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Aggiornamento tagli produzione di greggio: cosa aspettarsi dai maggiori fornitori

Pubblicato 30.04.2020, 16:22
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La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 30.04.2020

I prezzi del greggio, in particolare il WTI, continuano a mostrare una volatilità estrema. Martedì 28 aprile, il WTI è crollato del 20%, con il contratto di giugno che ha subìto un forte selloff. Poi ieri il WTI ha visto un’impennata di oltre il 30% sulla notizia che alcuni stati USA intendono allentare le restrizioni che hanno causato il calo della domanda di greggio e l’aumento minore del previsto delle scorte statunitensi.

WTI Futures Monthly Chart

Grafico mensile future WTI

Tuttavia, sia il prezzo del WTI che del Brent restano fortemente depressi. I prezzi del greggio si riprenderanno significativamente solo quando la domanda tornerà quasi in piena forma.

Prima delle serrate, la domanda petrolifera globale era di circa 100 milioni di barili al giorno. Persino con le restrizioni gradualmente allentate ci vorranno molti mesi prima di vedere la domanda di nuovo a quel livello. Una delle difficoltà per chiunque cerchi di stimare il tasso di crescita del ritorno della domanda è la mancanza di informazioni precise su quanto significativamente la domanda sia veramente scesa finora.

Tuttavia, c’è ancora un fattore che influenza i mercati del greggio che può essere seguito con attenzione: le scorte. Bisogna capire che qualsiasi ragionevole calo della produzione all’orizzonte non sarà in grado di far salire sostanzialmente i prezzi nel modo in cui lo farebbe una crescita della domanda, considerato che l’esubero è enorme. Ciononostante, il calo della produzione petrolifera aiuterà i prezzi a salire e possiamo prevedere che ci saranno dei piccoli rimbalzi quando arriveranno le notizie di una contrazione delle scorte.

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Ecco i livelli, finora, dei cali della produzione e dei tagli e cosa possiamo realisticamente aspettarci da alcuni dei maggiori produttori di greggio al mondo:

Arabia Saudita

La produzione petrolifera ha raggiunto i 12 milioni di barili al giorno ad aprile, ma Aramco (SE:2222) (SE:2222) ha cominciato a ridurre la produzione all’inizio di questa settimana con l’obiettivo di rispettare il suo impegno di diminuirla ad una media di 8,5 milioni di barili al giorno a maggio e giugno. Tuttavia, come avevo avvertito all’inizio del mese, sembra che l’Arabia Saudita continuerà ad avere scorte in eccesso da aprile. E questo sta diventando sempre più evidente in quanto i clienti USA hanno cancellato l’ordine di sette superpetroliere di greggio saudita che erano state caricate ad aprile. Ciononostante, possiamo aspettarci che l’Arabia Saudita rispetti pienamente il suo impegno con l’OPEC+ a maggio e giugno. Storicamente, la nazione ha sempre tenuto fede alla parola data all’OPEC ed il taglio della produzione non rappresenta una difficoltà logistica per Aramco.

Russia

La Russia ha accettato di ridurre la produzione petrolifera ad una media di 2 milioni di barili al giorno a maggio e a giugno, ma implementare queste riduzioni è difficile. In base ad un articolo del Wall Street Journal, gli oleodotti in Siberia saranno a rischio congelamento anche a maggio e a giugno se non dovessero trasportare abbastanza greggio. Inoltre, molti vecchi pozzi potrebbero essere troppo costosi o difficili da far ripartire se la produzione dovesse essere sospesa.

La Russia ha numerosi produttori e dovranno condividere i tagli in modo proporzionale. Tuttavia, alcuni produttori russi stanno già facendo pressioni sul ministro dell’energia del paese per avere delle esenzioni. Una compagnia russa, Tatneft (MCX:TATN), ha annunciato di voler chiudere il 40% dei suoi pozzi, ma altre compagnie non hanno fornito indicazioni su come intendono procedere. Dati i problemi logistici ed ingegneristici, nonché il fatto che la Russia solitamente non rispetta gli impegni nei confronti dell’OPEC+, i trader dovrebbero aspettarsi di vedere dei cali della produzione del paese, ma non tutti i 2 milioni di barili al giorno promessi.

