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Morning adviser, movimenti forti e decisi

Pubblicato 13.12.2013, 09:08
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Davide Marone, 13 dicembre 2013

INTRO

Di certo si può dire tutto di questi  mercati, meno che non ci sia la volatilità. Quella che appariva latitante fino a qualche settimana fa, e che per la verità è stata molto ridotta per grossi porzioni di anno, si è manifestata nei fortissimi movimento delle Borse, dell’oro e delle commodities currencies. Ma facciamo un passo alla volta.

I Banchieri Centrali

E’ stata ieri significativa la profonda differenza che in qualche modo si è palesata tra due tra i più importanti banchieri centrali al mondo e cioè, Mario Draghi a capo della BCE e Glenn Stevens, Chairman della Reserve Bank of Australia. Mentre il primo ieri in un’audizione al Parlamento Europeo ha parlato dell’Unione Bancaria dell’Eurozona -  descrivendola come una colonna portante dell’integrazione europea nonché condizione necessaria per la stabilizzazione dell’Unione economica e monetaria, con l’urgenza di rompere gli assi nazionali e armonizzare ancora la governance – il secondo rilasciava una dichiarazione circa il fatto che l’economia australiano abbia assoluto bisogno di un cambio AudUsd a 0.85 e che l’auspicio è quello di un inizio del tapering da parte della Fed non troppo differito nel tempo. E così in un’Eurozona in una condizione economica devastante, con l’inflazione allo 0,9% è una disoccupazione al 12,3%, e che pure ieri ha fatto registrare l’ennesimo pessimo dato sulla Produzione Industriale negativa su base mensile (-1,1% vs +0,3 exp) e appena positiva su base annuale (+0,2% vs + 1,1% exp), il Governatore della sua Banca Centrale si perde ancora nell’ennesimo e stucchevole dibattito sulle banche già beneficiarie di un fiume di liquidità (due LTRO) e su tecnicismi ben poco interessanti quali l’inasprimento di Francoforte circa i bond governativi nella prossima Asset Quality Review sui bilanci delle banche quanto vi saranno gli stress test sui bond sovrani. Nel contempo il suo omologo dall’altra parte del mondo, sebbene con timing discutibile, parlava di una divisa domestica sopravvalutata e dannosa per l’economia di casa. Risultato: l’AudUsd è letteralmente crollato da 0,9050 a 0,8915 in meno di due ore (ovviamente vi erano ordini di istituzionali in vendita), mentre l’Eurodollaro se ne stava in cima alla sua folle quotazione di 1,38 provando solo delle lievi discese meramente legate ad acquisti generalizzati di dollaro americano e non andando comunque oltre il supporto cruciale di 1,3740. Penso che il messaggio sia arrivato.

Cosa stanno scontando i prezzi

Appariremmo banali se dicessimo che i mercati stiano provando a riflettere nei prezzi le aspettative circa il meeting della Fed di mercoledì prossimo, ma spesso ciò che appare scontato è anche verosimile. Queste aspettative vengono scontate per la verità in  maniera nervosa e tutt’altro che univoca, laddove alcuni movimenti vengono dettati talvolta da attese circa un verosimile taglio seppure marginale ai famigerati acquisti per 85 miliardi di dollari tra Treasury e MBS che la Fed sta portando avanti, talvolta da quella che appare come più probabile attesa per l’anno nuovo con, magari, il passaggio della patata bollente del tapering da Bernanke al suo successore Janet Yellen. Così le Borse sono nei giorni scorse scese in maniera significativa ma non copiosa, l’oro ha compiuto  un deciso movimento ribassista ma comunque tecnico e circoscritto ad un breve lasso temporale, e il dollaro si è rafforzato senza però sobbalzi clamorosi, eccezion fatta che contro il dollaro australiano. Decisamente più in linea con il quadro tecnico di fondo il rafforzamento del biglietto verde contro yen, che è tutt’altro che una novità, con il cambio UsdJpy che anche questa notte ha compiuto i massimi del 2013 approdando quasi a quota 104. Crediamo che, all’interno di un quadro generale che vede la sostanziale assenza di market mover, potranno esserci oggi delle correzioni a questi movimenti con il fondamentale lavoro di monitoraggio delle più importanti aree tecniche di supporto a 1,3740 per EurUsd e 0,8890 per AudUsd, di 1.215 per l’oro e di 1.775 per l’S&P500, tanto per citare gli strumenti più volatili. Ma per questo passiamo all’analisi dei livelli tecnici.

