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Morning adviser, possibili breakout in vista

Pubblicato 21.01.2014, 09:12
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Davide Marone, 21 gennaio 2014

INTRO

La chiusura dei mercati Usa per il Marthin Luther King’s Day ha caratterizzato la giornata di ieri in termini evidentemente di liquidità ridotta il che ha portato alla creazione di fasi di congestione su gran parte dei cambi valutari, sull’azionario, sulle materie prime e sul Bund Tedesco. Congestioni che in alcuni casi si sono interrotte con l’inizio della sessione asiatica che si è rivelata ricca di spunti. 

La sessione asiatica

Chi opera sul mercato valutario, e non solo, sa che durante la notte il mercato continua a correre e che su certi rapporti di cambio in particolare si può assistere a movimenti degni di nota dettati naturalmente dall’apertura dei mercati di riferimento di alcune valute e dal rilascio di importanti dati macroeconomici. E’ questo il caso ad esempio del dollaro neozelendese che è stato interessato dai dati sull’Indice dei Prezzi al Consumo che sia su base trimestrale che su base annuale hanno registrato un miglioramento rispetto alle attese (rispettivamente a +0,1% vs -0,1% e +1,6& vs +1,5%). La valuta oceanica è stata peraltro interessata da rumours circa un possibile aumento dell’attuale tasso di riferimento del 2,5% nel prossimo meeting della Reserve bank of New Zeland del 30 Gennaio. Ad ogni modo il cambio NzdUsd è balzato dalla zona dei minimi relativi a 0,8250 fino alla ripresa delle resistenze comprese tra 0,8325 e 0,8340, e potrebbe proseguire in mattinata fino ad area 0,8360 in primo luogo laddove non dovessero partire flussi contrari in acquisto di dollari americani. Se l’ipotesi aumento dei tassi, in clamorosa controtendenza rispetto alle politiche delle più importanti banche centrali, dovesse acquisire sempre più verosimiglianza, il mercato potrebbe scontare tale aspettativa in maniera importante procedendo ad ampi acquisti di neozelandese che potrebbe, contro il dollaro americano, ripuntare alle aree di massimo a 0,8430 e pensare di superarle in direzione 0,8550. E’ invece ripreso l’indebolimento dello yen in coincidenza con l’inizio della due giorni di meeting del Board della Bank of Japan, in correlata concomitanza con la buona performance del Nikkei; meeting che si concluderà con l’annuncio di domani in materia di tassi (naturalmente invariati) e in materia di politica monetaria e soprattutto di stime dei vari parametri economici del Paese. In ultimo va segnalata l’iniziativa da parte della People Bank of China che ha iniettato liquidità nel mercato interbancario, ma non entriamo nella tecnicalità dell’operazione per evitare eccessivi ed inutili dettagli e ci limitiamo a dire che, ai fini della nostra operatività, ciò potrebbe ripercuotersi in maniera positiva per il dollaro australiano.

E l’euro?

L’eurodollaro appare in completa fase di attesa, laddove il driver per la moneta unica e che in parte ne spiega la sotto-performance , potrebbe essere legato alle aspettative del mercato circa manovre da parte della Banca centrale Europea in risposta, ad esempio, al recente aumento del tasso EONIA e dell’Euribor a 3 mesi. Manovre quindi allentative che potrebbero ancora favorire vendite di moneta unica nel breve termine, laddove già in passato l’euro è stato proprio una moneta di finanziamento a fronte di iniziative simili da parte della BCE. La correzione al rialzo di ieri, già stanotte andata a svilupparsi nell’atteso percorso ribassista, potrebbe avvalorare questa ipotesi e occorrerà perciò prestare grande attenzione alle aree di supporto a 1,35, fermo restando l’approccio conservativo consigliabile quando si tratta di lavorare su breakout ribassisti di un cambio come l’Eurodollaro.

