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Morning adviser, Euro immortale

Pubblicato 24.01.2014, 09:31
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Davide Marone, 24 gennaio 2014

INTRO

Il quadro va dunque completandosi: se martedì avevamo assistito nel mercato valutario a forti movimenti che avevano riguardato yen e dollaro australiano e mercoledì invece i flussi di liquidità si erano concentrati su sterlina e dollaro canadese, è stato ieri finalmente il turno dell’euro e specularmente del franco svizzero, i grandi assenti fino a quel momento. Sotto i riflettori per la verità si sono trovate anche le Borse e l’oro, mentre sul fronte obbligazionario il Bund prosegue la sua corsa.

Euro immortale

Per quanto decontestualizzata da un punto di vista lessicale, l’apposizione “immortale” ci sembra piuttosto calzante per la moneta unica. Gli elementi per attendersi buone discese dell’euro, focalizzandoci nel suo rapporto con il dollaro americano, erano di diversa natura: da un punto di vista tecnico, ci trovavamo all’interno di una figura di correzione inserita in un percorso discesista dai massimi di fine 2013, che graficamente si poneva come preparatoria a rotture ribassiste verso le nuove aree di supporto. Da un punto di vista di aspettative, le crescenti attese circa imminenti ulteriori manovre di allentamento da parte della Banca Centrale Europea (con tutti i limiti che solo questa bizzarra banca centrale ha) e nel contempo attese manovre di tightening sul fronte Fed, invece ci restituivano un quadro logico sensato in materia di deprezzamento di moneta unica. Ancora, dal punto di vista del legame con gli indicatori economici, le release riguardanti l’Eurozona sono tutt’altro che lusinghiere e ieri se ne è avuta ennesima dimostrazione: è vero i PMI della Francia sono stati appena al di sopra del consensus così come quello dell’area euro nel suo complesso, ma da controaltare si è rivelato negativo quello della Germania ; il dato agghiacciante resta però quello relativo alla disoccupazione che ha visto un peggioramento persino in Olanda (8,5% vs 8,3%exp e 8,2%prec) paese dell’area core, ma soprattutto si è attestato al 26% in Spagna. Di per sé quest’ultimo è un dato veramente impressionante per la sua portata negativa in quello che da molti è definito un paese sulla via del recupero. A voi le riflessioni circa quest’assurda antitesi. Ebbene, l’euro ci ha ancora una volta stupito, o meglio, non ha stupito noi che restiamo ben consapevoli che a queste condizioni la moneta unica manterrà paradossalmente ancora una posizione di forza relativa, bensì coloro i quali cercano, e per carità giustamente, di intraprendere ragionamenti sensati e razionali circa l’andamento del valore dell’euro. In un momento in cui, e questo e ben sotto la luce del sole, quasi ognuna delle major viene svalutata essenzialmente per l’azione della rispettiva banca centrale, capire perchè l’euro si mantenga ancora sostenuto diviene piuttosto facile. Le valute che restano relativamente forti sono, oltre al franco svizzero per un logico legame con l’euro,  la sterlina ed il dollaro neozelandese, ma lì le motivazioni appaiono abbastanza ragionevoli: nel primo caso, i miglioramenti sul fronte macro per quello che concerne il Regno Unito sono evidenti e giustificano una sterlina sostenuta che aiuti a contenere i costi di importazione e d ancorare le aspettative di inflazione, e condizioni simili si ravvisano per il secondo con una banca centrale che addirittura contempla un rialzo del tasso di riferimento. Ci duole dirlo, ma il valore dell’euro è a queste condizioni giustificato, motivo per cui definirlo immortale è tutt’altro che un parossismo.

Dollaro giù e Borse idem

Questa correlazione appare ormai abbastanza chiara. I ribassi della mattinata di ieri del greenback contro euro apparivano più come univoci acquisti di quest’ultimo, per poi rivelarsi invece propedeutici a vendite generalizzate di biglietto verde via via susseguitesi contro sterlina, franco svizzero, yen e naturalmente dollaro australiano. In particolare quest’ultimo ha messo a segno nuovi minimi questa notte sulle parole di Ridout della RBA il quale avrebbe affermato che il fair value del cambio Audusd sarebbe 0,80 e  ha posto un warning circa i pericoli relativi al settore bancario in Cina. I listini europei dopo iniziali timidi acquisti, hanno poi virato in negativo e sono precipitati in scia a quelli d’oltreoceano, con l’S&P in particolare che è ritornato sui supporti in area 1.820 punti per poi tentare dei recuperi non andati oltre però quota 1.830. Gli scricchiolii sulle Borse appaiono evidenti e da un punto di vista tecnico, come riscontrabile su ampi time frame, sono possibili ancora discese che non ascriviamo naturalmente a quei crolli strutturali che è lecito attendersi quando le condizioni generali del mercato cambieranno e la bolla dovrà sgonfiarsi. Quest’oggi il calendario macro è piuttosto scarno e il focus può ancora restare sul Canada, con le release sul CPI delle 14,30, e la volatilità potrebbe tornare a comprimersi favorendo dei consolidamenti dei movimenti apprezzati ieri.

