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Lo stop del gas russo alimenta l’inflazione e spinge ad alzare i tassi di interesse

Pubblicato 06.09.2022, 16:29
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • La BCE dovrebbe optare per un aumento da 75 punti base questa settimana
  • L’impennata dell’occupazione USA mantiene le pressioni sulla Fed
  • Nuovo governo britannico alle prese con inflazione, recessione ed energia

Gli investitori ora si aspettano che la Banca Centrale Europea alzi i tassi di 75 punti base quando il consiglio direttivo si incontrerà questa settimana, dopo che l’inflazione nella zona euro ha toccato il record del 9,1% e la Russia ha espresso l’intenzione di avvalersi delle consegne di gas naturale come strumento contro le sanzioni UE.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ieri ha infatti dichiarato che Gazprom (MCX:GAZP) non riprenderà i flussi di gas nel Nord Stream 1 verso la Germania fino a quando l’Occidente non cancellerà le sanzioni imposte dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina. La Russia sta ancora inviando gas in Europa tramite altri gasdotti, ma la riduzione sta comportando bruschi aumenti dei prezzi degli energetici. A questo punto, i funzionari europei non si fanno illusioni sulle intenzioni di Mosca.

Sebbene vari governi USA avessero messo in guardia l’Europa dai pericoli di fare affidamento sul gas russo, i leader europei avevano scelto l’accondiscendenza e, sotto la guida della storica Cancelliera tedesca Angela Merkel, avevano persino portato avanti il piano della costruzione di un secondo gasdotto russo sotto il Baltico, poi fermato.

Ora la BCE sarà costretta ad un aumento dei tassi persino maggiore del sorprendente rialzo di 50 punti base di luglio, con i prezzi degli energetici sempre più alti che alimentano un’inflazione da record e spingono i policymaker ad essere più interventisti. La crisi del costo della vita sta spingendo i governi europei ad adottare costose misure di aiuto per consumatori ed imprese.

Joachim Nagel, capo della banca centrale tedesca e importante voce nel consiglio della BCE, dopo il report sull’inflazione della scorsa settimana chiede un aumento dei tassi maggiore a settembre ed ulteriori rialzi nei prossimi mesi.

È stata Isabel Schnabel, membro tedesco del consiglio esecutivo della BCE, (e non la Presidente Christine Lagarde o il capo economista Philip Lane) ad esprimere le intenzioni della BCE al simposio di Jackson Hole ad agosto, suggerendo che i falchi tedeschi sono in ascesa nel determinare la politica monetaria della banca. Ha affermato che la banca centrale della zona euro intende rischiare una recessione se necessario per domare l’inflazione.

I policymaker della BCE stanno imparando che i modelli predittivi sviluppati in tempi più tranquilli non sono affatto predittivi in un mondo devastato dalla pandemia e dal conflitto armato più importante in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

I loro colleghi della Federal Reserve stanno giungendo a conclusioni simili. Gli investitori stanno ancora assimilando il discorso del Presidente della Fed Jerome Powell a Jackson Hole, che ha abbandonato le idee iniziali di un’inflazione transitoria e di un atterraggio morbido per l’economia per parlare di un incessante inasprimento monetario per combattere l’inflazione.

Il report sull’occupazione USA di agosto ha mostrato che l’economia ha aggiunto 315.000 posti di lavoro non agricoli, in significativo calo dai 526.000 di luglio, ma ancora un fattore di inflazione in quanto la carenza di lavoratori fa salire gli stipendi. La politica della Fed cercherà di frenare la crescita dell’occupazione a meno che non ci sia una vera contrazione dell’economia, ma i policymaker opteranno per la cautela se l’inflazione dovesse restare alta.

Nel Regno Unito, il Partito Conservatore ha scelto il Segretario degli Esteri Liz Truss per sostituire Boris Johnson come leader del partito e primo ministro. La notizia di ieri della sua vittoria contro l’ex Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak sarà seguita oggi dalla nomina ufficiale da parte della regina Elisabetta II e dalla presentazione del gabinetto.

Il Regno Unito ha davanti molti degli stessi problemi legati all’inflazione dell’UE, esacerbati da una raffica di scelte politiche compiute dalla leadership di Johnson. Truss non è stata chiara circa la sua idea a proposito dell’indipendenza della Banca d’Inghilterra (e anche su molte altre questioni), quindi resta da vedere come gestirà le cose il suo governo.

I tagli alle tasse sono l’aiuto più immediato nella sua agenda, mentre gli economisti prevedono una recessione già da quest’anno. Truss ha anche promesso di occuparsi dei bruschi aumenti dei prezzi degli energetici e di intervenire per garantire le forniture future.

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durante la grande recessione, ci si accorse che i modelli econometrici predittivi non funzionavano più, perchè ci si accorse che le misure convenzionali, saggi d'interesse in primis, non riuscivano più a pilotare l'economia in una situazione di straordinaria amministrazione: furono varati strumenti non convenzionali di politica monetaria. Questi strumenti tuttavia sono stati testati solamente per una politica monetaria espansiva portando tuttavia il sistema in overshooting. Oggi ci si ripropone il problema: questi modelli econometrici e queste misure non convenzionali riusciranno anche per una politica monetaria restrittiva? Si immagina che quando Powell e Lagarde parlavano di inflazione transitoria avevano maturato il tutto ascoltando i propri uffici studi e ricerca, non credo fossero tanto sprovveduti. Viene del tutto evidente che quei modelli non funzionano, ed è un bel problema perchè si procede a fari spenti: la recessione potrebbe sfuggire di mano.
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