Il dato sul Pil cinese ha indebolito i prezzi delle materie prime, il Brent perde 2,27$ a 100,65 dollari il barile, sui minimo dal luglio 2012. L'oro cala di 87$ a 1397 dollari l'oncia.
Quella appena conclusa e’ stata una delle peggiori settimane della storia del metallo giallo con un calo del 6,2% e l'avvio di ottava sembra ripetere lo stesso copione.
Il Pil della Cina ha evidenziato una crescita del 7,7% nell'ultimo trimestre, un dato inferiore al +7,9% registrato nel periodo ottobre-dicembre del 2012 che costringe a temere una crescita della domanda di commodities meno robusta di quanto preventivato e soprattutto allontana i rischi di fiammate inflazionistiche dovute ad una crescita troppo rapida.
Queste prospettive, insieme ad ricomposizione delle tensioni sull'euro zona, diminuiscono l'attrattiva dei beni rifugio, dei quali probabilmente l'oro e' il piu' comprato.
La violazione del forte supporto dei 1525 dollari, base della fase laterale di forma triangolare disegnata dai massimi di settembre 2011, cancella le speranze di essere stati in presenza, negli ultimi mesi, di una semplice pausa dell'uprend precedente, quello attivo dai minimi del 2008, e rende invece realistica l'ipotesi di aver assistito alla creazione di un'ampia area di distribuzione, una fase preparatoria ad un calo esteso.
Il primo target per la discesa si colloca a 1370$, sulla base del canale discendente disegnato dal top del 2011, supporto successivo a 1300, sul 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi dell'ottobre 2008.
Se le quotazioni dovessero violare anche questo sostegno si tratterebbe di una vera e propria inversione di trend che potrebbe fare sentire i suoi effetti anche nel medio lungo termine.
Nel breve termine invece sono possibili, magari dopo il test di 1370$, rimbalzi tra i 1450 ed i 1500 punti, a testare dal basso con un classico "return move" i minimi di fine 2011. Solo oltre area 1525 i recenti segnali di debolezza verrebbero negati.