 

QUADRO TECNICO

EUR/USD: attivata dunque la divergenza regolare rialzista tra prezzo e oscillatore stocastico sul grafico giornaliero. Le decise rotture rialziste di ieri lasciano pensare ad un quadro tecnico che può ancora privilegiare salite del cambio, le cui correzioni sono da considerare verosimili non oltre l’area di supporto a 1,3650, con 1,3665 come precedente punto di valutazione. Le ripartenze si porrebbero nell’ottica di ripresa dei massimi in area 1,37, con 1,3730 come livello di resistenza statica successivo. Difficile pensare a break ribassisti che sarebbero comunque operativamente da contemplare non prima del cedimento dell’area del pivot daily a 1,3640, con 1,36 come primo riferimento.

USD/JPY: forte ribasso dunque anche per il cambio, anch’esso recentemente intrappolato all’interno di una nervosa congestione. Il grafico orario del cambio mostra, visto il doppio minimo cresente, delle potenzialità di rialzo che vanno prese in considerazione a partire dal superamento di 103,50 verso 103,90 in primis e 104,10 poi. La tenuta invece proprio di 103,50 offrirebbe un buon rapporto rischio/rendimento per un ritorno sui punti di minimo con il riferimento importante di 102,85.

EUR/JPY: cross ancora “combattuto” da movimenti assolutamente speculari dei due cambi originali. La congestione osservabile ieri è stata solo violata dall’anticipazione dei movimenti del dollaro americano con rotture solo velleitarie sopra 141,90 con il rientro poi nella lateralità e l’ottima conferma del supporto sulla soglia di 141. Quest’area è ancora favorevole per acquisti verso, ancora una volta, 141,90 ma se il raggiungimento di questo livello dovesse scontrarsi con le prime resistenze in area 141,6, la potenzialità di vedere rotti i supporti per storni fino a 104,50 diviene piuttosto verosimile. 142,50 resta invece il riferimento al rialzo per break rialzisti meno probabili.

GBP/USD: a gonfie vele dunque la divergenza inversa rialzista che seguivamo da alcuni giorni e il cui segnale è già stato ampiamente attivato. Sui time frame più ridotti l’impostazione resta assolutamente rialzista e di buona precisione appare il canale bullish tracciato a partire da area 1,6320 che ha dato il la alla partenza di forti acquisti.  Il grafico orario evidenzia l’estrema precisione della media mobile a 21 periodi da supporto dinamico e suggerisce acquisti ancora in area 1,6610 verso l’importante livello di 1,6660. Cedimenti sotto il pivot daily potrebbero suggerire delle vendite che però sono da considerare limitate al raggiungimento dei supporti precisi a 1,6560 e in estensione a 1,6530, area di confluenza di supporto dinamico e media mobile a 100 periodi.

AUD/USD: continuano senza soluzione di continuità le vendite di dollaro australiano, su nuovi minimi. Il grafico orario mostra grande chiarezza, con la perfetta sinergia di media mobile a 21 e 100 periodi, con il preciso crossover ribassista e l’ottimo accompagnamento della prima sul movimento al ribasso.  Il supporto di riferimento è posto in area 0,8630/50 e potrebbero partire in area 0,87 delle prime correzioni verso 0,8730 che dunque diventa un nuovo punto per vendere, così come il soprastante 0,8750. Il target resta quello individuato.

Ger30 (Dax): estremamente precisa la price action dell’indice tedesco. La divergenza regolare ribassista giornaliera è stata più che confermata e la rottura del supporto della congestione a 9.675 è stata accademica verso area 9.600 punti. Fisiologiche le correzioni che però potrebbero esaurirsi proprio a 9,675 da dove, complice l’ottimo RR, si può ripensare a delle vendite per la ripresa dei minimi di ieri e del target di riferimento a 9.550 punti. Un superamento al rialzo di 9.675 ascriverebbe il movimento di ieri ad una bella falsa rottura con la possibilità dunque di riapprezzare velocemente le aree di massimo.

XAU/USD (Oro): grande movimento sull’oro che, dopo aver rotto al rialzo l’area di 1.240 ha effettuato precisi e prevedibili movimenti verso 1.250 per poi esplodere, in scia alla vendita diffusa di dollari americani, fino alla cruciali resistenze a 1.668 dollari l’oncia. Il pattern daily discesista si è quindi infranto sull’area di supporto e, se le correzioni non dovessero andare oltre area 1.250/55, è lecito attendersi ripartenze al rialzo verso 1.280 e 1.296. Sul grafico orario si nota bene come il livello di 1.257 possa essere un buon punto di rimbalzo verso i punti di massimo, ma se cedesse potrebbe portare a livello di 1.250 (1.248) dove riflettere su prese di profitto e ripartenze rialziste.

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