5654, dopo l’intensificazione delle pressioni a vendere in scia al rapporto trimestrale sull’inflazione (QIR) di mercoledì. Discrete barriere per le opzioni a 1,5750/1,5800 probabilmente faranno mantenere il giudizio negativo. In Brasile il real continua a indebolirsi mentre la presidente Rousseff, appena rieletta, si prepara a nominare il nuovo ministro delle Finanze. Ieri l’USD/BRL ha toccato quota 1,6085. Manteniamo la nostra strategia di gamma lungo e prevediamo maggiori volatilità al persistere delle incertezze. Oggi l’attenzione sarà puntata su: PIL (preliminare) terzo trimestre t/t e a/a in Francia, Germania, Italia ed Eurozona; buste paga e retribuzioni (prelim.) non agricole riferite al terzo trimestre in Francia; capacità industriale terzo trimestre in Svezia; debito pubblico generale di settembre in Italia; produzione del settore costruzioni m/m e a/a di settembre nel Regno Unito; IPC definitivo m/m e a/a di ottobre nell’Eurozona; vendite al dettaglio m/m di ottobre e indice dei prezzi all’importazione m/m e a/a di ottobre negli USA; vendite del settore manifatturiero m/m di settembre in Canada; indice (prelim.) sulla fiducia dell’Università del Michigan, scorte delle aziende di settembre, dati MBA su pignoramenti e morosità nel pagamento dei mutui riferiti al terzo trimestre negli Stati Uniti.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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