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La domanda petrolifera globale dovrebbe continuare a crescere, contrariamente a quanto dice BP

Pubblicato 02.02.2023, 16:05
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • BP (LON:BP) di recente ha rilasciato le sue stime energetiche 2023
  • Il colosso ha dichiarato che la domanda petrolifera probabilmente scenderà o si fermerà nei prossimi anni
  • Tuttavia, non ci sono vere indicazioni al riguardo, e i trader non dovrebbero aggrapparsi a queste previsioni
  • All’inizio della settimana, il colosso globale dell’energia BP (NYSE:BP) ha pubblicato le sue stime energetiche 2023. Come l’anno scorso, ha considerato tre scenari: Accelerato, zero e nuovo slancio.

    Le stime 2022 erano state preparate prima dell’invasione russa dell’Ucraina, quindi non tenevano conto di come la risposta dell’Occidente avrebbe sconvolto i flussi energetici globali. Il report 2023, tuttavia, ha incluso degli aggiornamenti in base a questa situazione e a nuovi interventi governativi sulle rinnovabili.

    Per i trader, la parte potenzialmente rilevante delle stime di BP è quella sulle previsioni sulla domanda petrolifera. BP è una delle molte istituzioni (come EIA, AIE e OPEC) che generano e pubblicano previsioni sulla domanda petrolifera.

    Tutte queste istituzioni hanno opinioni e considerazioni che influiscono sulle loro previsioni. Solitamente non spiegano da quali presupposti partano quando creano i loro modelli, quindi sta al pubblico decidere se le stime siano rilevanti o meno per il mercato. Tuttavia, le stime sulla domanda di BP (che non chiama nemmeno previsioni, ma “scenari”) sembrano particolarmente staccate dalla realtà degli energetici e dei mercati.

    Ad esempio, gli scenari sulla domanda petrolifera di BP non includono nemmeno i dati dal 2020-2022 e non iniziano prima del 2025. Nel 2025, BP vede una domanda petrolifera ad un tasso inferiore del 2019.

    Ma nel 2022, la domanda ha già superato i livelli pre-pandemici e dovrebbe raggiungere quota 102,73 milioni di bpd nel 2023. Tuttavia, gli scenari di BP indicano che la domanda scenderà sotto i 100 milioni di bpd entro il 2025.

    Poi, il suo scenario più realistico (l’unico che vale la pena considerare, dal momento che gli scenari Accelerato e Zero sono praticamente esercizi di fantasia) vede la domanda petrolifera fermarsi per cinque anni prima di scendere.

    Il motivo principale è che BP si aspetta che la domanda petrolifera per i trasporti scenderà perché saranno adottati veicoli elettrici, i veicoli con motore a combustione interna diventeranno più efficienti e i veicoli saranno “sempre più alimentati [sic] da fonti di energia alternative”.

    Per quanto riguarda il mondo in via di sviluppo, BP ammette che i consumi petroliferi probabilmente cresceranno lievemente a causa dei trasporti, ma crede che saranno compensati dai forti cali del mondo sviluppato.

    Questa idea si basa sulle politiche governative finalizzate ad incoraggiare l’uso di EV, rispetto alla realtà degli EV e del loro uso nella società.

    Gli scenari di BP inoltre sembrano considerare solo le conseguenze della guerra russo-ucraina come strumento per aumentare l’adozione di EV e la percentuale di energia generata da fonti rinnovabili.

    Tuttavia, la realtà che abbiamo visto dall’inizio della guerra l’anno scorso è che paesi come Cina ed India stanno comprando più combustibili fossili (greggio e gas naturale) russi e che i paesi europei non stanno rimpiazzando il gas naturale russo con energia rinnovabile, ma con petrolio, carbone e gas naturale di altri fornitori.

    I paesi in via di sviluppo inoltre probabilmente compreranno più gas naturale e petrolio russi per via dei significativi sconti, non per la transizione alle rinnovabili.

    I trader farebbero bene a non considerare nessuno dei tre scenari di BP sulla domanda petrolifera per fare investimenti a lungo termine sul petrolio, perché si basano essenzialmente sull’idea che la domanda dovrà scendere, piuttosto che sulla realtà che sta ancora crescendo.

    Persino il CEO di BP sembra non prendere sul serio questi scenari. Pochi giorni dopo la pubblicazione, BP ha rilasciato gli utili trimestrali, e l’amministratore delegato Bernard Looney sembrerebbe insoddisfatto delle entrate dagli investimenti sulle rinnovabili.

    Infatti, al fine di dare migliori ritorni agli azionisti, punta a riorientare la strategia della compagnia verso investimenti più tradizionali sulla produzione di petrolio e gas.

    Se nemmeno BP sta sviluppando la sua strategia di investimento basandosi sulle sue stesse previsioni sulla domanda, perché i trader dovrebbero prenderle sul serio?

    Nota: L’autrice non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.

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Ultimi commenti

Speriamo che finisce in fretta il petrolio.. sarà la fine di ogni problema
900 milioni di perone e 4 miliiardi....già così si risponde alle farneticazioni di questi personaggi
Articolo pungente ma condivisibile, è abbastanza evidente che passare alle rinnovabili è un processo lungo e costoso, poi bisogna tener conto dell'aumento della popolazione mondiale e di come sta crescendo un paese come l'India che da solo è un quinto della popolazione mondiale.
Bravo.
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