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Morning adviser, alla faccia della crisi!

Pubblicato 09.05.2013, 08:34
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Eh sì, guardando i grafici degli azionari mondiali sembra proprio che la crisi non ci sia e che non debba essere scontata nei prezzi.

Ieri abbiamo infatti avuto nuovi massimi assoluti su S&P500, Dow Jones e Dax, con la altre borse che hanno raggiunto massimi relativi, mostrando così come l’appetito per il rischio si stia concentrando soprattutto verso la ricerca di rendimenti legati a quello che dovrebbe rappresentare l’andamento reale delle aziende quotate, ma che assomiglia sempre di più a un qualcosa che si muove a rialzo grazie alla grande quantità di moneta che si sta mettendo in circolazione.

Il detto, seguito alla lettera da qualcuno, che recita “Sell in May and go away” per il momento non è stato verificato, e se continuiamo così è possibile che si debba attendere ancora prima di vedere correzioni significative.

I supporti principali da seguire risultano essere il fatidico 1,600.0 per lo S&P500, livello sul quale passano la media mobile a 21 periodi giornaliera ed i punti statici di resistenza precedenti, l’area compresa tra 14,820 e 14,870 per il Dow Jones (stessi riferimenti tecnici del cugino appena visto) e un’ampia area che si sviluppa tra 7,870 e 8,070 per il Dax.

Fino a quando questi livelli non verranno oltrepassati, possiamo attenderci scenari che vanno dalla lateralità di accumulo/distribuzione sui massimi a nuovi tentativi di rotture rialziste, che fino a quando le politiche monetarie rimarranno in essere secondo quanto visto fin’ora, sono tutt’altro da escludere.

Il fatto che i rendimenti degli obbligazionari stiano scendendo ci testimonia come gli investitori stiano, piano piano, spostando i propri centri valutativi verso il rischio (anche se gli spread tra Paesi periferici e Paesi core dell’area euro rendono comunque interessanti degli investimenti sui rendimenti maggiori, soprattutto sul breve periodo).

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Sul fronte valutario non possiamo non notare l’ennesima prova di forza della moneta unica europea, che si è dimostrata ancora correlata al movimento della sterlina.

Dopo dei tentativi di discesa sulle resistenze viste in mattinata abbiamo assistito infatti ad una rapida risalita, in grado di pulire tutti gli ordini di stop loss posizionati sopra i massimi relativi di periodo e di andare a sfiorare quota 1.3200, pur essendo stati tagliati i tassi di interesse e pur costando (in termini di rollover) mantenere posizione lunghe sull’EurUsd in overnight.

Un’ultima nota sul dollaro australiano, prima di passare ai livelli tecnici, in quanto questa notte ha dato ulteriore prova di come esso sia pronto a muoversi e reagire (soprattutto nel breve periodo) a notizie e dati macroeconomici.

La pubblicazione del tasso di disoccupazione inferiore sia rispetto al precedente che alla attese (entrambi a 5.6%), al livello di 5.5%, ha portato a forti acquisti di Aussie, in grado di guadagnare terreno fino ad essersi riportato sopra le resistenze che stavamo curando.

Anche il CPI dalle Cina, rilasciato a 2.4% (contro attese di 2.3% ed un precedente 2.1%) ha aiutato il movimento, in quanto la Cina, per il momento, ha visto una frenata nella discesa dei prezzi, buon segnale per la crescita sostenibile che sta cercando.

EUR/USD
La rottura di 1.3140 ha fatto raggiungere a step i livelli di target ipotizzati in caso di rottura (1.3160, 1.3175 in estensione, oltre il quale valutare approfondimenti verso 1.3190) Ora stiamo consolidando all’interno di una figura a triangolo con base statica e sopra la media mobile a 21 periodi oraria, che potrebbe fungere da supporto dinamico. Ci troviamo comunque di fronte ad una congestione creatasi nella notte tra 1.3150 e 1.3170, che potrebbe essere sfruttata dai trader di breve per prendere accelerazioni da una parte o dall’altra, che possono estendersi per una strada pari all’altezza della stessa. In caso dunque di rottura ribassista, occorre considerare il fatto che il mercato possa avvicinarsi a quel 1.3140 studiato ieri, senza che le rotture diventino definitive. Un movimento del genere farebbe arrivare i prezzi sulla parte bassa del possibile canale di correzione a bandiera, passante sopra la media a 100 e qui si potrebbero palesare buone opportunità di acquisto di euro, per tornare verso i massimi (tenendo conto che un ritorno sotto 1.3110 (punti precedenti e media a 100 oraria) potrebbe spingere verso 1.3065. In caso di rottura rialzista è possibile invece attendersi il tentativo di raggiungimento dell’area di 1.3190, dove si comincerà a valutare potenziali rotture rialziste verso l’ultimo confine di 1.3250 (in questo caso, attenzione a potenziali divergenze ribassiste in formazione).

USD/JPY
L’area passante tra 98.50 e 98.75 si è rivelata di grande importanza dal punto di vista del contenimento dei tentativi di discesa del UsdJpy. Siamo ancora all’interno del canale ribassista, ben individuabile su un grafico orario, ed il fatto che i prezzi non riescano a formare nuovi minimi ci sta dando un’indicazione di come il momentum della correzione stia svanendo. Quest’idea verrà meno soltanto in caso di superamento ribassista di 98.60, che potrebbe portare a visitare la parte bassa del canale, passante per 98.40 e coincidente con l’ultimo spike significativo prima della congestione di inizio maggio, che ha poi portato alla salita fino a 99.50. In caso di tenuta dei supporti di breve invece è possibile attendersi il raggiungimento dell’area di resistenza che passa tra 99.15 e 99.25, che se superata può aprire le strade verso 99.30/40.

EUR/JPY
Lateralità sul cross, che ha trovato un’ottima resistenza a 130.40 e dei buoni supporti passanti per 129.70. Un superamento ribassista di questi, non dovrebbe produrre discese sotto 129.50 (estendibile fino a 35), livelli dove è possibile ipotizzare acquisti di euro. Se rotto l’ultimo livello indicato, si potrebbe assistere invece al tentativo di rottura ribassista degli ultimi minimi passanti per 129.00. Un superamento rialzista di 130.15 potrebbe portare a tentativi di rottura delle resistenze, che fino a quando non supereranno i massimi precedenti in area 70, non saranno da considerare come definitive.

GBP/USD
Situazione simile a quella dell’euro sulla sterlina, con la EMA21 oraria che sta funzionando da supporto dinamico e con 1.5550 che rappresenta la prima resistenza sulla quale cercare eventuali rotture. La congestione della notte può essere lavorata con ordini OCO ed i livelli da tenere in considerazione per eventuali accelerazioni di volatilità possono essere rappresentati da 1.5570 a rialzo e da 1.5515 a ribasso (fino a quando siamo sopra questo, si possono considerare acquisti di pound).

AUD/USD
Buoni i livelli visti sul dollaro australiano ieri, ed ora ci troviamo tra 1.0220 e 1.0250. Questi possono essere sfruttati per lavorare sulle rotture (con proiezioni pari all’altezza della congestione) con l’area di 1.0200 buon supporto e 1.0270 primo punto di resistenza.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst



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