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Kuwait

Secondo S&P Global Platts, il Kuwait ha prodotto 2,9 milioni di barili al giorno a marzo. Ha promesso di abbassare la sua produzione del 23% ed ha cominciato a tagliarla il 23 aprile.

Brasile

Il Brasile non ha preso alcun impegno stabile per limitare la sua produzione petrolifera durante il vertice dei ministri dell’energia del G20 il 10 aprile. Il paese non è un membro dell’OPEC+. Il comunicato ufficiale del G20 afferma semplicemente che i membri “adotteranno tutte le misure necessarie ed immediate per assicurare la stabilità del mercato energetico”. Inizialmente, il produttore statale Petrobras (NYSE:PBR) aveva pianificato di ridurre la produzione di 200.000 barili al giorno il 1° aprile ma, il 28 aprile, ha deciso di non implementare questi tagli per il momento, citando la forte domanda per il suo carburante nel primo trimestre.

Stati Uniti

Gli Stati Uniti hanno iniziato il 2020 come principale produttore petrolifero al mondo, con una media di 13 milioni di barili al giorno. Il 29 aprile, l’EIA ha riportato che la produzione petrolifera per la settimana terminata il 24 aprile era di 12,1 milioni di barili al giorno. All’inizio del mese, l’EIA ha previsto che la produzione statunitense potrebbe scendere di 2 milioni di barili al giorno, ma ci sono motivi per dubitare che questa previsione si possa realizzare. In base alle informazioni di sei compagnie energetiche USA, RystadEnergy stima che la produzione petrolifera statunitense scenda di 300.000 barili al giorno a maggio e a giugno.

La produzione potrebbe scendere persino di più se la Texas Railroad Commission (TRC) dovesse votare a favore di una riduzione del 20% della produzione nello stato. Il Texas applicherebbe il taglio con una multa da 1000 dollari al barile. La commissione formata da tre persone voterà la proposta in seguito ad un’altra udienza il 5 maggio. Uno dei commissari supporta la proposta, un altro di recente si è espresso contro di essa e la terza difficilmente la appoggerà, ma non ha ancora reso noto come voterà. Gli enti regolatori in Oklahoma e Nord Dakota potrebbero presto prendere in considerazione delle regolamentazioni simili, anche se, se la Texas Railroad Commission dovesse votare contro una regolamentazione dei tagli alla produzione, difficilmente i due paesi si esprimerebbero invece a favore.

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Canada

La produzione petrolifera in Canada ha affrontato serie sfide negli ultimi anni, in quanto i problemi di trasporto hanno impedito a molto greggio canadese di arrivare sul mercato. In base ad alcune previsioni, la produzione petrolifera canadese dovrebbe crollare di circa un milione di barili al giorno in modo naturale, senza alcun taglio imposto, sebbene le compagnie non abbiano fornito dati ufficiali.

Norvegia

La produzione petrolifera norvegese viene gestita in modo centralizzato dal produttore statale Equinor (OL:EQNR) ed è pari a circa 2,1 milioni di barili al giorno. Il 21 aprile, il Ministro del Petrolio norvegese ha affermato che il paese non aveva ancora deciso se abbassare volontariamente la produzione o meno ma, il 29 aprile, il ministero del petrolio ha annunciato che la produzione sarà ridotta di 250.000 barili al giorno a partire da giugno e di 134.000 barili al giorno nel secondo trimestre dell’anno.

Ultimi commenti

complimenti,per tutto il lavoro.... chiarissima...
Grazie per le sue analisi! Potrebbe essere giunto il momento di acquistare, anche se in misura limitata, i futures de petrolio, prima che il prezzo salga ulteriormente!
penso sia il momento
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