La settimana scorsa si era chiusa con un dato macro estremamente importante per la politica monetaria americana e cioè l’inflazione che era attesa in crescita, su base annua, del 2,3%.
Nella realtà il dato finale è stato leggermente più debole del previsto, registrando un 2,2%, ma comunque sempre sopra il target fissato dalla Federal Reserve per una crescita dei prezzi ottimale al 2%.
Come sappiamo, i dati vanno sempre e solamente letti relativamente all'impatto che questi hanno sulla politica monetaria USA e un buono strumento per fare tale valutazione in maniera oggettiva sono i futures sui tassi di interesse.
L’analisi dei FED Funds ci mostra come le probabilità di rialzo dei tassi il 13 dicembre siano attualmente all’ 81,7%, in leggero ribasso rispetto ai valori in area 90% che erano stati raggiunti giovedi scorso.
Il dato, essendo stato leggermente più debole del previsto, ha quindi lievemente indebolito le probabilità per un intervento a dicembre, mantenendo comunque ancora estremamente concreta tale possibilità.
La settimana che è iniziata oggi sarà molto interessante da un punto di vista macro per diverse valute.
Iniziando già da oggi, lunedì 16 ottobre, avremo subito la comunicazione relativa all'inflazione in Nuova Zelanda che si trova attualmente all' 1,7% in presenza di tassi di interesse fissati all’ 1,75%. Il rapporto tra tassi di interesse nominali e inflazione viene quindi mantenuto dalla banca centrale in perfetto equilibrio macroeconomico e il dato odierno potrà fornire interessanti indicazioni relativamente alla direzione futura dei tassi di interesse.
Domani, martedì 17 ottobre, è invece in programma l’inflazione (CPI) nel Regno Unito che su base annua è attesa in crescita del 3%. É ormai noto come l’attuale livello di crescita dei prezzi decisamente sopra il target del 2% stia costringendo la Bank of England ad anticipare il momento in cui iniziare a stringere la propria politica monetaria. In tal senso il dato di domani sarà di importanza veramente cruciale in quanto se il CPI si confermasse sui livelli attesi il mercato probabilmente inizierebbe a convincersi dell’imminenza dell’intervento e GBP verrebbe molto probabilmente comprata con una certa decisione.
Mercoledì Mario Draghi parlerà poi da Francoforte e gli operatori vorranno capire dalle sue parole quali sono le intenzioni della Banca Centrale Europea in termini di uscita dalle attuali politiche monetarie ultra-espansive. Se il governatore della BCE dovesse fornire dettagli in tal senso allora dovremo attenderci una certa volatilità sull'Euro.
Giovedì potrebbe invece essere una nottata piuttosto movimentata sul Dollaro Australiano in quanto verranno pubblicati alcuni dati relativi al mercato del lavoro seguiti poi dal Prodotto Interno Lordo e dalla produzione industriale in Cina. É bene ricordarsi come il primo partner commerciale australiano sia proprio la Cina e tale rapporto di dipendenza implichi il fatto che i dati cinesi abbiano un fortissimo impatto sulla valuta australiana.
La settimana si chiuderà poi venerdì con l’inflazione in Canada che è attesa all’1%. La banca centrale questa estate aveva alzato i tassi di interesse per ben due volte e sarà quindi molto importante e interessante vedere se tale stretta monetaria abbia pesato sul ritmo di crescita dei prezzi o se la Bank of Canada si trovi invece ancora nella posizione di continuare il percorso recentemente iniziato di rialzo dei tassi di interesse.
Come abbiamo visto questa settimana sarà quindi all'insegna dell’inflazione, il che fa si che dovremo attenderci diversi momenti caratterizzati da una volatilità particolarmente alta. Ci raccomandiamo di tenere la cosa presente nel prendere le prossime decisioni di trading.
Alessandro Bonetti
Analyst - FxPro