 

QUADRO TECNICO

EUR/USD: la divergenza ribassista regolare tra prezzo e oscillatore stocastico che seguivamo ieri mattina su time frame a 4 ore è andata a manifestarsi con discreti risultati fino alla cruciale area di supporto di 1,3740, nonché zona di transito della consueta media mobile esponenziale a 21 periodi. Da qui il prezzo si è arrestato per entrare nella tipica congestione notturna all’interno di un range di 15 pips, da poter sfruttare ai primi incrementi di volatilità con stop entry in acquisto sopra 1,3760 per rivedere le resistenze sopra 1,38, e in vendita sotto 1,3740 per la soglia di 1,37 e possibili estensioni a 1,3675.

USD/JPY: nuovi massimi dunque per il cambio che nella notte è arrivato a 103,90 ai massimi di quest’anno. Sul grafico giornaliero continua a prendere corpo la potenziale divergenza regolare ribassista che appare comunque non prossima al suo sviluppo, e che può essere valutata sul grafico a 8 ore in maniera più reattiva. Sul 4 ore, lo stesso oscillatore stocastico po’ risultare utile in interpretazione ciclica nel guidare movimenti di ribasso verso 103,40 in primis. Quest’ultima potrebbe essere un’area di pullback per riprese e ritorni verso 104 e 104,20 ma, se violata, potrebbe farci rientrare progressivamente verso 103,20 e 103.

EUR/JPY: ovviamente nuovi massimi anche per il cross, ancora guidato dalla forza di UsdJpy. Su 8 ore siamo in potenziale divergenza regolare ribassista e occorrerà, per questo, monitorare la formazione del prezzo su time frame più di breve. Un ritorno sotto 142,15 avvalorerebbe gli scenari ribassiti verso area 141,50 e 141, mentre una sua sostanziale tenuta rientrerebbe nell’ottica dei massimi per stop in pari con possibilità di restare dentro sugli eventuali break verso area 143,50.

GBP/USD: più controverso il cable che continua a mostrare segni di cedevolezza e a perdere terreno conto le altre major in termini di forza relativa, forte del primato che ha ricoperto nelle ultime settimane. Ci troviamo ancora in correzione ribassista, ben visibile su 4 ore, con la formazione di una buona area di supporto a 1,6320/30 per pensare ad acquisti e sfruttando buoni rapporti rischio/rendimento per stop sotto 1,63 e possibili raggiungimenti di 1,6375 in primis e area 1,6410 in secondo luogo. Sotto 1,64 si aprirebbero interessanti strade verso 1,6240 e 1,6215, livello del 38,2% di Fibonacci tracciato dal rialzo da 1,5850 fino ai massimi a 1,6470.

AUD/USD: movimento dunque clamoroso sul cambio, ancora all’interno in un grande canale discesista dal 23 ottobre. Il daily potrebbe palesare divergenza rialzista ma appare decisamente prematura, fermo restando al grande validità dell’area di supporto che vede in 0,8890 il suo limite inferiore. Gli acquisti in area 0,89 offrono perciò ottimo RR per la ripresa di 0,8990. Interessante è il grafico orario che mette in evidenzia la media mobile a 21 periodi come resistenza dinamica, da superare per le velleità rialziste. Un suo freno potrebbe consentire operazioni core per ripresa dei minimi e chance di lavorare in break ribassista verso il cruciale livello a 0,8850.

Ger30 (Dax): ancora sotto pressione l’azionario, con il Dax che ha mostrato una price action nervosa e livelli tecnici un po’ sporcati. Molto bella la figura di correzione ribassista dai massimi ben visibile sul grafico a 4 ore, con perfetto posizionamento delle medie mobili a 21 e 100 a fungere da resistenze dinamiche in concomitanza di resistenze statiche quali 9.090 me 9.120. Riferendoci alle medie mobili appare, su questo time frame, estremamente significativa la media mobile a 200 periodi che se violata, contestualmente ai minimi di ieri, potrebbe condurre a nuove vendite verso 8.890. Su grafico orario si possono valutare acquisti sopra area mm21 per 9.060, 9.090 e 9.120.  

XAU/USD (Oro): alti volumi e movimenti profondi quelli dell’oro, che ha rotto via via i vari supporto per visitare quello in area 1.224. Da qui le primissime correzioni da poter sfruttare in vendita a 1.230 per 1.224 e ritorno verso le aree di minimo a partire da 1.217, e in acquisto in area 1.235 per il 1.241, il 1.245 e il 1.250.

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