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I verbali della riunione del FOMC del 16-17 dicembre non hanno riservato sorprese. I funzionari della Fed hanno detto che “un avvio del processo di normalizzazione, per lo meno nelle prossime due riunioni, è improbabile”. In linea di massima, si prevede che il primo rialzo del tasso sui fondi federali avverrà a giugno 2015, in linea con la previsione generalizzata precedente. I banchieri della Fed sembrano orientati a basarsi sul miglioramento delle prospettive economiche e fiduciosi che, “nel tempo”, l’inflazione raggiungerà l’obiettivo del 2,0% fissato dalla Fed. Dopo i verbali non abbiamo assistito a una svolta significativa, aggressiva o accomodante, nel sentiment del mercato. Anche se la debolezza straniera è vista come un rischio per la ripresa USA, il calo dei prezzi del petrolio dovrebbe sostenere l’attività economica. La Fed seguirà da vicino l’evoluzione del PCE di fondo (ultimo rilevamento riferito a novembre: 1,4% a/a), che attualmente permette alla Fed di aspettare almeno fino a metà anno. Domani si monitorerà scrupolosamente il rapporto sull’occupazione negli USA.
L’EUR/USD scende sotto il supporto a 1,18
I verbali del FOMC, sommati al materializzarsi della deflazione nell’Eurozona, spingono l’EUR/USD sotto il supporto a 1,18. Malgrado le condizioni d’ipervenduto (RSI al 21%, banda di Bollinger a 30 giorni a 1,1848), persistono le pressioni a vendere nel complesso EUR. Gli acquisti di EUR sono legati principalmente alla domanda delle imprese, mentre dominano le offerte a 1,18+. Ci sono discrete barriere per opzioni in scadenza oggi a 1,1800, altre offerte legate alle opzioni attendono di essere attivate a 1,1750/1,1650.
I dati economici questa settimana colpiscono il loonie, domani rapporto sul lavoro in Canada
In linea con le nostre previsioni, la bilancia commerciale canadese è diventata negativa e il deficit, pari a 0,64 miliardi, ha superato le attese del mercato (-0,20 mld CAD). A novembre le spedizioni di petrolio e bitume hanno subito il colpo maggiore, con un calo del 9,9%, dovuto alla combinazione di un calo del 6,7% nei prezzi e del 3,4% nei volumi. Si tratta della flessione maggiore da tre anni. Dopo quattro mesi consecutivi in peggioramento, la situazione probabilmente non migliorerà neanche nei prossimi mesi, vista la flessione costante del petrolio. L’USD/CAD si è apprezzato fino a raggiungere quota 1,1897. La previsione rialzista di medio termine ne esce rafforzata, perché i prezzi attuali del petrolio non faranno che generare un’ulteriore riduzione dei progetti per l’estrazione di sabbia bituminosa e peseranno quindi sulla già fragile ripresa canadese. La BoC, pienamente consapevole del duro colpo, cercherà di espandere la sua politica espansiva finché le condizioni macroeconomiche lo permetteranno. Il raffreddamento dell’inflazione emerso dall’IPC di novembre (2,0%) è favorevole alle colombe della BoC. Domani il Canada pubblicherà i dati sul lavoro ed è da escludere un’ulteriore delusione, dopo la perdita di 10.700 posti di lavoro registrata il mese scorso. La previsione stima un incremento pari a 14.500 unità. Considerando il contesto macroeconomico, prevediamo che, alla riunione di politica monetaria del 21 gennaio, la BoC manterrà invariato il tasso ufficiale all’1%. In tale contesto, per l’USD/CAD riteniamo spianata la strada verso i livelli intorno a 1,20.
Nel breve termine, la ripresa giornaliera dei prezzi del petrolio ha frenato le pressioni al ribasso sul loonie, dopo che ieri l’USD/CAD aveva toccato quota 1,1874. La ripresa del petrolio rimane però incerta, anche se i prezzi sono ormai a livelli preoccupanti per gran parte dei produttori di petrolio. Per tutta la settimana, gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono sopra 1,17/1,18, mentre l’inversione di rischio (RR) delta-25 a un mese per l’USD/CAD è nettamente positiva (intorno ai 100 punti).
L’EUR/CAD ha spazzato via il forte supporto di gennaio a 1,40, mentre l’EUR/USD scendeva sotto 1,18. Il netto sentiment negativo intorno al complesso EUR spingerà probabilmente l’EUR/CAD verso il 50% del ritracciamento di Fibonacci, pari a 1,38577, sul rally in atto da agosto 2012 a marzo 2014.
The Risk Today
Luc Luyet
EUR/USD L’EUR/USD ha infranto il supporto a 1,1877 (minimo 07/06/2010), confermando un forte impulso ribassista. Un altro supporto chiave si trova ora a 1,1640. Resistenze orarie possono essere trovate a 1,1897 (massimo intragiornaliero) e a 1,1976 (massimo intragiornaliero). In un’ottica a più lungo termine, la rottura della robusta area di supporto tra 1,2043 (minimo 24/07/2012) e 1,1877 (minimo 07/06/2010) conferma il trend ribassista di fondo. Il triangolo simmetrico a lungo termine favorisce un'ulteriore significativa debolezza. Supporti importanti si trovano a 1,1640 (15/11/2005) e a 1,0765 (minimo 03/09/2003), mentre una resistenza chiave si trova a 1,2252 (massimo 25/12/2014).
GBP/USD La coppia GBP/USD continua a indebolirsi, come si può vedere dalla rottura del supporto a 1,5102. Un supporto psicologico è dato da 1,5000. Resistenze orarie possono essere trovate a 1,5156 (massimo 07/01/2015) e a 1,5274 (massimo 06/01/2015). A più lungo termine, la struttura tecnica è negativo finché i prezzi permangono al di sotto della resistenza chiave a 1,5620 (massimo 31/12/2014). Si prevede un ritracciamento completo in scia all’ascesa del 2013-2014. Un forte supporto si trova a 1,4814 (minimo 09/07/2013).
USD/JPY L’USD/JPY ha effettuato un rimbalzo vicino al supporto a 118,26. La rottura della resistenza oraria a 119,39 (massimo intragiornaliero) favorisce ulteriori movimenti laterali. Una resistenza si trova a 120,83. Un supporto orario si trova ora a 118.85 (minimo intragiornaliero). Propendiamo per un giudizio rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Anche se non ci sono segnali che suggeriscono la fine del trend rialzista di lungo termine, è probabile un consolidamento di medio termine, considerando la ripida ascesa vista di recente e la forte resistenza ubicata a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave giace a 115,46 (minimo 17/11/2014).
USD/CHFL’USD/CHFha infranto la forte area di resistenza definita da 0,9972 (massimo 24/07/2012) e da 1,0067 (massimo 01/12/2010). Supporti orari possono essere trovati a 1,0095 (minimo 07/01/2015) e a 1,0033 (minimo intragiornaliero). La rottura della principale area di resistenza tra 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010) conferma che un nuovo trend rialzista di lungo periodo ha avuto avvio nel mese di agosto 2011. Una nuova fase ascendente di lungo periodo, che fa eco a quella da agosto 2011 a luglio 2012, è probabilmente in corso. Resistenze chiave si attestano a 1,0676 (massimo 12/07/2010) e a 1,1731 (massimo 01/06/2010), mentre un supporto chiave si trova a 0,9831 (minimo 25/12/2014).