Il Nickel è sulla bocca di tutti. Al London Metal Exchange si sono visti in mattinata anche prezzi superiori ai 100.000$, innescati da speculazione e da una serie di short squeeze in piena regola, che avrebbero avuto come vittima sacrificale importanti operatori cinesi.
Una situazione sulla quale si è scritto tutto e il contrario di tutto, con ogni probabilità innescata dalla pessima situazione in Ucraina, con la Russia che rimane il principale estrattore a livello mondiale di questo prezioso metallo. Ad interessare chi opera sul mercato delle criptovalute sono però due questioni diverse. La prima squisitamente finanziaria, con Bitcoin che paradossalmente è tra gli asset più stabili sul mercato.
La seconda è invece di carattere funzionale: c'è stato un intervento di LME - il London Metal Exchange - che cancellerà gli ordini di oggi e cercherà di riportare la situazione a prima di questa incredibile giornata. Tutela dei mercati per molti, ma per altrettanti l'ennesimo trucco per proteggere i grandi gruppi, un po' come si era visto in proporzioni minori con $AMC e $GME.
Che il gioco sia truccato o meno poco importa: le vicende innescate dalla crisi in Ucraina stanno offrendo un'ottima vetrina al mondo delle criptovalute, in particolare sul versante funzionale: chi cercava casi d'uso dovrebbe averne trovati negli ultimi giorni a sufficienza.
Paura e delirio al London Metal Exchange
Per chi non avesse seguito il mercato del nichel nel corso degli ultimi giorni sarà necessario un riassunto, tanto breve quanto significativo. Il precipitare della situazione in Ucraina e susseguentemente in Russia ha innescato la miccia della speculazione sul nichel, del quale appunto Mosca è il primo fornitore su scala mondiale. Una miccia che ha portato già nella giornata di ieri ad una serie di short squeeze che ne avevano aumentato vertiginosamente il prezzo.
La seconda parte della storia è che in molti tra i big player su scala mondiale avevano posizioni short a copertura, che nessuno con un minimo di contezza sull'andamento dei mercati avrebbe pensato poter diventare così esplosive. Il classico cane dello short squeeze che si morde la coda, e che nel durante fa partire una serie di margin call impressionante, alle quali non tutti riescono a far fronte.
L'escalation è stata forse più rapida di quella che abbiamo visto nei più recenti teatri di guerra: call, copertura, acquisti, rialzo del prezzo, call, copertura e così via, nel più esplosivo dei cicli che possono attraversare un mercato sul breve periodo.
LME chiude prima le contrattazioni nel pieno della mattinata, poi lancia un comunicato dove afferma che in realtà annullerà gli ordini piazzati addirittura dalla mezzanotte di oggi, con una sorta di retroattività che difficilmente capita di vedere sui mercati. Aggiunge LME che probabilmente il mercato continuerà a rimanere chiuso anche nei prossimi giorni.
Una mossa dovuta dei mercati centralizzati nei confronti degli speculatori che, per un enorme pugno di dollari o di euro, sarebbero disposti a vedere il mondo bruciare? Questa potrebbe essere la lettura più allineata con chi crede che i mercati centralizzati siano l'espressione di law and order. Ma c'è anche un altro possibile angolo. Un angolo che soltanto pochi mesi fa non sarebbe stato possibile perché non esistevano tecnologie in grado di sopperire al controllo centralizzato dei mercati di scambio.
Qui entra in gioco la finanza decentralizzata
Che il settlement di determinati ordini, ma anche l'utilizzo di leva finanziaria e di altri strumenti evoluti debba passare per forza da un mercato centralizzato è una storia alla quale oggi i più svegli farebbero fatica a credere. Ci sono già diversi progetti di DeFi che possono offrire una buona infrastruttura dove gli ordini non possono essere cancellati, tantomeno in modo retroattivo. Certo, manca la liquidità che LME può offrire, ma è siamo comunque in una sorta di anno zero per il settore, che ha dimostrato quantomeno di avere una solida infrastruttura da poter offrire.
Qualche nome? Pensiamo sicuramente ad Avalanche, che permette anche di creare sotto-reti con regolamenti specifici e che possano dunque soddisfare anche l'aspetto regolatorio di tali mercati. Ma possiamo anche pensare ad altre layer 1 che offrono comunque la possibilità di programmare smart contract.
Certo, ci sarebbe poi il problema di non poter manipolare i book di ordini ex post per aiutare qualche grande gruppo che, avendo dimenticato gli stop loss, ha dovuto chiamare in causa chi dovrebbe garantire l'imparzialità del mercato: ma le blockchain nascono proprio per non rendere possibili manipolazioni del genere. Ed è per questo che incontrano oggi le maggiori resistenze dei grandi gruppi.
Sta di fatto che la follia sui mercati innescata dal conflitto in Ucraina sta offrendo al mondo delle cripto una serie di spot a costo zero. A partire da Bitcoin, che sta dimostrando un'invidiabile solidità, fino a scendere verso progetti ontologicamente diversi, ma che in specifici contesti sembrerebbero essere già pronti per mandare in pensione i crony markets.