- L’indice S&P Homebuilders Select Industry Index si avvia a registrare il calo annuo maggiore dal 2007
- Gli investitori lasciano i titoli immobiliari dopo che i tassi sui mutui trentennali sono schizzati al 6%, il massimo da fine 2008
- Il secondo maggior costruttore, Lennar Corp., ha iniziato a ridurre i prezzi e offrire incentivi agli acquirenti
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In attesa di un importante rallentamento del mercato immobiliare USA, gli investitori hanno fatto crollare i titoli immobiliari quest’anno.
L’indice S&P Homebuilders Select Industry Index, che comprende aziende come Lennar Corporation (NYSE:LEN), KB Home (NYSE:KBH) e DR Horton (NYSE:DHI), è crollato del 40% quest’anno e si avvia a registrare il calo maggiore dal 2007.
L’esodo dai titoli del settore è partito dopo che il tasso dei mutui trentennali è schizzato al 6%, il massimo da fine 2008, un possibile punto di svolta per il settore immobiliare e per l’economia in genere.
La scorsa settimana la Federal Reserve USA ha annunciato un aumento di tre quarti di punto percentuale, il massimo dal 1994, per contrastare l’inflazione che ha raggiunto il massimo degli ultimi quarant’anni.
Tuttavia, dopo questo forte sell-off, il settore immobiliare sta iniziando a presentare un’interessante proposta di rischio-ricompensa per gli investitori alla ricerca di opportunità a lungo termine nell’ambito dell’attuale mercato ribassista.
I multipli prezzo/utile a termine di alcuni costruttori sono scesi a una sola cifra, inviando agli investitori un significativo segnale di acquisto. Inoltre, l’offerta di case negli Stati Uniti rimane molto limitata e la cultura del lavoro da casa potrebbe sostenere la domanda a lungo termine.
In occasione del report sugli utili di questa settimana, il secondo costruttore statunitense, Lennar Corp., ha comunicato agli investitori di aver iniziato a ridurre i prezzi e ad offrire incentivi agli acquirenti in alcune aree degli Stati Uniti per sostenere le vendite visto il raffreddamento della domanda.
Lennar per il momento conferma la sua precedente previsione di consegnare circa 68.000 case nell’intero anno fiscale. Ma con i tassi ipotecari statunitensi in aumento e il rischio di recessione che incombe dopo il boom della pandemia, “gli attuali tentativi di orientamento equivalgono a ‘tirare a indovinare’ e non a ‘orientare’”, ha dichiarato il presidente esecutivo di Lennar Stuart Miller nella dichiarazione sugli utili della società.
Miller ha aggiunto:
“Sebbene riteniamo che negli Stati Uniti permanga una significativa carenza di abitazioni, in particolare di alloggi per lavoratori, il rapporto tra prezzi e tassi di interesse si riequilibrerà”
Downgrade degli analisti
Con il mutare delle dinamiche del mercato immobiliare, nell’ultima settimana almeno tre analisti hanno ridotto le loro valutazioni sui costruttori di case, segnalando che potrebbero essere in serbo altre sofferenze a breve termine per questo settore duramente colpito.
L’analista di Wells Fargo Deepa Raghavan ha declassato il titollo di Toll Brothers (NYSE:TOL) a equal-weight da overweight, mentre MDC Holdings (NYSE:MDC) e Meritage Corporation (NYSE:MTH) sono stati declassati a underweight da equal.
Gli analisti di Bank of America, in una hnota hanno dichiarato che l’urgenza di acquistare case è sfumata, prevedendo una pausa della domanda che potrebbe arrivare al 2023.
Se legge nella nota:
“Vediamo ancora fattori positivi a lungo termine per la domanda di nuove case, tra cui una spinta demografica e una carenza di abitazioni dopo un decennio di costruzioni insufficienti, ma l’urgenza di acquistare è evaporata e prevediamo una pausa nel mercato immobiliare che potrebbe protrarsi fino al 2023”.
Sebbene l’aumento dei costi di finanziamento possa raffreddare il ritmo dell’aumento dei prezzi, la forte carenza di alloggi e l’intensa domanda di immobili, sia da parte degli acquirenti tradizionali che degli investitori, probabilmente eviteranno un crollo totale e sosterranno i costruttori di case nel lungo periodo.
È improbabile che si verifichi un crash immobiliare, come quello seguito alla crisi finanziaria del 2008, perché la domanda supera ancora di gran lunga l’offerta di case disponibili, ha dichiarato Bloomberg citando l’agenzia di dati immobiliari Black Knight in un rapporto.
La maggior parte dei proprietari, soprattutto dopo la recente impennata dei valori, detiene una quota significativa di capitale proprio, il che significa che potrebbe vendere in caso di crisi finanziaria senza subire perdite.
Morale della favola
I titoli dei costruttori di case riflettono il timore degli investitori che l’aumento dei tassi d’interesse sui mutui ipotecari faccia diminuire la domanda di abitazioni e intacchi i loro guadagni. Questa volta, però, molti fattori favorevoli sostengono il mercato immobiliare, come la scarsità di offerta, l’impennata degli affitti e la cultura del lavoro da casa.
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