Il dollaro USA, considerando il paniere delle principali valute, si sta muovendo in varie direzioni. La valuta statunitense è ancora sotto pressione a causa della preoccupazione degli investitori per l'escalation del conflitto commerciale e tecnologico tra Stati Uniti e Cina.
Non solo, il biglietto verde si è leggermente indebolito nei confronti dello yen giapponese dal momento in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha iniziato a far pressione sul Giappone affinché cominci a ridurre la sua bilancia commerciale positiva con gli Stati Uniti. Osservando l’indice del dollaro si evince come sia su dei livelli dai quali potrebbe partire una ulteriore correzione.
Passando all’euro, si conferma stabile dopo che i partiti pro-UE hanno mantenuto due terzi dei seggi del Parlamento europeo. I risultati elettorali hanno deluso i politici anti-immigrazione e anti-europei, guidati da Marine Le Pen e da Matteo Salvini, I quali come sappiamo si oppongono alla stretta integrazione all’interno dei paesi dell'UE.
Oltrepassando il Canale della Manica, direzione UK, il ministro degli esteri britannico Jeremy Hunt ha dichiarato che la Brexit senza accordo sarebbe "un suicidio politico". Ha anche aggiunto che qualora dovesse prendere il posto di Theresa May chiederebbe più tempo per stilare un nuovo accordo.
Spostandoci sul fronte materie prime i prezzi del petrolio sono cresciuti dopo il crollo della scorsa settimana. Stamane il future stava testando l’area ddi $ 59,00 al barile, mirando nuovamente alla soglia psicologica importantissima collocata 1 dollaro più su.
Per quanto riguarda il calendario economico anche oggi pochi dati important da segnalare, concludiamo dicendo che il rendimento decennale dei titoli di stato USA è in calo. Stamattina si attestava nell’area 2,29-2,30%.