 

QUADRO TECNICO

EUR/USD: partendo da un grafico giornaliero vale la pena segnalare e naturalmente seguire il potenziale sviluppo di una divergenza regolare rialzista tra prezzo e oscillatore stocastico. Stessa divergenza che ieri seguivamo sul grafico a 4 ore e che, come spesso accade, è andata in qualche modo ad arrestarsi sulla prima resistenza e sull’area della media mobile a 21 periodi a 1,3570 per ripartenze al ribasso sensate dal punto di vista della figura a flag che si può ben leggere in un grafico orario. I livelli di riferimento ora restano il pivot daily in ottica di supporto a 1,3540 e naturalmente l’1,3570 e potrebbe essere una buona idea operare in stop entry su eventuali rotture verso rispettivamente area 1,35 e 1,36 fermo restando una volatilità non eccezionale sul cambio.

USD/JPY: ancora una volta molto preciso il cambio. La fase ribassista incominciata il 16 gennaio si è arrestata perfettamente sul 50% di Fibonacci del precedente rialzo, per ripartenze al rialzo in rottura della confluenza di livelli statici e dinamici in area 104,10 e l’approdo verso 104,60. La media mobile esponenziale a 21 periodi sul giornaliero è sempre un’utile guida ai movimenti di prezzo. Possibili ora i ritracciamenti in area 104,40 per ripartenze long vero 104,90. Un rientro sotto 104 sarebbe invece propedeutico a vendite importanti verso 103,50.

EUR/JPY: sul grafico daily si osserva bene come tecnicamente ci troviamo ancora in fase di correzione dopo la conferma della tentua di area 104,50 quale ritracciamento al 38,2% di Fibonacci rispetto al rialzo del cambio dai minimi di inizio dicembre. Il canale discesista più di breve e visibile su grafico a 4 ore è stato violato al rialzo che ora potrebbe proseguire verso 141,90 e 142,50 in estensione, dopo possibili pullback in area 141,50 e, al massimo, 141,10. Sotto questo livello si potrebbe invece vendere verso i minimi a 140,50.

GBP/USD: il cable si trova ancora in una fase di attesa che risulta ancora poco chiara fin dal grafico giornaliero. La zona di congestione che si è venuta a creare vede l’area di 1,64 come supporto e l’area che va da 1,6445 a 1,6470 come resistenza. Anche in questo caso, laddove la volatilità del cambio resta contenuta, vale la pena di prediligere l’operatività in limit entry vista anche la regolarità della tenuta di supporto e resistenza. Eventuali strappi sono da contemplare fuori le aree descritte per obiettivi al rialzo verso 1,65 ed al ribasso verso 1,6350 in primo luogo e 1,6315 in secondo.

AUD/USD: solo segnali di correzione giungono dal cambio che è andato ora a riprendere le prime resistenze in area 0,8830, transito dell’ottima media mobile a 21 periodi sul grafico a 4 ore. Sull’orario si osserva bene come ci troviamo in perfetta correzione che proprio dall’area sopracitata suggerisce vendite verso i minimi considerato l’ottimo RR. Sopra 0,8830 si possono invece valutare acquisti verso il primo dei ritracciamenti di Fibonacci tracciati sull’ultimo ribasso importante per il cambio in area 0,8890.

Ger30 (Dax): congestione per il Dax che ha solo tentato violazioni al ribasso dell’ancora importante supporto e soglia a 9.700 punti. Sul daily per ora va solo monitorata la divergenza regolare ribassista potenziale, mentre è più di attualità la possibilità di nuovi long sui supporti per la ripresa dei massimi su cui ragionare ancora in ottica di break verso 9.800 punti. Per nuove rotture al ribasso di 9.700 vale la pena di attendere precisi pullback per poi puntare ad area 9.625.

XAU/USD (Oro): preciso l’approdo in area della trendline di resistenza e in confluenza di livelli statici a 1.263. Il grafico a 4 ore mostra divergenza ribassista tra oscillatore e prezzo per occasioni di vendita che ancora presentano un buon RR, in primo luogo verso 1.248 e area 1.240 in estensione. Difficile pensare a rotture rialziste, mentre più verosimile pensare ad acquisti nella mattinata in retest delle aree di resistenza.

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