Una settimana sembra lunghissima per l’oro adesso.
Otto giorni fa, il metallo giallo ha segnato massimi di oltre 2.000 dollari l’oncia su acquisti di asset rifugio nei timori che la Federal Reserve potesse soffocare l’economia USA anziché l’inflazione con gli aumenti dei tassi che aveva in mente.
Ora, l’oro potrebbe stare in un range di 100 dollari sotto i 1.950 dollari fino alla prima settimana di maggio almeno, con le rassicurazioni della Fed che hanno rafforzato il dollaro, nemesi del metallo giallo e primo beneficiario di ogni aumento dei tassi.
Nella seduta di ieri, l’indice del dollaro, ha segnato il massimo di 25 mesi di 101,745.All’inizio degli scambi asiatici questo martedì, il biglietto verde è sceso per la prima volta in quattro sedute ma non abbastanza da interrompere seriamente la sua corsa di quattro settimane che, per puro caso, aveva preso forza proprio dopo il massimo dell’oro di 2.003 dollari del 18 aprile.
Grafici gentilmente forniti da skcharting.com
A rendere la corsa del dollaro persino più pronunciata è l’improvviso stallo del rally dei bond USA, che hanno perso terreno la scorsa settimana dopo un rally ininterrotto di tre settimane. Fino al 20 aprile, il rendimento dei Treasury decennali di riferimento segnava i massimi dal dicembre 2018.
“Nemmeno con una pausa del selloff del mercato dei bond il dollaro perde colpi, e questa è una brutta notizia per l’oro”, dice Ed Moya, analista della piattaforma di trading online OANDA.
Il contratto dei future dell’oro di giugno sul COMEX si è attestato in calo di 38,30 dollari, o il 2%, a 1.896 dollari l’oncia ieri.
Il selloff è arrivato con il dollaro che è volato nelle aspettative che la Federal Reserve alzerà i tassi di 50 punti base durante la sua riunione di maggio la prossima settimana, il doppio rispetto al rialzo di 25 bps di marzo.
Sebbene i timori di un brusco atterraggio per l’economia non si siano del tutto dissipati, l’ottimismo sembra aver conquistato alcuni dei pessimisti. E questo ha fatto schizzare il dollaro, facendo soffrire l’oro ed altri asset rifugio.
Per il momento, le aspettative sono che l’oro possa restare in trappola fino a quando la Fed non avrà effettuato l’aumento di maggio e non saranno pubblicati altri importanti dati statunitensi, questa settimana e la prossima.
Gli investitori attendono i dati economici preliminari USA del primo trimestre di giovedì, con la crescita del prodotto interno lordo per il periodo che probabilmente sarà rallentata all’1,1% dal 6,9% del quarto trimestre del 2021 per via dell’ondata della variante Omicron all’inizio dell’anno.
Venerdì sarà invece pubblicato l’indice PCE, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed. L’ultima lettura dell’indice PCE aveva rivelato un’inflazione del 6,4% sull’anno a febbraio, sempre l’espansione più rapida in quattro decenni.
Poi, il venerdì seguente, 6 maggio, arriverà il dato USA sull’occupazione di aprile.
L’ultima volta che l’oro era stato respinto dai 2.070 dollari ed era sceso a 1.890 dollari, si era trattato di un calo di 180 dollari, nota Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com.
“Se si dovesse replicare un pattern simile, con un respingimento a 1.998 dollari, un calo di 180 dollari potrebbe portare l’oro a 1.818 dollari”, dice.
Aggiunge Dixit:
“Guardando la struttura ribassista sul grafico settimanale, qualunque rimbalzo molto probabilmente si spegnerà e l’oro potrebbe dare il via ad una correzione maggiore, testando i 1.875 dollari inizialmente ed estendendo la correzione a 1.845 - 1.832 - 1.818 dollari nelle prossime settimane.
Ma l’oro ha anche il potenziale di rimbalzare, aggiunge Dixit.
“La condizione di oversold della lettura stocastica giornaliera di 11/11, tuttavia, indica una ripresa a breve termine, e forse di breve durata, verso l’area di supporto diventata resistenza di 1.925 - 1.935 dollari. Se l’oro dovesse trovare abbastanza compratori sopra il range da trasformare quest’area in supporto, potrebbe arrivare alla prossima area di resistenza di 1.960 - 1.970 dollari”.
Ma qualcuno pensa che l’oro potrebbe restare incastrato fino ad almeno un altro aumento della Fed a giugno, quando potrebbe arrivare un secondo rialzo da mezzo punto.
“L’oro avrà il suo giorno di sole quando la maggior parte dell’inasprimento della Fed sarà stato messo in conto, ma questo potrebbe non succedere fino alla riunione del 15 giugno”, scrive Moya di OANDA.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.