Non è mai il momento giusto per investire!

Il mercato bear, da dicembre, continua a bussare alla porta?

Crisi energetica, carenza di materie prime, politica inadatta, conflitto Russia - Ucraina, il pericolo Cina e la paura della stagflazione, diciamocelo non stiamo passando un bel momento. Mi riporta alla legge di Murphy "se qualcosa può andare storto, lo farà".

Il clima in cui viviamo può "offuscare" la nostra visione.

La scorsa settimana abbiamo visto l'inflazione Usa al livello più alto dal 1982 incrementando le aspettitive per un intervento della Fed nella riunione del 15-16 marzo (c'è da dire che l'inflazione di febbraio non tiene conto del prezzo del petrolio salito oltre il 20% e di conseguenza la riunione più importante sarà ad aprile). L'indice dei prezzi al consumo è arrivato al 7,9% mentre l'indice core è aumentato del 6,4% e i sussidi per la disoccupazione sono stati più alti del previsto.

Mentre la Bce inizia a percorrere una "nuova" strada, più "chiara". A seguito del conflitto ha deciso di rivedere il programma APP con acquisti da 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi a maggio e 20 miliardi a giugno, con il terzo trimestre che dipenderà
dall'evoluzione delle "variabili" e dalla lettura dei dati. Il PEPP terminerà, come previsto, a fine marzo e ha rivisto al ribasso il PIL del triennio 2021-2023 e al rialzo le stime sull'inflazione.

In tutto questo la "volatilità" resta alta e le commodity hanno registrato il più grande guadagno settimanale di sempre



Inoltre, quello che molti non dicono, la Russia insieme alla Bielorussia producono 17 milioni di fertilizzanti e il loro costo è in continuo aumento per le aziende agricole e i rischi di uno shock alimentare mondiale sono imminenti. La norvegese Yara e l'ungherese Nitrogenmuvek hanno ridotto la produzione a causa dei costi alti del gas naturale, utilizzato come materia prima per i fertilizzanti azotati.




Adesso che ho la vostra attenzione, con il titolo e le considerazioni pessimistiche (che non piacciono a nessuno), andiamo avanti.

La maggior parte delle persone leggendo e ascoltando i media sono "impaurite", giustamente, ma l'investitore intravede delle opportunità. Ogni crisi ha il suo messaggio "non ne usciremo" "è terribile" ma di drammatico qui c'è soprattutto la catastrofe umanitaria.

Guardando la storia, le dinamiche si ripetono sempre. Sui mercati bisogna avere pazienza e razionalità.

Mark Hulbert ha reso noto il suo studio affermando che nei precedenti conflitti le borse "ovviamente" sono calate ma subito dopo, lo scoppio del conflitto, gli indici hanno iniziato a risollevarsi.

Statisticamente quando l'S&P 500 "parte male", come in questo inizio del 2022, a fine anno le percentuali sono più che positive. nel 2009 ha perso circa il 18% nei primi mesi per poi chiuderere con un +23,4% ma anche nel 2016 ha avuto un calo per poi riprendersi registrando un +9,5%, nel 2020 è successo lo stesso chiudendo con un +16,2%.



Alla fine di febbraio il future del Nasdaq è andato sotto il "drawdown" medio del 17,7% toccando il -22%. ma in aggiunta la volatilità dell'indice, il VXN è ancora molto alta e non si può dire con "certezza" che quello del 24 febbraio sia stato il minimo di periodo.



Un'azienda su quattro ha perso oltre il 75% del suo valore. Facendo tornare alla "normalità" le quotazioni di molti titoli. Proprio per questo, per l'investitore di "lungo" periodo (dai 7 ai 10 anni) è un'occasione "ghiotta" rispetto ai momenti di "euforia".


Questo per dirvi che non esistono momenti "giusti" e la paura vi porta solo a non applicare la vostra strategia.


Un esempio "temporale" è quello delle Big Tech, storicamente il loro valore si moltiplica dopo il decimo anno di creazione




Inoltre se prendiamo in esame l'indice Nyse Fang+ in basso, composto dai megacap leader di mercato nel settore tecnologico (Apple (NASDAQ:AAPL), Amazon (NASDAQ:AMZN), Alibaba, Baidu, Microsoft (NASDAQ:MSFT), Meta, Netflix (NASDAQ:NFLX), Nvidia e Tesla (NASDAQ:TSLA)) creato nel 2018, possiamo notare come il P/E è vicino al livello più basso di tutti i tempi.



