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Perché il dollaro USA si sta staccando dai rendimenti?

Pubblicato 09.11.2021, 09:57
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 8 novembre 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

 Il dollaro USA è sceso contro tutte le principali valute nella giornata di lunedì, nonostante un buon report sull’occupazione ed il rialzo dei rendimenti dei Treasury. Il biglietto verde solitamente imita i rendimenti, in quanto delle prospettive più rosee per l’economia statunitense alimentano le aspettative di un aumento dei tassi, che può creare domanda per la valuta.

Tuttavia, nella scorsa settimana, abbiamo visto questa correlazione diminuire, con il dollaro che si è completamente staccato dai rendimenti nelle ultime 24 ore. Precisiamo: un giorno di divergenza non dovrebbe far preoccupare, ma tra il calo di oggi del dollaro rispetto all’aumento dei rendimenti e la sua debolezza dopo il report forte sull’occupazione, gli investitori cominciano a chiedersi cosa gli stia succedendo. La propensione al rischio non è la risposta, perché i titoli azionari hanno segnato massimi storici venerdì e oggi e tuttavia il cambio USD/JPY è sceso in entrambi i giorni.

Perché il dollaro si sta staccando dai rendimenti? Innanzitutto, i rendimenti statunitensi non sono gli unici che stanno salendo. Anche i rendimenti di Germania, Canada ed Australia sono saliti oggi. Su base percentuale, i rendimenti dei bond tedeschi, canadesi ed australiani sono saliti più di quelli statunitensi oggi, il che spiega la performance superiore di EUR, CAD e AUD contro il dollaro USA.

Il rialzo dei rendimenti (o il calo dei prezzi dei bond) è globale e non solo statunitense. Inoltre, i dati sull’inflazione USA saranno pubblicati questa settimana e gli economisti si aspettano che facciano aumentare le pressioni sulla Federal Reserve perché consideri un aumento dei tassi l’anno prossimo. Allo stesso tempo, alcuni trader del dollaro temono che il persistere dell’inflazione possa pesare sui consumatori nei prossimi mesi.

Con il vertice della Fed terminato, i policymaker USA hanno preso la parola oggi per parlare degli aumenti dei tassi e c’è un crescente supporto per due round di inasprimento nel 2022. Alcuni investitori temono che la domanda dei consumatori e la crescita statunitense possano rallentare sulla scia di un minore stimolo e di prezzi alti.

Detto questo, la resilienza dell’euro è impressionante. La Banca Centrale Europea è una delle banche centrali più caute, i dati sono misti e ora i paesi europei sono alle prese con una quarta ondata di coronavirus. La Germania ha riportato il numero di casi giornalieri più alto dall’inizio della pandemia. Anche in Grecia, Russia ed Ucraina il numero dei casi oscilla vicino ai massimi record. Finora, i casi in Italia, Francia e Spagna restano contenuti ma il governo tedesco ha allargato il richiamo a tutti gli adulti, nel tentativo di limitare la diffusione dell’epidemia. Il Ministro della Salute Spahn ha dichiarato che “è in corso la quarta ondata di coronavirus nel paese”. Il cambio EUR/USD dovrebbe scendere e non salire.

Anche la performance superiore del dollaro neozelandese è sorprendente. Come la Germania, la Nuova Zelanda sta affrontando numeri di COVID-19 da record. Nonostante il 90% della popolazione abbia ricevuto la prima dose, i nuovi casi in Nuova Zelanda hanno raggiunto picchi storici. Tuttavia, con la Reserve Bank che ha alzato i tassi di interesse, gli investitori si uniscono alla banca centrale nel lasciarsi la pandemia alle spalle. Il governo sembra stare facendo altrettanto, con Auckland, la città più grande del paese, che dovrebbe procedere con un lieve allentamento delle restrizioni domani. Le attività non essenziali, librerie, zoo e musei possono riaprire facendo rispettare il distanziamento sociale e l’obbligo di mascherina. Il numero di persone ammesse ad incontri all’aperto passerà da 10 a 25. La Reserve Bank è diventata una delle prime importanti banche centrali ad alzare i tassi di interesse e la sua fiducia nell’economia comincia a diffondersi.

Il dollaro canadese, invece, segna una delle performance più deboli. I prezzi del greggio vedono una lieve ripresa, ma il WTI ha respinto la SMA su 20 giorni. Il report deludente sull’occupazione della scorsa settimana sembra avere ancora impatto sul loonie. La sterlina è in ripresa dopo che il Governatore della Banca d’Inghilterra Bailey ha annunciato che agiranno se vedranno i compensi salire per le aspettative sull’inflazione. Anche il dollaro australiano è più solido. Saranno pubblicati i dati sulla fiducia delle imprese e ci aspettiamo un miglioramento delle prospettive, con il clima e le minori restrizioni che spingono l’attività economica.

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