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La RBNZ taglia i tassi, delude il PIL sudcoreano

Pubblicato 23.07.2015, 11:53

Market Brief

Come previsto, la RBNZ ha abbassato il suo tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo al 3%. La decisione non ha tuttavia sortito gli effetti sperati sul dollaro neozelandese. L’NZD ha guadagnato più dell’1% contro euro, biglietto verde e dollaro australiano. Il motivo principale di questo rialzo sono i commenti di Graeme Wheeler, meno accomodanti di quanto previsto dal mercato; inoltre, i tassi d’interesse sono ancora relativamente elevati rispetto a quelli di paesi sviluppati come gli USA e l’Australia. Secondo il governatore della RBNZ, comunque, “sarà necessario un ulteriore indebolimento, alla luce della debolezza dei prezzi all’esportazione delle materie prime” e quindi prevediamo che la banca centrale continuerà a sostenere l’economia neozelandese, tagliando di nuovo i tassi nei prossimi mesi. A nostro avviso, la recente correzione sarà passeggera. Durante la seduta asiatica, le azioni cinesi hanno guadagnato, con il Composite di Shanghai a +2,33% e il Composite di Shenzhen, il listino dei titoli tecnologici, a +2,71%. È difficile dire se si tratti di una vera ripresa o se la PBoC stia pompando più denaro sul mercato azionario. A Hong Kong, l’Hang Seng guadagna lo 0,58% mentre l’S&P/ASX australiano ha ceduto lo 0,43%. In Corea del Sud, le stime preliminari sul PIL del secondo trimestre hanno deluso le attese, attestandosi al 2,2% a/a rispetto al 2,3% delle previsioni medie; c’è stato inoltre un crollo dei consumi privati su base trimestrale, la cifra si attesta allo 0,3% t/t rispetto allo 0,4% stimato. Il won sudcoreano ha ceduto lo 0,97% contro il biglietto verde, attestandosi a quota 1.164,75 e sta cercando di trasformare la resistenza a 1.162,90 in un supporto. Sul lato ascendente, la prossima resistenza forte si osserva a 1.185,45, mentre sul lato discendente troviamo un’area di supporto intorno a 1.123. In Europa, la Grecia ha compiuto un altro passo per accedere ai finanziamenti del nuovo piano di salvataggio da 86 miliardi di euro, dopo che il parlamento ha approvato il secondo pacchetto di riforme. Si dovrebbe quindi arrivare a un accordo entro agosto. L’EUR/USD sta recuperando lentamente dopo le vendite della scorsa settimana e attualmente riprende fiato intorno a 1,0935. Sul lato ascendente, l’euro dovrebbe trovare una resistenza intorno a 1,1049 (38,2% di Fibonacci sulla svalutazione di giugno e luglio). Per quanto riguarda le borse, i futures sui listini europei stamattina sono ottimisti, con l’indice Xetra Dax a +0,66%, il CAC 40 a +0,55%, il Footsie a +0,60% e l’SMI a +0,60%. In Brasile, l’indice IPCA-15 di luglio è cresciuto dello 0,59% m/m a fronte dello 0,61% delle previsioni medie, mentre, su base annua, l’inflazione è salita dall’8,80% a/a del mese scorso al 9,25% (previsione: 9,28%) a luglio. Come previsto, il governo brasiliano ha proposto di ridurre l’avanzo di bilancio primario allo 0,15% del PIL rispetto all’1,1% precedente. La cifra è inferiore allo 0,4%-0,6% del PIL che avevamo previsto, ma riteniamo che Joaquim Levy abbia voluto fissare un obiettivo raggiungibile e realistico, viste le sfide che si trova ad affrontare il governo, e non una cifra che avrebbe solo fatto piacere agli investitori. Di conseguenza, l’USD/BRL ha cancellato le perdite precedenti ed è salito sopra il livello a 3,22. Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione e l’IPP in Svezia; le vendite al dettaglio nel Regno Unito; la decisione sul tasso d’interesse in Turchia; il tasso di disoccupazione in Brasile; le vendite al dettaglio in Canada; le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, l’indicatore su comfort e fiducia dei consumatori di Bloomberg e l’indice predittivo negli USA.

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Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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