Nello specifico, Alibaba che ha avuto una crescita del fatturato del 10% (242,58 miliardi contro i 246,37 miliardi di yuan stimati) segnando così il tasso di crescita trimestrale su base annua "più lento" dalla sua quotazione negli Stati Uniti nel 2014. Questo perchè ha dovuto affrontare "venti" macroeconomici contrari sia in Cina che in territorio Americano.

Dal massimo di ottobre 2020 ha perso oltre il 70% e la scorsa settimana il 5% circa dopo la notizia di un possibile delisting da parte della U.S. Securities and Exchange Commission (SEC) di cinque aziende cinesi nel caso in cui non dovessero soddisfare alcuni parametri di controllo (inferiori agli standard HFCAA).

Si tratta di Beigene, Yum China Holdings Inc., Zai Lab, ACM Research Shanghai Inc. e Hutchmed China. La China Securities Regulatory Commission ha risposto alla mossa della SEC e si è detta "fiduciosa" di raggiungere un accordo.



Il Nasdaq Golden Dragon China Index, che segue le aziende cinesi quotate negli USA, è crollato del 10% e del 60% dal massimo di febbraio 2021.

L'attuale prezzo di Alibaba non riflette "equamente" il valore della società.


l'attenzione sulla Cina è ovvia visti i trascorsi.

Lo scorso anno ha importato oltre 28 milioni di tonnellate di mais ucraino, più del doppio degli 11 milioni dell'anno precedente. Diventando il più grande importantore agricolo del mondo (69% riserve mondiali di mais, 60% quelle di riso, 51% quelle di grano) e l'8 febbraio ha anche approvato l'importazione, dalle regioni russe, di orzo e grano. Ciò ha fatto nascere il dubbio nella mente dei "complottisti" che la situazione attuale fosse "premeditata" e il dragone ne fosse a conoscenza, vista anche la situzione fertilizzanti di cui ho parlato in precedenza.



In aggiunta sta pensando di entrare nel capitale delle aziende russe di energia e materie prime, tra cui Gazprom e Rusal. Mossa, a detta loro, funzionale al fabbisogno cinese.


Oltre a ciò, sempre all'interno del paniere Tech, Amazon ha annunciato un frazionamento azionario tramite uno "stock split". Ciò è stato pensato per rendere più "appetibile" il titolo agli investitori (costa meno), per aprire la strada all'inclusione nel Dow Jones Industrial Average e inoltre il Cda ha approvato il "buy-back" per 10 miliardi di dollari.

Per Amazon è il primo frazionamento dal 1999, aumenterà le azioni in circolazione con un rapporto di 20 a 1 e le negoziazioni in base al "nuovo" valore inizieranno a giungo.

Il titolo è diventato "invitante" dopo aver perso il 30% del suo valore da novembre 2021, quando aveva ritoccato i valori del massimo storico registrato a luglio 2021. Il ribasso è iniziato con le pressioni post-Covid, la crisi di approvvigionamento, l’aumento dei costi di trasporto e spedizione, delle materie prime e la rotazione
settoriale.

Nonostante questo, è bene tener presente tutte le divisioni in cui opera come il cloud (Amazon Web Services) e Ads (Amazon Advertising). Grazie ad esse ha raddoppiato gli utili nell'ultimo trimestre 2021 a 14,32 miliardi di dollari, ricavi in crescita del 9%.



Amazon è un buon buy nel lungo periodo.


Per Bank of America (NYSE:BAC) le azioni FAANG sono altre.

F per fuels (combustibili) , A per Aerospace, A per agriculture, N per Nuclear and renewables e G per gold e materie prime.



Il sentiment è nettamente cambiato?


Tutto richiede "tempo". Bisogna distinguere il trading dall'investimento. Sono dinamiche opposte. Il Nasdaq ha un P/E inferiore del 2,6% rispetto ai massimi pre-Covid, lo S&P500 del 4,8% e l'Euro Stoxx addirittura del 22%. La guerra finirà e chi non ne approfitterà, avrà gli stessi "sensi di colpa" di chi non l'ha fatto nel 2020.

Ma non dimentichiamoci che il mercato ha la sua logica e non ama l’incertezza. Fintanto che non si saprà se la guerra durerà ancora, oppure si estenderà, la volatilità resterà alta.



Aspettiamo aggiornamenti. Intanto qual è il vostro pensiero al riguardo, le FAANG sono un'opportunità a prezzi scontati ?

"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".