Morning adviser, grazie Draghi

Pubblicato 06.12.2013, 08:56
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 6 dicembre 2013

INTRO

Non da parte dell’Europa certamente, che si ritrova questa mattina con un euro vicino a 1.3700, ma da parte nostra che vedevamo l’euro in rialzo di fronte all’ennesimo nulla di fatto da parte dell’istituto di Francoforte.

Evasione sulle domande piccanti

Il buon Draghi, come ci piace definirlo oggi, ieri ha dato dimostrazione di come la Banca Centrale Europea abbia deciso di rimanere sulla linea del non interventismo almeno fino a quando i dati macroeconomici non saranno disastrosi per l’area euro. Vero che si è dichiarato di aver pronti tecnicamente tutti gli strumenti non ordinari necessari per intervenire, ma questo significa rincorrere un problema, non cercare di risolverlo anticipando l’interventismo, che anche se dovesse arrivare, sarebbe in gravissimo ritardo. E questo è un fenomeno tipico della BCE, ancora quando Trichet andava ad alzare i tassi per combattere un’inflazione importata, e non vogliamo credere che non sapeva a cosa fossero dovute le pressioni inflazionistiche, non si arriva al vertica della BCE se si è incompetenti, o forse sì (leggasi incompetenti con la sfumatura di “pilotati”)? A parte questo, sulle domande più interessanti il presidente della BCE ha deliberatamente deciso di non rispondere, portando l’euro a salire dopo la discesa che aveva colpito la moneta unica europea, o meglio, dopo la salita che aveva interessato il dollaro americano contro tutte le major dopo la pubblicazione del Pil americano, uscito a 3.6% contro attese del 3.0% (la conferenza stampa è cominciata stranamente alle ore 14.35 anziché alle 14.30, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca). Nessuna luce su eventuali tagli sui tassi di deposito, anche se è stato dichiarato che se ne è discusso, e porte aperte ad un nuovo LTRO, che sembra essere la panacea di tutti i mali ma che va a sistemare soltanto i conti delle banche, se non vincolato al passaggio all’economia reale del denaro.

NFP: forti attese

Dopo i buoni dati rilasciati sul fronte macro americano, che hanno portato alla correzione ribassista delle borse (sì, avete letto bene, i dati sono buoni e le borse scendono a testimonianza del fatto che il tapering sia il centro di attenzione principale) oggi tutto il mondo sarà in attesa dei Non Farm Payrolls americani. In caso di dati superiori alle attese (185k), ci attendiamo una salita del dollaro americano con una discesa delle borse e viceversa. Andremo a seguire, come abbiamo fatto in maniera molto buona ieri sulla BCE, in diretta la pubblicazione del dato all’interno del nostro Trade the News.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: ci troviamo sopra l’area della media mobile a 21 periodi che potrebbe rappresentare un buon livello di supporto sul quale valutare eventuali salite della moneta unica, che sotto 1.3635 potrebbe essere considerata in situazione ribassista verso primi target che passano intorno a 1.3610. In caso di ripartenza verso i massimi, attenzione all’area passante per 1.3685, che se superata potrebbe portare ad estensioni verso 1.3725.

USD/JPY: superamento a rialzo della linea dinamica di resistenza individuabile su un grafico orario, con la media mobile a 100 ad i punti precedenti passanti per 102.50 (valutabili operativamente a partire da 102.30) che potrebbero fungere da resistenza sulla quale pensare ad acquisti di yen. In caso di ripartenza oltre 102.65 il mercato potrebbe tentare delle salite verso 102.85 e 103.00, mentre in caso di ritorno sui primi supporti passanti a 101.85 potrebbe essere possibile valutare tentativi di rottura che potrebbero prendere corpo oltre 101.60.

EUR/JPY: continua la lateralità sull’EurJpy che potrebbe tentare estensioni oltre i massimi da valutare soltanto in caso di ripartenza oltre 139 ¾, con l’area passante tra 140.00 e 140.25 che potrebbe far da attrazione per i prezzi ma che al contempo potrebbe determinare una frenata di essi, che soltanto sopra area 140.35 potrebbero estendere verso 140.70. Sotto 139.25 i prezzi potrebbero tentare delle estensioni verso i minimi di periodo.

GBP/USD: mercato che si trova sotto la media mobile a 21 periodi oraria che insieme a 1.6340 potrebbe fungere da resistenza sulla quale pensare a vendite di sterlina. In caso di ripartenza sopra 1.6365 potrebbe essere possibile valutare eventuali estensioni verso 1.6400, mentre in caso di discesa sotto 1.6285 il mercato potrebbe estendere verso area 1.6255, con il ¾ a fare da potenziale supporto.

AUD/USD: prezzi in consolidamento e che potrebbero tentare nuove discese nel caso in cui dovessero superare area 0.9030, con 0.90 come punto molto sentito e che se superato di oltre 30 punti potrebbe portare a discese decise verso 0.8930. Nel caso in cui le quotazioni dovessero invece superare area 0.9085 il mercato potrebbe tentare delle estensioni verso 0.9110.

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