La nota più rilevante della settimana mi sembra la conferma di un miglioramento della forza relativa degli indici europei rispetto a S&P 500. Un fenomeno non evidentissimo, ma che tranne la parentesi di settembre, dura ormai dal luglio scorso. Contribuisce l’indebolimento di Eur-Usd, ma anche dati macro europei che nel breve stanno rilasciando letture migliori delle attese.
Ancora una settimana di movimenti modesti: i supporti di breve sono generalmente comprati, ma l’avvicinarsi dell’esito presidenziale americano rende cauti gli investitori globali, con gli indici che non riescono per ora a trovare la forza di dare continuità alle fasi rialziste.
Le variazioni settimanali positive più rilavanti sono su Grano di Londra e Frumento dopo i buoni dati sull’export, ma probabilmente anche influenzate speculativamente da qualche tensione da “guerra fredda” Nato-Russia di cui si è letto in settimana, con il governatore di San Pietroburgo che ha invitato i cittadini ad accumulare scorte di grano.
USA
aumenta la probabilità di un rialzo dei tassi entro dicembre (ora al 70%) e soprattutto si avvicina la scadenza elettorale dell’8 novembre. Qualche presa di beneficio con i prezzi che tornano sulla prima area di supporto rilevante (2113): da qui rimbalzo, ma per ora senza troppo entusiasmo. Trend che rimane rialzista con la chiusura all’interno della trend line dai minimi di febbraio, ma con qualche segnale di indebolimento nel breve, soprattutto guardando agli oscillatori. Nuovi segnali di spinta solo sopra 2200 punti
Si ridimensionano intanto le aspettative di forti aumenti del PIL USA nel 3°trimestre, tra poco in arrivo. Ora l’indicatore GDPNOW lo mostra al +2%, rispetto alle stime iniziali di oltre il +3,5%
Europa
sorprende in positivo il dato sulla produzione industriale, a +1,8% e sopra le attese (+1,1%, dato precedente -0,5%). Migliora anche il l’Economic Sentiment Index a totale Eurozona, ben oltre le aspettative:
Questo ha riportato un po’ di ottimismo in chiusura di settimana, con indici principali in progresso attorno all’1%. Per il Dax non cambiano i riferimenti principali, probabilmente con questa chiusura aumentano le chance di tornare quantomeno al test pieno della fascia di resistenze, tra 10.800 ed area 11.000
Dicevamo del miglioramento degli indici europei rispetto all’indice principale USA negli ultimi 4 mesi. Qui di seguito la progressione mensile a confronto, prendendo Eurostoxx 50 come riferimento. Che sia un temporaneo riequilibrio dopo i crolli europei o l’inizio di nuovi rapporti di forza è ancora presto per dirlo. Ancora troppo ridotte le variazioni.
Italia
la produzione industriale italiana fa meglio della media europea, con un balzo di oltre il 4%. Speriamo non sia un fuoco di paglia, considerando che il dato di agosto può essere meno significativo (livelli ridotti di produzione, come sottolinea la stessa Istat)
Anche per l’indice italiano nessuna novità, se non registrare la 17° settimana consecutiva di chiusura in un range di poco più di mille punti. Quasi una anomalia statistica.
Asia
fermo il Giappone che chiude invariato, da notare il calo della Corea (-1,5%), penalizzato dalla vicenda dei Samsung 7 che esplodono. Non credo sia una vicenda destinata ad impattare più di tanto l’indice nel tempo, che rimane con un trend positivo e con prezzi non lontani da primi supporti rilevanti di area 2000.
Molta volatilità in Tailandia sull’annuncio della morte dell’amatissimo re Bhumibol. Un anno di lutto nazionale e TV che trasmettono in bianco e nero. Meno amato il figlio che prenderà il suo posto, con già 3 matrimoni alle spalle e con numerose vicende poco gradite ai tranquilli tailandesi. L’indice principale prima crolla e poi recupera quasi tutto nel finale, producendo un atipico candelone rialzista non nuovo a questo indice (vedi frecce). In genere, il seguito è una continuazione del rialzo nelle 4-5 settimane che seguono, preludio ad una ben più profonda fase ribassista. Qui la resistenza potrebbe essere collocata in area 1550
Materie prime
senz’altro la settimana dei grains, in particolare frumento (+6,5%) e mais (+4,1%). Potenzialmente più interessante la grafica del ETFS Corn (LON:CORN), che mostra timidi propositi di recupero già da qualche settimana. Per ora un rialzo che va catalogato come un rimbalzo, primi segnali di trend rialzista solo sopra 377, ex supporto ora prima resistenza rilevante.
Qualche presa di profitto sullo Zucchero dopo il lungo rally. Forte ipercomprato sul settimanale e possibile divergenza ribassista sull’RSI, ancora non confermata. Rischioso entrare ora, attenderei un probabile ritracciamento che potrebbe estendersi in area 19,5-21, primi supporti rilevanti che tengono in piedi il forte trend al rialzo
Petrolio Greggio
i prezzi raggiungono area 52 (limite superiore del possibile trading range tra 40 e 52) e ritracciano, formando una candela settimanale di possibile debolezza nel breve. Non c’è ancora un segnale short confermato, ma quantomeno un segnale di alleggerimento per le posizioni lunghe.
EUR/USD
deciso ribasso per la coppia, con più convinti posizionamenti in funzione di un probabile aumento tassi USA. Prezzi ora di nuovo nella parte mediana di questa lateralizzazione biennale, poco sotto 1,10. Dopo aver più volte testato area 1,14/1,15, dopo questa candela non mi sorprenderebbe almeno un terzo test di area 1,05. Probabilmente Euro da acquistare proprio sull’annuncio aumento tassi, quando l’aspettativa diventerà realtà ed i prezzi avranno già scontato l’”evento” (ricordando che stiamo parlando di 0,25%/0,50%, cioè di un piccolo aggiustamento della politica monetaria).
Riccardo Zarfati
onehourtrading.it