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Morning adviser, tapering da 10 miliardi!

Pubblicato 19.12.2013, 09:21
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Matteo Paganini, 19 dicembre 2013

INTRO

Bernanke decide la strada della politica monetaria americana prima di lasciare il controllo della Federal Reserve a Jenet Yellen, che si è mostrata pienamente d’accordo con la decisione, presa per 9 voti a 1, di andare a ridurre il piano di QE da 85 a 75 miliardi di dollari americani.

Fed: exit strategy iniziata

La Federal Reserve americana ha deciso di abbassare il livello di acquisti sui Treasuries e sugli MBS rispettivamente da 45 a 40 miliardi di dollari al mese e da 40 a 35, contrariamente a quanto ci attendevamo. I dati in miglioramento e le previsioni su crescita ed occupazione, che potrebbero attestarsi per il 2013 tra il 2.2% ed il 2.3% (contro stime di settembre che vedevano una forchetta tra il 2% ed il 2.3%) per quanto concerne il Pil e tra il 7% ed il 7.1% sul fronte disoccupazione. L’inflazione rimane sensibilmente lontana dal target del 2%, con valori che si aggirano intorno all’1% (0.9%/1% per il 2013, contro stime precedenti pari a 1.1%/1.2%). Una scelta definita modesta dal presidente della Fed che ha così segnato la rotta per i prossimi mesi, durante i quali sarà possibile assistere a nuovi tagli sugli acquisti in base all’andamento della congiuntura. Il fatto che non siano stati forniti orizzonti temporali plausibili entro i quali vedere la fine completa del QE lascia aperta la porta a potenziali continuazioni di acquisti, comunque sempre alti (75 miliardi/mese rimangono lo stimolo monetario più grande del pianeta) e questa è forse la chiave di lettura più corretta per spiegare le reazioni cui abbiamo assistito.

Strane reazioni dai mercati

Di fronte ad un inizio di tapering scrivevamo ieri che di fronte ad una decisione come quella effettivamente avvenuta si potesse assistere ad una rivalutazione del dollaro americano ed a una discesa degli indici di borsa, con l’EurUsd che avrebbe potuto puntare 1.3600 senza tuttavia superarlo e con lo S&P500 in calo, ma non sotto i primi supporti passanti tra 1,735.00 e 1,740.00. Bene, l’euro si è mosso come da attese, dopo una situazione di stallo perdurata durante la conferenza stampa di Bernanke ed il dollaro americano è andato a rafforzarsi in maniera interessante soprattutto contro euro, yen e dollaro australiano, con una piccola eccezione sulla sterlina inglese, che continua a mostrare la propria forza. Il movimento che ha sorpreso è arrivato però dalle borse americane, che senza battere ciglio dopo una partenza abbastanza contrastata sono andate a rompere a rialzo i livelli di resistenza tornando verso i massimi assoluti, andandoci a spiazzare dal punto di vista dell’analisi ma fortunatamente fornendo buoni spunti operativi una volta sopra 1,795.00. Una reazione del genere, a nostro avviso, potrebbe essere propedeutica a nuovi livelli di massimo in attesa di una riduzione più sostanziosa nel 2014. Attenzione che stiamo entrando nell’ultima settimana di trading dell’anno, le condizioni di liquidità muteranno a breve, per cui sarà più facile far correre il mercato a rialzo o a ribasso. L’idea di seguire delle chiusure giornaliere che se dovessero risultare superiori ai massimi assoluti potrebbero fornire spunti long interessanti non ci sembra malvaglia. In caso contrario, andare a vendere l’ndice, con stop e reverse sopra i massimi rappresenterebbe un’ulteriore buona strategia.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: l’area di supporto individuata ieri mattina ha tenuto bene accompagnando i prezzi verso le resistenze ipotizzate tra 1.3810 e 1.3830, dove per il buon R/R era possibile valutare acquisti di dollaro con stop e reverse della posizione sopra l’area passante tra 1.3845 e 1.3860. Dopo l’indecisione iniziale sul FOMC, che ha mantenuto le quotazioni tra 1.3800 e 1.3700, il mercao ha rotto a ribasso 1.3690 portandosi verso 1.3650, livello dal quale stiamo ora rimbalzando. L’area passante tra 1.3690 e 1.3710 risulta buona per pensare a vendite di euro, tenendo conto che per valutare eventuali ripartenze occorre attendere per lo meno il superamento rialzista dell’area che passa tra 1.375 e 1.3735, con potenziali allunghi che non dovrebbero comunque portarsi oltre 1.37 ¾. Si rende necessaria una discesa sotto i minimi (operativamente parlando attendere eventuali superamenti di area 1.3635 potrebbe essere una buona idea) prima di valutare la possibilità di assistere al raggiungimento di area 1.3610.

