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Nessuna sorpresa dal FOMC, USD richiesto

Pubblicato 31.07.2014, 10:06
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Market Brief

La Fed ha mantenuto i tassi invariati e ridotto il ritmo dell’acquisto di asset mensili di altri 10 miliardi di dollari (come da programma). Come si evince dal comunicato che ha accompagnato la decisione, la politica rimarrà molto accomodante per un periodo considerevole dopo la fine del programma di acquisto asset. L’unica variazione riguarda l’inflazione, che si sta muovendo “verso l’obiettivo di lungo termine”, rispetto al “sotto” l’obiettivo dell’ultima riunione. Sul fronte dei dati, il PIL USA del secondo trimestre ha sorpreso in forte rialzo nella stima pubblicata ieri. Stando a queste cifre, la crescita annualizzata del secondo trimestre si attesterebbe al 4,0% (rispetto al 3,0% previsto e al -2,9% del primo trimestre). Il rapporto ADP sull’occupazione è risultato invece più debole del previsto. A luglio l’economia USA ha creato 218.000 nuovi posti di lavoro nel privato (rispetto ai 230K previsti e ai 281K precedenti). I rendimenti dei decennali USA hanno compiuto un rally fino al 2,5642% dopo il FOMC, l’indice DXY si è impennato ai massimi dal settembre 2013 (81,500+). Venerdì saranno pubblicati il tasso di disoccupazione e le cifre sulle buste paga non agricole di luglio, per cui si prevedono 231.000 nuove unità rispetto alle 288K di un mese fa.

Dopo il FOMC, l’USD/JPY ha compiuto un rally fino a 103,09 di pari passo con i rendimenti USD. Una forte resistenza ha fatto rientrare la coppia nella fascia 102,73/88 a Tokyo. Il trend positivo acquisisce slancio, le scommesse per le opzioni si mescolano a 103,00, ci sono molti ordini in scadenza oggi a 103,25/103.50/104.00. Le voci su un taglio del 2,0% sulle tasse societarie entro aprile 2015 dovrebbero sostenere il rialzo. L’EUR/JPY testa la media mobile a 21 giorni (137,63), ma i tentativi al rialzo dovrebbero essere frenati da una discreta pressione a vendere sull’EUR. S’intravedono solide offerte a 138,00/50.

La diffusa domanda di USD ha fatto scendere l’EUR/USD a 1,3367 a New York. Gli ordini correttivi hanno poi spinto la coppia di nuovo verso 1,3400, viste le condizioni d’ipervenduto. L’inclinazione rimane ampiamente negativa, le barriere per le opzioni si susseguono sopra 1,3400+. Il primo obiettivo staziona a 1,3296 (minimo novembre 2013). L’EUR/GBP continua a trovare offerte alla media mobile a 21 giorni (0,79241). S’intravede ulteriore resistenza a 0,79541 (massimo del trend ribassista di giugno-luglio).

In Australia, nel secondo trimestre i prezzi all’importazione e all’esportazione sono scesi più del previsto (prezzi all’importazione -3,0% rispetto al -1,5% previsto e al 3,2% precedente; prezzi all’esportazione -7,9% rispetto al -4,0% previsto e al 3,6% precedente); i permessi di costruzione sono scesi del 5,5% su base mensile a giugno. Complice anche la forza generalizzata dell’USD, la coppia AUD/USD si dirige verso 0,9300 (minimo dal 5 giugno), dopo aver superato la media mobile a 100 giorni (0,9322). S’intravedono ordini d’acquisto sopra 0,9300. Il supporto chiave è lontano, a quota 0,9200/09 (50% di Fibonacci sulla flessione in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014).

Dopo aver toccato quota 0,8453 a New York, la coppia NZD/USD sta recuperando rapidamente sopra 0,8500. Le condizioni d’ipervenduto suggeriscono una correzione al rialzo più marcata su questi livelli. Gli ordini d’acquisto legati alle opzioni dovrebbero frenare il rialzo sopra 0,8450/75.

In Argentina non si è raggiunto un accordo sul mancato pagamento degli interessi, pari a 539 milioni di dollari, in scadenza ieri; poche ore separano ormai l’Argentina dal default. Si tratta del secondo default nell’arco di 13 anni. A seguire il calendario economico di oggi: vendite al dettaglio m/m e a/a di giugno in Germania; spese al consumo e IPP m/m e a/a di giugno in Francia; tasso di disoccupazione di luglio in Germania; IPC (preliminare) m/m e a/a di luglio, tasso di disoccupazione (preliminare) di giugno e IPP m/m e a/a di giugno in Italia; stima IPC a/a e IPC di fondo a/a di luglio, tasso di disoccupazione di giugno nell’Eurozona; PIL m/m e a/a di maggio in Canada; richieste iniziali e continue di disoccupazione, aggiornate rispettivamente al 26 e al 19 luglio, indice ISM di Milwaukee di luglio e indice direttori d’acquisto di Chicago di luglio negli USA.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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