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La rivincita delle small cap statunitensi

Pubblicato 04.12.2023, 08:53

Investire è una questione di stomaco, non di cervello" (Peter Lynch)

La settimana appena conclusa ha messo in evidenza un deciso recupero da parte delle società a piccola capitalizzazione e delle banche regionali statunitensi. Un segnale di ritorno di fiducia nei confronti dell’asset class più esposta all’andamento dell’economia reale. In particolare l’indice SPDR S&P Regional Baking ha guadagnato il 9%, anche se da inizio anno perde ancora poco meno del 20%. Bene anche il Russel 2000 e l’S&P 600 Small Cap, in crescita rispettivamente del 3% e del 2,6%. Nello stesso periodo l’indice S&P 500 ha guadagnato lo 0,7%. Un movimento innescato dai buoni dati dell’economia statunitense che ha mostrato un ulteriore calo dell’inflazione verso il target auspicato dalla Fed, ma con una economia che continua a muoversi in territorio molto positivo (il PIL nel terzo trimestre ha superato il 4% su base tendenziale). In Piazza Affari le small continuano a sottoperformare le large e le mid sebbene in misura molto inferiore al passato. L’indice FTSE Mib 40 ha guadagnato in 5 sedute l'1,7%, rispetto al +1,4% dell’FTSE STAR e il +0,6% del FTSE Italia Growth. Gli acquisti sul listino principale sono stati guidati dai titoli ad alto rendimento, ovvero quelli che distribuiscono generosi dividendi, tornati a fare gola in conseguenza del calo dei tassi di interesse sui titoli di Stato italiani. Questa settimana il calendario economico prevede oggi alle 15:00 un discorso di Christine Lagarde, martedì alle 16:00 l’indice ISM non manifatturieri in Usa a novembre, venerdì alle 14:30 il tasso di disoccupazione in Usa a Novembre.

Caccia all’alto rendimento

A Piazza Affari torna a soffiare vento dell’alto rendimento. A fine ottobre la cedola del BTP a 10 anni ha toccato il 5%, massimo dal 2012, ma in poco più di un mese tutto è cambiato. Gli operatori hanno ricominciato a comprare titoli di Stato sulle lunghe scadenze facendo scendere repentinamente i rendimenti, con il rafforzamento dell’aspettativa che, grazie a rapido calo dell’inflazione vicino al target delle banche centrali, il picco dei tassi di interesse sia stato finalmente raggiunto, e nel corso del 2024 Fed e Bce effettuino i primi “tagli”. Gli operatori scommettono addirittura su 5 manovre da parte di Washington, e almeno due a Francoforte. Sembra passato un secolo dal simposio statunitense di Jakson Hole quando la frase “higher for longer” pronunciata da Jerome Powell, fece gelare il sangue agli investitori di tutto il mondo. Ora la narrazione è completamente diversa, e anche i falchi più indomiti, iniziano a battere in ritirata. E mentre le Borse salgono, altrettanto velocemente scendono i rendimenti dei titoli di Stato: quasi 100 punti base per il BTP a 10 anni, oltre 70 per il T-Bond sempre sulle scadenze lunghe. In questo contesto gli investitori iniziano a riorganizzare il portafoglio per il 2024 e non possono che mettere nel mirino le società esposte al ribasso del costo del denaro e quelle che offrono rendimenti del dividendo interessanti. Non sono poche le aziende che presentano entrambe le caratteristiche, soprattutto in Piazza Affari. Utilities ed energia sono i settori più sensibili, ma anche il comparto bancario e assicurativo, nell’ipotesi di una lenta inversione di tendenza della politica monetaria, in un orizzonte di 6 mesi, possono dare soddisfazioni ai propri soci.

Media sano in corpore sano

Due importati operazioni di M&A, hanno acceso i riflettori sul connubio tra sport e pubblicità. La prima è l’annuncio da parte della lega di motorsport statunitense NASCAR dei nuovi partner dei diritti mediatici per sette anni, tra questi Amazon (NASDAQ:AMZN) e TNT Sports del gruppo Warner Bros che si divideranno i diritti per 10 gare di metà stagione, e hanno anche ottenuto i diritti esclusivi per le sessioni di pratica e qualificazione. L'acquisizione dei diritti NASCAR si aggiunge agli accordi sportivi di Amazon in Usa, che includono le popolari partite di "Thursday Night Football" della National Football League. Tra le società di streaming, Amazon è stata una delle più aggressive nel cercare di acquisire i diritti sportivi pensiamo ad esempio alle partire di Champions League di calcio in Europa. L’altra notizia è l’operazione di Reverse Accelerated Bookbuilding, grazie alla quale NIF Holding, interamente controllata da Neom Investment Fund, ha acquisito 8,8 milioni di azioni ordinarie Technogym, oltre a contratti derivati per ulteriori 3,3 milioni, pari in totale al 6% del capitale della società di Piazza Affari, ovvero il 4,5% dei diritti di voto. Il prezzo dell’operazione è stato di €9,2 euro per azione, pari ad un premio del 15% rispetto al prezzo di chiusura pre annuncio, per un controvalore di €111 milioni. L’interesse da parte dei media e degli investitori per il mondo dello sport e più in generale dell’intrattenimento è una buona notizia anche per l’indice Euronext (EPA:ENX) Growth Milan, dove sono presenti alcune società esposte a questo trend tra le quali IDNTT, martech portata in Borsa da Integrae SIM, e proprietaria di In-Sane (in-sane.it), talent agency italiana con un portafoglio di oltre 170 influencer e content creator protagonisti delle piattaforme a maggior traffico: Instagram, Youtube, Twitch e TikTok.

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Dopo 2 anni di crolli aspettiamo un attimo a cantar vittoria
Quasi tre anni a Febbraio
Sarebbe veramente una buona notizia visto che small cap e Mid Cap hanno perso dal 50 al 90% del loro valore rispetto ad un paio di anni fa
ma di quale small cap parla che sono tutte crollate
esatto…tra -70 e - 90 se ne trovano a centinaia
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