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La volatilità torna a spaventare i mercati

Pubblicato 11.03.2024, 08:40
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

"I saggi non giudicano, cercano di capire” (Wei Wu Wei)


Torna la volatilità sui mercati. La scelta di Bce e Fed di mantenere i tassi invariati ha raffreddato l’entusiasmo degli operatori che iniziano anche a dubitare di un cambio di politica monetaria nell’anno in corso. In attesa di maggiore chiarezza il denaro si sta spostando verso i porti sicuri come l’oro, sui massimo storici, e il Bitcoin che, dopo l’apertura dell'autorità di vigilanza Usa (la SEC), sta entrando prepotentemente nei portafogli mondiali. La scorsa settimana la criptovaluta ha fatto segnare il nuovo massimo storico per poi ritracciare ma concludere comunque in rialzo del 9,7%. Lagarde e Powell hanno avvertito sui rischi di un riaccendersi dell’inflazione e gli ultimi movimenti dei vettori energetici e dei costi di trasporto non tranquillizzano: Gas sulla Borsa di Amsterdam (TTF) +3%, Baltic Dry Index +2%. Unica eccezione il petrolio che ha lasciato sul terreno quasi il 3%. Nonostante il perdurare di una politica monetaria restrittiva (che favorisce le banche protagoniste sui listini anche da inizio anno) i tassi di interesse di mercato sono in discesa: il tasso del BTP a 10 anni è sceso a poco più del 3,5%, minimo da 1 anno, lo spread è calato sino a 130 punti, sui livelli del novembre 2021. Oggi non sono attesi dati macro di rilievo mentre domani saranno diffusi i market mover ovvero l’inflazione in Germania e in Usa a Febbraio. In entrambe i casi gli economisti si aspettano un aumento del tasso di crescita rispetto alla rilevazione precedente. Giovedì pomeriggio è invece il turno delle vendite al dettaglio e i prezzi alla produzione in Usa sempre a febbraio. Infine venerdì tocca all’inflazione in Italia vista in ulteriore rallentamento rispetto alla rilevazione precedente.

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I superseven



Anche l’Europa ha i suoi "magnifici". Se negli Usa il rialzo dell’S&P 500 è stato guidato da un manipolo di società ad alto potenziale di crescita e larga marginalità, anche in Europa l’indice Eurostoxx 50, sui massimi storici, ha beneficiato dell’ottimo stato di salute di un gruppo di titoli altrettanto performanti. Ma se i cosiddetti Magnifici 7 statunitensi sono tutte società tecnologiche, in Europa la squadra è piuttosto bene assortita. Prodotti di consumo, lusso, energie e tecnologia, hanno spinto verso l’alto il istino europeo tenendo il passo con quello a stelle e strisce. Anzi nell’anno in corso il ritmo delle “stelle” del vecchio continente è addirittura superiore alle cugine americane. In Usa infatti il club dei magnifici potrebbe iniziare a restringersi con Tesla (NASDAQ:TSLA) ed Apple (NASDAQ:AAPL), che faticano a tenere il passo degli altri. Ma la pattuglia nordamericana si conferma comunque la più importante in termini di capitalizzazione: tutti insieme i magnifici europei valgono €1.300 miliardi, meno della metà della sola Microsoft (NASDAQ:MSFT). Gli analisti di Citigorup hanno di recente emesso una nota nella quale hanno presentato un elenco di aziende europee leader definite "Super 7", spiegando agli investitori che queste società offrono margini di profitto comparabili a quelli dei "Magnifici 7". Gli esperti hanno individuato alcune grandi società europee con caratteristiche simili alle stelle Usa e che potrebbero addirittura superarle. I “Super 7” di Citigorup hanno valutazioni più basse rispetto ai cugini nordamericani offrendo margini di profitto altrettanto interessanti ma con performance più deboli anche del 70% dall'inizio del 2023, il che suggerisce un potenziale di miglioramento. La lista comprende: Novo Nordisk, ASML (AS:ASML) Holdings, LVMH, SAP Schneider Electric (EPA:SCHN), Compagnie Financière Richemont e Ferrari (BIT:RACE).

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Il DDL Capitali è legge



Ci sono voluti quasi 3 anni, ovvero dal luglio dal 2021, per concludere l’iter del DL Capitali ma alla fine il Parlamento ci è riuscito. Si tratta della prima legge da molti anni per rendere più competitivo il mercato dei capitali italiano. Ma è tratta la punta dell’iceberg di una serie di riforme che in Europa e in Italia dovrebbero finalmente accelerare la diffusione del ricorso alla finanza di impresa. Ad aprile in Parlamento europeo approverà il listing package che interverrà una serie di norme per semplificare in modo notevole, e a costo zero, due dei pilatri della regolamentazione di Borsa ovvero il prospetto informativo e la market abuse. In Italia invece dopo il DL Capitali si apre l’iter per l’approvazione di un provvedimento di ancora più ampio respiro grazie a una legge delega nelle mani del Governo. Da ultimo l’appello di Mario Draghi per favorire il partenariato pubblico privato, per favorire 5mila miliardi di euro di investimenti, superando le costrizioni delle norme sugli aiuti di Stato che penalizza soprattutto le Pmi. L’idea è estendere la denominazione di Pmi a tutte le imprese che capitalizzano meno di €1 miliardo. In questo modo si potrebbe innescare una corsa verso la quotazione per assumere tale denominazione evitando di sottostare alle norme che limitano l’accesso agli aiuti pubblici. Integrae SIM sostiene queste proposte in quanto darebbero ulteriore impulso alle IPO sul mercato Euronext (EPA:ENX) Growtm Milan, favorendo la canalizzazione del risparmio privato dai conti correnti, ai bilanci delle impese rendendole più forti, competitive, e dando la possibilità ai privati cittadini di ottenere rendimenti reali positivi.

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Ultimi commenti

Whale control... Informazione spazzatura 😬
ma che mi. nxchia dici ???
Diciamo che i mercati son saliti tanto e che è giunta l ora di tornare ai valori reali e sgonfiare questa bolla
Mi dispiace dirlo, ma il suo modo di esprimersi, non fa altro che spaventare gli investitori sprovveduti
È fatto apposta
Se guardando il grafico s&p500 o iwm non ti spaventi, mi sa che lo sprovveduto sei tu. Poi che cosa ha detto? Niente di che.
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