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Che la prima parte di quest’anno sia stata negativa è fuori discussione, il quarto peggior inizio di anno della storia. Qui sotto ho riportato le performance per Asset Class da inizio anno, praticamente tolte le materie prime, tutto il resto è in perdita dal 10% al 25% circa a seconda della categoria.
Abbiamo tuttavia anche detto che nei 3 anni peggiori di sempre (questo è il quarto) il mercato ha sempre performato bene nella seconda metà dell’anno. Dal momento che tuttavia di certo a questo mondo non c’è nulla (o quasi), non possiamo basarci solo su queste statistiche e dati per approcciare ai nostri portafogli nei prossimi mesi.
L’incognita trimestrali
Un altro fattore che infatti potrebbe incidere nel breve termine, oltre alle Banche Centrali, al conflitto ed all’inflazione, sono le prossime trimestrali.
Arrivano infatti in un momento delicato, dove una fase di debolezza eccessiva potrebbe spaventare ancora di più gli investitori e cominciare a far vendere anche i più temerari che avevano resistito fino ad oggi.
Se guardiamo infatti il grafico sopra, è netta la divergenza tra sentiment degli investitori e margini delle aziende. Questa divergenza prima o poi dovrà chiudersi da qualche parte, perciò le cose sono due:
Tutto questo lo sapremo a partire dal 14 luglio, quando inizieranno le trimestrali americane (come sempre parte il settore bancario) che potete seguire sul nostro Calendario Economico.
Come approcciarsi da qui a fine anno
Dal momento che nessuno ha la sfera di cristallo, il modo migliore per approcciare momenti come questi, specie se davanti non si hanno lunghi orizzonti temporali (cosa che sarebbe consigliata) è quella di prepararsi due tipologie di scenari differenti, un worst case ed un best case.
Nel primo caso, quello peggiore, dal momento che l’indice americano principale S&P 500 è sotto del 19.8% circa, si potrebbe preparare il portafoglio per un calo fino al 35% (quindi già sapere come comportarsi a livello di asset allocation tattica e strategica e riposizionamenti o ribilanciamenti vari). Questo perché il calo nel periodo Covid, è stato circa di questa entità, quindi si potrebbe prezzare un Drawdown prudenziale ulteriore e muoversi di conseguenza.
Nel secondo scenario invece, si potrebbe ipotizzare un recupero dell’indice intorno al 15%, questo perché nei 3 casi peggiori menzionati sopra, abbiamo avuto i seguenti recuperi:
Ecco quindi che in caso di rimbalzo, tararsi sul peggiore dei tre prudenzialmente potrebbe essere un valore credibile (se poi dovesse riprendere i vecchi ATH tanto meglio).
Anche a livello grafico (vedi sotto) un calo di entità stile Covid porterebbe l’indice S&P 500 al livello di 3200 punti circa, da cui era partita di fatto (dopo un doppio minimo) una forte ripresa fino ai massimi precedenti.
In ogni caso, agire sempre con umiltà sapendo che non possiamo prevedere assolutamente nulla, perché di fatto è proprio così.
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"
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