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Pubblicato 28.11.2012, 09:09
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L’Ocse non porta buone notizie

Il Nikkei, dopo il forte consolidamento in area 9,350/9,500 sta tentando delle rotture ribassiste durante le prime ore di questa mattinata, andando a seguire i movimenti visti sulle borse americane durante il pomeriggio e di alcune europee, tra cui il Ftse Mib. Le interpretazioni che hanno seguito gli accordi presi dall’Eurogruppo per quanto riguarda la situazione greca hanno dunque pesato in qualche modo sui mercati, andando a confermare quanto sia incerto il quadro, non rendendo di fatto possibili festeggiamenti neanche di breve periodo. A tutto questo, che effettivamente lascia molti dubbi soprattutto per quanto concerne la sostenibilità di alcuni target proposti (Debito/Pil al 110% nel 2022), si aggiungono le previsioni dell’Ocse per quanto riguarda l’economia mondiale, con particolare attenzione posta sui debiti sovrani europei, che rappresentano il pericolo più grande in grado di far scoppiare nuovi focolai di infezione economica. Anche il Fiscal Cliff, certamente, è stato citato, ma sembra che in qualche modo il mondo stia cominciando ad accettare l’idea di un accordo in zona Cesarini tra Obama e Repubblicani. Per quanto concerne l'Eurozona, in occasione del World Economic Outlook, l’organizzazione è andata a dettagliare la situazione potenziale che potrebbe presentarsi nei prossimi due anni. Si è parlato di ripresa diseguale ed esitante, inserendo in questo quadro anche la Germania, per la quale è attesa una frenata nel 2013. La sua crescita è stata tagliata a +0,6% dal +2% precedente (stimato verso Aprile/Maggio). Il Pil europeo dovrebbe attestarsi a +1,4% nel 2012, mentre il tasso di disoccupazione salira' al 12%. L’ocse ha anche parlato di misure di austerity supplementari per l’Italia, che si renderebbero necessarie per centrare definitivamente gli obiettivi di bilancio, il che ha portato ad un intervento immediato di Grilli (ministro economia), il quale ha subito tentato di rassicurare gli italiani assicurando che non ce ne saranno di nuove. Deficit-Pil al 3%, contro il 2.6% stimato dal Governo, con potenziali risalite sopra il limite imposto da Maastricht nel 2014 (3,4%), rapporto Debito Pil a 127% quest’anno (131,4% nel 2014) e Pil negativo ancora per quest’anno (-2.2%) e per il prossimo (-1%), con una leggera ripresa nel 2014. Questi i dati riguardanti il nostro povero Paese, al quale, insieme a tutta l’area euro, servirebbero anche 400 miliardi di iniezioni di liquidità.
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EUR/USD
Siamo giunti proprio mentre scriviamo a 1.2915, livello raggiunto dopo la rottura a ribasso della media mobile oraria a 21 periodi e dei minimi in area 1.2950. In caso di arrivo a 1.2900 possiamo attenderci tentativi di rottura ribassista che potrebbero diventare definitivi una volta superato 1.2860. Tutta l’area passante intorno a 1.2875 risulterà un forte supporto che potrebbe portare all’ottenimento di una fase laterale con 1.2930 come livello di resistenza.

USD/JPY
L’area indicata come supporto all’interno del canale ribassista individuabile su un grafico orario ha funzionato molto bene, così come le resistenze date dal passaggio della linea superiore del canale, che hanno portato le quotazioni verso i punti di supporto valutabili in 81.65. Tra i prezzi attuali e questo punto il mercato offre buone opportunità dal punto di vista del risk reward per acquistare dollari, tenendo conto che un approfondimento sotto 81.50 potrebbe portare ad accelerazioni verso 81.30.

EUR/JPY
Abbiamo rotto durante la notte il livello di 106.00, arrivando a superare anche 105.75 ed aprendo così alla possibilità di assistere a tentativi di approfondimento ribassista, che vedono in 105.35 i livelli di target/supporto che se superati possono portare al raggiungimento della figura. Anche qui, possibilità di vendere yen su questi punti per il buon rapporto rischio/rendimento offerto, che propone circa 65 punti di potenziale profitto a fronte di eventuali discese a figura.

GBP/USD
Ieri il cable ci ha offerto una falsa rottura ribassista valutata da chi ha tentato un’operatività più aggressiva. Rimangono infatti 1.6065 e 1.5975 i livelli da seguire per avere aumenti di volatilità stimabili in una trentina di punti. I Livelli attuali risultano buoni per tentare di prendere correzioni di breve periodo, anche se il r/r si posizionerebbe intorno ad 1:1 (livello eventualmente utilizzabile operativamente di fronte a mercati laterali, che portano all’utilizzo di strategie ad alta probabilità di riuscita – qui potremmo trovarci in questa situazione anche se, valutando gli ultimi tentativi di rimbalzo, troviamo minimi decrescenti).

AUD/USD
Molto tecnica la price action del dollaro australiano, che ha cominciato a correggere verso il basso nella mattinata di ieri su una piccola divergenza ribassista oraria contenuta però dalla media mobile a 21 periodi, indicatore più importante rispetto alle indicazioni che ci arrivano dallo stocastico. La rottura di 1.0465 (livello statico, che rappresenta in assoluto il tipo di punto da seguire più importante sul valutario) ha confermato una divergenza ribassista su un grafico a 4 ore e abbiamo raggiunto 1.0440, con 1.0425 che ha retto molto bene il suo ruolo di supporto. 1.0435 e 1.0465 i punti da considerare per rotture di circa 30 punti a rialzo a di 20 a ribasso. Se superiamo anche questi punti potremmo puntare a 1.0390 o 1.0525.

XAU/USD
Rotto il 1,746.00 è stato raggiunto, e superato nella notte, 1,740.00. Siamo ora di fronte alla possibilità di tentare nuovi approfondimenti ribassisti, sui quali proteggersi con ordini di stop sopra il 1,741.00 e di reverse in caso di ritorno sopra 1,743.20. A 1,735.00 passano i primi supporti degni di nota, che se rotti potrebbero lasciare spazio a 1,731.00.

CRUDE OIL
Forte volatilità sul petrolio, che ha raggiunto e tentato di superare 87.00 a ribasso. Viene così confermata un’area di forte supporto passante tra 86.80 e 86.90, rendendo di fatto non più seguibile il canale rialzista orario seguito ieri, ma che come spesso accade ha fornito spunti operativi che non abbiamo individuato ieri, ma che seguono le linee guida del nostro metodo. La rottura del livelli dinamico indicato dalla parte bassa del canale ribassista, coincidente con i punti statici ultimi raggiunti, ha portato ad accelerazioni verso i punti statici di minimo precedenti, che sono riusciti a contenere il movimento.

Matteo Paganini Senior Analyst FXCM

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