USD/JPY: situazione di lateralità per tutta la giornata con il mercato che ha provato a rimanere sotto le aree di stop e reverse per tutto il giorno, con tentativi buoni di raggiungimento di area 102.50 subito dopo la comunicazione da parte della Fed, senza tuttavia raggiungere il livello indicato (pur essendosi avvicinato molto). La ripartenza oltre 103.35/40, livello su cui valutare dei reverse per 103.80 ed oltre 104.00 è stata molto buona ed il mercato ora sta correggendo verso la media a 21 e ci troviamo sulle aree che ieri abbiamo valutato come primi target, che rappresentano dei buoni livelli statici. L’area che passa tra 103 ¾ e 103 ½ potrebbe rappresentare un buon supporto sul quale pensare ad acquisti di dollaro, per assistere a ripartenze verso i massimi, che se dovessero superare area 104.40 potrebbero portare a tentativi di raggiungimento di tre quarti di figura. Sotto 103.25 il mercato potrebbe tentare accelerazioni a ribasso verso 102.90 ed in estensione 102.70.

EUR/JPY: buona la tenuta dell’area di resistenza passante tra 142.00 e 142.20 (ieri abbiamo scritto 142.00 e 142.00 per un typo, ci scusiamo) che ha portato alla discesa verso 141.40 per poi assistere a ripartenze che una volta superato il livello indicato in 142.45 hanno raggiunto i massimi di periodo. Negata dunque la potenziale figura a testa e spalle impostata su un 4 ore, con i prezzi che per la giornata odierna non forniscono opportunità operative particolari. Seguiamo sul dailyfx.it le evoluzioni di questo cross.

GBP/USD: stoppata la posizione corta sul cable eventualmente aperta sui punti di resistenza dinamici visti ieri mattina, con però il superamento dell’area che terminava a 1.6335 (sulla quale si sarebbe potuto valutare un eventuale reverse) che ha effettivamente portato ad importanti estensioni, dapprima verso 1.6360 che quando superato di una decina di punti ha portato all’estensione ben oltre l’1.6400. Siamo ora sopra la media a 21 periodi oraria che potrebbe fungere da supporto interessante sul quale pensare ad acquisti di sterlina, pur non essendo in una situazione di R/R ottimale. Un superamento ribassista di area 1.6335 potrebbe iniziare a colpire ordini di stop tali da far aumentare la volatilità verso 1.6300, mentre un superamento a rialzo di zona 1.6425 risulta necessaria per ripartire verso i massimi.

AUD/USD: continua la discesa del dollaro australiano, che si sta mantenendo sotto l’area di media a 21 oraria e che si trova a puntare nuovamente i minimi. La tenuta anche della media a 21 a 4 ore rafforza l’idea di potenziali estensioni ribassiste, da valutare operativamente sotto i minimi di stanotte, con potenziali estensioni sulla figura e verso 0.8770. I punti sui quali valutare ripartenze risultano abbastanza lontani, con 0.8880 primo livello che però se superato non dovrebbe portare a salite oltre la figura.

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