L’attività economica sembra destinata a rallentare nella pubblicazione del mese prossimo dei dati sul PIL del primo trimestre, secondo le previsioni medie di una serie di stime compilate da CapitalSpectator.com.
Il Bureau of Economic Analysis dovrebbe riportare a fine aprile che la crescita è salita è del 2,1% (tasso annuo reale destagionalizzato) nel periodo gennaio/marzo, in base alle ultime previsioni medie sul PIL riviste.
La stima continua a rispecchiare un aumento sostanzialmente più debole rispetto al forte +3,2% del Q4, che a sua volta rappresenta un calo dal ben +4,9% del Q3, secondo i dati governativi.
La stima rivista del Q1 è scesa leggermente, di nuovo, rispetto a quella precedente (pubblicata il 28 febbraio), evidenziando che, man mano che saranno pubblicati altri dati per il trimestre in corso, aumenteranno le probabilità di vedere un tasso di crescita decisamente più debole nel prossimo report sul PIL.
Nonostante i recenti downgrade per la crescita del Q1, la previsione suggerisce ancora che il rischio di recessione è basso per il Q1. Un aumento del PIL di oltre il 2% è moderato, ma comunque ben al di sopra di un livello che farebbe scattare i campanelli di allarme.
Usando i dati dei sondaggi di febbraio abbiamo un profilo più luminoso, con la produzione del settore privato aumentata al ritmo più veloce in otto mesi, secondo l’indice PMI composito USA, un indicatore del PIL.
“Gli ultimi dati segnalano la tredicesima espansione mensile consecutiva dell’attività delle imprese del settore privato, supportata da un rinnovato aumento della produzione manifatturiera e da un ulteriore rialzo dell’attività del settore dei servizi”,
riporta S&P Global, che pubblica i dati PMI.
Intanto, i dirigenti delle aziende USA sono “sempre più fiduciosi nell’economia, con aspettative di vendite e investimenti di capitali più forti”, secondo un’altra fonte del sentiment delle imprese, riporta Axios:
“Per la prima volta in due anni, l’indicatore trimestrale Business Roundtable del sentiment dei CEO è sopra la media storica, segnale che l’ansia per l’economia dei dirigenti delle imprese potrebbe stare finalmente riducendosi”.
Anche Gregory Daco, chief economist di EY, vede lo sviluppo di un trend positivo, come riferisce al FT:
“L’economia statunitense resta molto robusta e il principale motore della crescita globale. Ci sono dei problemi, ma nel complesso non ci sono segnali di un imminente taglio delle spese nel settore privato”.
Il prossimo banco di prova per l’attività economica del Q1 sarà la pubblicazione, nel corso della giornata (venerdì, 8 marzo) dei dati sull’occupazione non agricola di febbraio.
Il Dipartimento per il Lavoro dovrebbe riportare che le assunzioni sono rallentate con un aumento mensile ancora salutare di 190.000 unità il mese scorso, secondo le previsioni di Econoday.com.
Si tratta di un livello sostanzialmente inferiore rispetto ai due mesi precedenti, ma gli aumenti di dicembre e gennaio sono stati insolitamente forti.