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Le vendite al dettaglio USA faranno scendere il cambio EUR/USD al minimo di 16 mesi?

Pubblicato 16.11.2021, 07:58
Aggiornato 14.05.2017, 12:45

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 15 novembre 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Una delle cose più importanti che gli ultimi movimenti valutari hanno confermato è che i fondamentali contano. L’euro è crollato al minimo da giugno 2020 poiché la Banca Centrale Europea è una delle banche centrali più caute. In un momento in cui le banche centrali di tutto il mondo stanno facendo grandi passi per normalizzare la politica monetaria, la Presidente della BCE Christine Lagarde ha affermato che delle misure di inasprimento ora causerebbero più danni che benefici. Il cambio EUR/USD è in calo da questa estate. Sebbene la BCE abbia ridotto il PEPP, è ormai più che chiaro che si trova in una posizione molto più arretrata in materia di aumento dei tassi rispetto a Federal Reserve, Bank of England, Bank of Canada e Reserve Bank of New Zealand. 

Non solo i dati economici sono stati misti, ma la Germania, la principale economia della zona euro, sta vivendo una forte quarta ondata di COVID-19. I nuovi casi sono ai massimi record e i ministri della sanità stanno chiedendo un ritorno delle restrizioni. Durante il weekend, Amsterdam ha annunciato un nuovo lockdown per far scendere il tasso dei contagi e molti investitori si stanno chiedendo se Austria e Germania seguiranno a ruota. In ogni caso, i timori sul COVID-19 in Europa potrebbero scoraggiare le attività sociali come andare a cena fuori, assistere a concerti o partite. La prospettiva di un inverno duro in Europa conferma le previsioni caute della BCE e giustifica il forte sell-off del cambio EUR/USD di oggi.  

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I dati di martedì sulle vendite al dettaglio USA sono tra i dati più importanti della settimana una lettura forte potrebbe far crollare il cambio EUR/USD a nuovi minimi di 16 mesi. L’inflazione è stato uno dei fattori per la normalizzazione della politica, e nonostante i banchieri centrali abbiano più volte ribadito che si trattasse di un problema “transitorio”, si tratta di un problema con una durata maggiore del previsto. L’aumento delle auto e dei carburanti dovrebbe spingere la spesa. I costi dei trasporti sono aumentati, i generi alimentari sono aumentati ed i prezzi della benzina sono al massimo di sette anni. Escludendo auto e benzina, la domanda potrebbe essere cresciuta in maniera più modesta in quanto l’aumento degli stipendi ha subito un rallentamento. I dati sulle vendite al dettaglio di questo martedì potrebbero avere un impatto significativo sull’euro e sulle altre principali valute.

Per la sterlina sarà una settimana intensa, con il rilascio dei dati sul lavoro e sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito. Martedì saranno rilasciati i dati sull’occupazione, la prima lettura dalla fine del programma di cassa integrazione. Ci si aspetta un rallentamento della crescita dei posti di lavoro, ma il tasso di disoccupazione potrebbe migliorare. Se i dati dovessero migliorare in vista del report sull’inflazione di mercoledì, potremmo vedere dei forti rialzi per la sterlina contro EUR, JPY e CHF

Le migliori valute della giornata sono state il dollaro australiano e quello canadese. AUD e NZD sono stati sostenuti dai dati cinesi positivi sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale. Nonostante i prezzi del petrolio siano scesi, il dollaro canadese è stato sostenuto dai dati sull’inflazione e dall’aumento dei tassi della Banca del Canada per il prossimo anno. Lo yen è andato in selloff contro le principali valute tranne il franco svizzero dopo i dati deludenti sul PIL del terzo trimestre. L’economia si è contratta dello 0,8% contro il previsto calo dello 0,2%. Il governo nipponico dovrebbe offrire ulteriori stimoli fiscali sotto forma di fondi ai minori di 18 anni, riduzioni delle tasse e sussidi ai caregiver.

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