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Morning adviser, Draghi e la reazione dell’Euro

Pubblicato 03.10.2013, 09:51
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 3 ottobre 2013

INTRO

L’appuntamento con la BCE di ieri pomeriggio non ha deluso in termini di volatilità sull’euro e tutti i suoi cross, ora dobbiamo cercare di comprendere se esistano le condizioni per assistere ad ulteriori salite o meno.

La BCE e la sua creatura

Come scrivevamo ieri mattina, vi era una varietà di aspettative formatesi sul possibile interventismo da parte della BCE. C’era chi si aspettava un taglio di tassi e del corridoio, chi credeva nella messa in atto di nuove misure atte a migliorare le condizioni di liquidità e chi, come noi, credeva in un nulla di fatto e nell’utilizzo del solito wording a difesa della credibilità dell’istituto centrale. Ebbene, Draghi, durante la conferenza stampa, si è mostrato coriaceo e non si è sbilanciato in nessun modo ribadendo, oltre all’outlook economico che non mostra novità rispetto a quanto visto nello scorso appuntamento, come la BCE sia pronta ad intervenire con un ventaglio di diversi strumenti di politica monetaria non convenzionale (non soltanto LTRO) nel caso in cui dovesse rendersi necessario. Anche di fronte ad una domanda non banale come tante, posta da un giornalista circa l’articolo 219 del trattato di funzionamento del’Unione Europea, secondo il quale la BCE ha la facoltà di esprimere la propria opinione al Consiglio Europeo al fine di stabilire l’orientamento generale della politica di cambio, Draghi non ha sostanzialmente risposto limitandosi a ribadire come si stia agendo in linea con il mandato di difesa della stabilità dei prezzi. La reazione dell’EurUsd, come abbiamo ipotizzato in virtù dei livelli di supporto tenuti a partire dall’apertura di questa settimana, è stata da manuale e abbiamo assistito, a step, al raggiungimento di tutti gli obiettivi tecnici che si potevano individuare con la frenata nell’area compresa tra 1.3600 e 1.3620, dove cominciavano a passare diversi ordini di stop che ora sono stati puliti dai prezzi.

Cosa attenderci dunque?

Un nuovo strappo rialzista ovvero una correzione dei prezzi? Non è mai facile rispondere a domande del genere, ma proviamo a realizzare insieme una base di ragionamento. Che l’euro sia forte, crediamo non sia da mettere in discussione ed il fatto che siano stati raggiunti i livelli di resistenza che abbiamo ipotizzato ieri all’interno del nostro Trade The News (trading dal vivo sulla conferenza stampa) e sul forum DailyFX senza che essi venissero superati ci dà conferma di come gli ordini fossero effettivamente posizionati su quei livelli. Sopra di essi potrebbero essere catalizzate nuvole di ordini più importanti, sia di stop loss che di stop entry che, se colpiti, potrebbero portare ad accelerazioni rialziste. Come fare per capire la quantità di ordini presenti? Ci si può affidare, in casi come questi dove siamo in vicinanza di valori di prezzo importanti anche nel medio periodo e di fronte ad un mercato potenzialmente direzionale nel medio e direzionale nel breve, allo Speculative Sentiment Index (SSI), ovvero ad un indicatore proprietario di FXCM che mostra lo sbilancio dei trader su diverse coppie di valuta, in questo caso l’EurUsd. Bene signori, ci troviamo a -3.46, il che sta a significare che il 78% dei trader retail (non istituzionali) sono posizionati corti di euro, con ordini di stop sopra i livelli visti. Curiamo le correzioni per valutare eventuali punti di supporto importanti sui quali pensare a riprese di valore dell’euro e stiamo molto attenti in caso di avvicinamento alle resistenze. Questo il quadro principale che ci si può formare in testa dopo le reazioni analizzate durante tutta questa settimana, chiaramente, come diciamo sempre, facciamo trading su quello che vediamo e non su quello che crediamo di sapere, per cui scenari difensivi che prevedono di correre insieme al mercato in caso di superamento dei supporti più importanti debbono essere sempre e comunque tenuti a mente. Vediamo ora i livelli più importanti per la giornata.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: ci stiamo muovendo sopra la media a 21 oraria che insieme al livello di 1.3575 rappresenta una buona area di supporto da poter sfruttare per pensare ad acquisti di moneta unica europea, tenendo conto del fatto che un’eventuale discesa oltre 1.3560 potrebbe portare ad approfondimenti delle correzioni in atto, verso 1.3545 ed in estensione 1.3525. Dovessero tenere i supporti il mercato potrebbe tentare la strada vista in precedenza, con strappi oltre i massimi. Se questo fosse il caso, un superamento di 1.3635 potrebbe far tentare degli avvicinamenti di 1.3660, livello da curare per il raggiungimento di 1.3700.

USD/JPY: ci stiamo avvicinando ai punti di resistenza principali da seguire su un time frame orario, passanti tra 97.75 e 98.00, area dove passa la media mobile a 100 periodi e dove passano dei punti statici precedenti, individuabili in 98.10. Qui è possibile valutare eventuali acquisti di yen, tenendo conto che un superamento di 98.15 potrebbe riportare verso 98.40.

EUR/JPY: prima la discesa sui minimi di settembre e poi la risalita oltre 132.60 con il raggiungimento di 133.00. Siamo ora proprio su questi punti di resistenza con la possibilità di seguire la potenziale formazione di una divergenza ribassista in grado, se confermata, di portare a correzioni verso 132.50 area dove passano le medie orarie ed i punti precedenti. In caso di superamento di 133.20 è possibile attendersi tentativi di approdo in area 133.50.

GBP/USD: siamo arrivati sui massimi precedenti rimanendo sopra la media a 21 oraria. Non sono da escludere potenziali ridimensionamenti dei prezzi, che fino a quando non dovessero tornare sotto 1.6170 non dovrebbero essere, a nostro parere, considerati come definitivi (chiaramente riferendoci al medio periodo), da valutare operativamente a partire da 1.6210 che potrebbe portare al più importante 1.6190. Vogliamo segnalare il forte sbilancio visto sullo SSI (-4.13), che potrebbe portare a strappi rialzisti una volta suuperata area 1.62 ¾, con 1.6310/40 come area raggiungibile potenzialmente e all’interno della quale è possibile attendersi frenate in qualsiasi punto (un po’ come l’area tra 1.3600 e 1.3620 vista sull’euro ieri).

AUD/USD: continua la situazione di poca chiarezza tecnica sul dollaro australiano, per cui curiamo l’eventuale rottura della congestione tra 0.9375 e 0.9400 per assistere ad aumenti di volatilità che potrebbero estendersi per circa un quarto di figura. L’idea di attendere per qualsiasi tipo di operatività al fine di valutare meglio i livelli di prezzo che potrebbero attirare degli ordini potrebbe non essere malvagia.

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