Uno dei temi principali del 2018 sarà l’ascesa dell’UE da unione fragile a forza politica ed economica unificata.
Assistiamo all’inizio di questa trasformazione negli attuali negoziati sulla Brexit fra UE e Regno Unito. Il primo ministro britannico Theresa May e il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker non hanno compiuto progressi dopo ore di discussioni, in questo caso il problema erano le divergenze sul confine con l’Irlanda.
I membri hanno pubblicamente espresso fiducia nel raggiungimento di un accordo che consentirà ai regolatori europei di concentrarsi sulle relazioni commerciali future.
Internamente, però, si respira apprensione.
Stando a fonti interne, i negoziati riprenderanno nei prossimi giorni.
Nonostante i progressi fatti nei negoziati sulla Brexit, pare che l’UE stia assumendo una posizione difficile e che il Regno Unito si stia piegando (come evidenziato dalle concessioni sul conto del divorzio).
Riteniamo improbabile un accordo alla riunione del Consiglio UE del 14-15 dicembre.
È diminuita l’esposizione rialzista dell’EUR e sono aumentati i lunghi in GBP sulla scia delle speculazioni su una svolta nei negoziati.
I trader di breve termine sono stati colti dalla parte sbagliata, infatti, quando le agenzie hanno iniziato a battere le notizie negative, l’EUR/GBP ha compiuto un rally, risalendo a 0,8848.
Alla luce della nostra visione di lungo termine, che prevede un’UE forte, sospettiamo che il rapporto rischio-rendimento favorisca i lunghi sull’EUR/GBP, andando contro le notizie positive sulla Brexit.
Si troverà una soluzione per la questione del confine irlandese, ma dietro l’angolo c’è un altro ostacolo.
E i negoziatori non sono neanche arrivati alla parte difficile (commercio).
Ora riteniamo più probabile una Brexit “dura”. L’EUR/GBP tiene intorno alla media mobile a 200 giorni; una chiusura netta sopra 0,8850 innescherebbe un’estensione rialzista fino a 0,8879 (media mobile a 55 giorni).