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La brusca ripresa dell’euro

Pubblicato 24.05.2019, 09:58
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 maggio 2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Vista la mancanza di dati economici USA, è stata una giornata molto attiva per il mercato forex. Il biglietto verde che stava andando bene contro l’euro, il dollaro australiano e le altre valute prima dell’apertura di NY, ha fatto inversione ed ha chiuso in calo contro tutte le principali controparti. Il cambio USD/JPY è stato quello più interessato dai timori per la guerra commerciale, dall’avversione al rischio e dai dati deboli sulle vendite di case nuove. Mentre inizialmente il mercato azionario aveva ignorato il peggioramento delle relazioni tra USA e Cina, ora gli investitori stanno valutando il possibile impatto del protrarsi di questa disputa commerciale. Il Presidente cinese Xi ha parlato di una “lunga nuova marcia” e di “contare su se stessi”, e questo non fa certo pensare che la soluzione sia vicina. Evocando un termine che richiama la ritirata strategica di Mao Zedong nel 1934, la Cina sta dicendo che non cederà facilmente e che è pronta a fare i sacrifici necessari per preservare le proprie industrie negli anni a venire. Se la Cina si rifiuterà di collaborare, il Presidente Trump potrebbe spingere per applicare i dazi su 300 miliardi di dollari di prodotti cinesi. Gli USA potrebbero non risentirne come altri paesi del mondo, ma sicuramente le aziende e i consumatori statunitensi accuseranno il colpo di prezzi più elevati e di un calo della domanda. Wall Street sta finalmente riconoscendo la possibilità di utili più deboli nel secondo semestre, dunque, il cambio USD/JPY, sceso sotto 110, potrebbe scendere sotto 109.

L’euro ha chiuso la giornata in salita dopo essere crollato al minimo mensile contro il dollaro USA. La forte ripresa è stata alimentata dalla pressione sul dollaro USA e dalle prese di profitto ai minimi di aprile. Gli ultimi report economici sono stati più deboli del previsto, con il settore dei servizi e quello manifatturiero in calo in Germania e nella zona euro. Anche il report IFO tedesco è sceso, l’indice sulla fiducia delle imprese è sceso infatti al minimo dal 2014. La guerra commerciale ha pesato fortemente sul sentimento delle imprese e secondo il presidente dell’IFO Fuest “c’è motivo di preoccuparsi, in particolare per l’indice manifatturiero”. Markit Economics ha aggiunto che c’è una “crescita debole per via di una domanda stagnante”. L’euro è sceso, ma l’andamento del dollaro USA ha fatto invertire il calo durante la seduta newyorkese. Intanto, le elezioni europee sono in corso e si aspettano i risultati durante il weekend.

Anche la sterlina ha recuperato le perdite dopo essere scesa a 1,26. Le dimissioni del Presidente della Camera Andrea Leadsom fanno salire la pressione per le dimissioni della Premier May che secondo alcuni potrebbero arrivare questa settimana. Crediamo che oramai sia inevitabile e che sarà costretta a dimettersi prima che il Parlamento accetti l’accordo. I dati sulle vendite al dettaglio sono attesi per venerdì e l’aumento della spesa riportato dal British Retail Consortium fa sperare in una lettura positiva. Se la spesa dovesse salire più del previsto potrebbe innescare un’impennata della valuta decisamente oversold.

Il dollaro canadese sembra abbia completamente ignorato i dati positivi. Le vendite all’ingrosso sono salite nel mese di marzo, sulla scia dell’aumento delle vendite al dettaglio e invece di riprendere a scendere il cambio USD/CAD è salito a causa del calo dei prezzi del petrolio. Il greggio è sceso in maniera vorticosa, segnando un calo di quasi 6 punti percentuali, cioè il maggiore calo giornaliero degli ultimo sei mesi. Ora che i prezzi sono scesi sotto 60 dollari al barile, potremmo vedere ulteriori ribassi se l’avversione al rischio e i timori per la guerra commerciale dovessero peggiorare. Il dollaro australiano e quello neozelandese sono in salita. I dati commerciali della Nuova Zelanda sono attesi per la notte. È previsto un surplus minore dopo il forte aumento del mese scorso.

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