La minaccia di una guerra commerciale con gli USA sembra, al momento, essere più forte dei toni “hawkish” usati mercoledi dalla Bank of Canada, a margine della decisione di aumentare i tassi di interesse dello 0.25%.
Stephen Poloz, governatore della Bank of Canada, ha mantenuto fede alle aspettative, ritoccando al rialzo i tassi d'interesse, nel tentativo di fronteggiare un’inflazione che è salita al suo massimo, da sette anni a questa parte.
Il comunicato della Bank of Canada è intriso di grande ottimismo, dal momento che le condizioni economiche generali del paese sono ottime, grazie alla salita del prezzo del WTI/USD e alla crescita oltre le attese dell’economia americana a cui, quella canadese, è strettamente interconnessa.
Per il secondo trimestre dell’anno è previsto un tasso di crescita del Pil del 2.8%, mentre nel terzo - secondo le previsioni - dovrebbe esserci un rallentamento congiunturale all’1.5%.
In ogni caso la crescita media per il biennio 2018-2020 dovrebbe attestarsi intorno al 2%.
Poloz ha dichiarato di comprendere che c'è preoccupazione per l'escalation delle tensioni commerciali, ricordando che la politica monetaria non sia adatta a contrastare tutti gli effetti negativi delle misure protezionistiche.
Egli, inoltre, si aspetta che tassi d’interesse più alti saranno garantiti, per mantenere l’inflazione in linea con i target, dichiarando che continuerà ad assumere un approccio graduale, guidato dai dati in arrivo.
Il cambio USD/CAD: da un punto di vista tecnico sia il grafico giornaliero che quello settimanale offrono degli spunti tecnici interessanti.
Sul grafico settimanale è interessante la recente rottura della trend line partita dagli del 2016, avvenuta nel mese scorso, impulso che si è bloccato sul 50% di Fibonacci a 1.33749, livello sul quale, sul grafico giornaliero, si è evidenziato un doppio massimo.
La correzione successiva, ha poi trovato un supporto in corrispondenza del valore corrispondente al 38.2% di Fibonacci, a 1.3046.
In caso di effettiva ripresa del trend rialzista, che prevale dal settembre scorso, la prima resistenza da tenere in considerazione è proprio 1.33749, mentre i livelli successivi da monitorare sono quelli 1.35 e 1.375 corrispondente al massimo dello scorso maggio.
Nel caso in cui, a prevalere fosse invece uno scenario ribassista, il livello da monitorare con attenzione, è quello di 1.2680, in corrispondenza del 23.6% di Fibonacci.