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Morning adviser, borse esuberanti

Pubblicato 17.01.2014, 09:42
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Matteo Paganini, 17 gennaio 2014

INTRO

Il dollaro si mantiene su posizioni di forza e le borse americane anche. L’euro non riesce a trovare una direzionalità ben precisa, pur rimanendo sostanzialmente sostenuto contro il biglietto verde (come la sterlina), lo yen rimane su livelli di attenzione nell’ottica di poter assistere a nuovi tentativi di discesa nel medio periodo, così come il dollaro australiano. Questo il quadro che apre l’ultimo giorno di trading della settimana.

Inflazione USA: come da attese

Ieri abbiamo deciso di seguire in un appuntamento di trading dal vivo anche la pubblicazione dei dati sull’inflazione americana, in quanto essa rappresenta uno dei due fattori cui la Fed sta prestando attenzione al fine di decidere se dismettere completamente il piano di QE da 75 miliardi attualmente in atto. 2.5% la soglia minima da raggiungere, unitamente ad un tasso di disoccupazione pari al 6.5%. Ieri le attese si attestavano ad un CPI pari a 1.5% con un core CPI (con esclusione del paniere energetico ed alimentare) all’1.7% ed esse sono state rispettate in pieno, portando a reazioni di brevissimo periodo che non sono state in grado di far prendere direzionalità ai mercati, con il dollaro inizialmente venduto soprattutto contro yen, euro e sterlina, per poi assistere ad un consolidamento contro il primo e a ripartenze contro le valute europee. Anche le borse inizialmente hanno tentato delle discese che hanno soltanto fornito buone opportunità agli investitori intraday per acquistare gli indici americani su livelli di supporto, per cogliere dei rimbalzi all’interno dei quadri che per ora possono ancora essere considerati di correzione dopo le ripartenze cui abbiamo assistito tre giorni fa e che abbiamo avuto modo di commentare ampiamente.

Dati di oggi

Questo venerdì 17 sarà accompagnato dalla release di qualche dato macro che potrebbe, in assenza d’altro, portare un po’ di volatilità di brevissimo periodo. Si partirà questa mattina con le vendite al dettaglio inglesi, attese al 3.2% contro il precedente 2.3% che potrebbero portare a salite del pound in caso di dato positivo e viceversa. Si proseguirà poi con un salto diretto alle ore 15.15, quando sarà il turno della produzione industriale e manifatturiera americana, che dovrebbero mostrare un peggioramento (0.3% da 1.1% la prima, 0.3% da 0.6% la seconda) per arrivare all’indice di fiducia dell’Università del Michigan in pubblicazione alle ore 15.55, che potrebbe risultare il market mover più importante della giornata e che potrebbe portare a movimenti all’unisono del dollaro americano, a rialzo in caso di un dato positivo e a ribasso (non troppo contro il dollaro australiano) se il dato non dovesse risultare buono (attese a 83.5 vs precedente 82.5).

 

QUADRO TECNICO

EUR/USD: euro in contrazione con 1.35 ¾ a fungere da supporto e 1.36 ½ che ieri ha fornito degli ottimi spunti ribassisti (visti durante il nostro Trade The News sul dato). Siamo ora sotto le medie orarie che risultano impostate a ribasso, con la possibilità di assistere a tentativi di discesa verso i minimi che potrebbero prendere forza in caso di superamento di area 1.3595. Per assistere a tentativi di risalita occorre a nostro parere vedere superata l’area passante per 1.3635, che potrebbe riportare verso il 5° e far provare rotture verso 1.3680. Sotto 1.3665 il mercato potrebbe tentare nuovi minimi.

USD/JPY: dopo la discesa di ieri pomeriggio è stata ottima la tenuta dei supporti individuati sempre nel TTN passanti per 104.15. I prezzi hanno consolidato tra qui e 104.50 ed è ora possibile sfruttare questa compressione per pensare ad ordini oco per cercare di prendere rotture da una parte o dall’altra per evoluzioni pari all’altezza della figura a rettangolo formatasi. In caso di ripartenza a rialzo sarà molto importante a nostro parere ragionare sull’area passante per 104.70, che se superata potrebbe lasciare spazio a nuovi massimi.

EUR/JPY: situazione confusa sul cross, che sta consolidando sotto le medie orarie che però risultano ancora impostate a rialzo. L’idea di attendere delle rotture prima di impostare qualsiasi tipo di operatività in limit ci sembra la migliore. Curiamo, pur non essendo di fronte ad ottimi risk reward, 142.25 per 142.50 e 75 e 141.70 per 141.40 e 15.

GBP/USD: cable sotto la media a 21 oraria che potrebbe cominciare a fare da resistenza di breve ma che potrebbe anche lasciare spazio a tentativii di risalita che fino a quando non dovessero superare area 1.6360 potrebbero essere considerati come potenziali opportunità per pensare a vendite di pound, tenendo conto che un ritorno sopra area 1.6370 potrebbe portare a tentativi di raggiungimento dei massimi che se superati di una quindicina di punti potrebbero lasciare spazio a tentativi di salita verso 1.6415.

AUD/USD: dopo la “morte dell’australiano”, come l’abbiamo definita ieri mattina qui al DailyFX, le aree di resistenza individuate dai primi punti statici di tentativo di ripartenza e dal passaggio della media a 21 oraria hanno tenuto ed ora i prezzi stanno congestionando sotto questi livelli. Su un 4 ore siamo in presenza di una divergenza rialzista sporca che potrebbe accompagnare le quotazioni verso 0.8870 soltanto in caso di ripartenze oltre 0.8835, mentre in caso di tenuta delle resistenze orarie viste, che comandano in questo momento, è possibile attendersi dei tentativi di estensione dapprima verso 0.8780 ed in estensione 0.8765.

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