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Perché l’OPEC è insignificante per il mercato del greggio al momento

Pubblicato 03.07.2019, 13:50
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 03.07.2019

Durante il vertice OPEC di questa settimana a Vienna, sembra essere aumentata la poca importanza dell’organizzazione per il mercato petrolifero, almeno per il momento. L’alleanza dei partner OPEC ed OPEC+ ha annunciato una proroga di 9 mesi delle quote di produzione concordate in precedenza, ma il mercato essenzialmente ha ignorato questa decisione.

Il prezzo del greggio è salito lunedì mattina, sebbene non significativamente. In effetti, le buone notizie sulle trattative commerciali USA-Cina probabilmente hanno influito sui prezzi più della decisione dell’OPEC. Ieri, quando i partner OPEC+ hanno firmato l’accordo sulle quote per altri nove mesi ed hanno concordato un nuovo patto, i prezzi del greggio in realtà sono scesi. Alla fine della giornata, il Brent è crollato del 3%.

Brent Weekly Chart

Sebbene la reazione dei mercati alla decisione dell’OPEC sia rimasta invariata in parte perché la decisione era già stata prevista, la verità è che il mercato sa che le quote dell’OPEC non stanno influendo significativamente sulle scorte di greggio. Confrontando i dati sulla produzione dell’ottobre 2016 (due mesi prima che l’OPEC e l’OPEC+ cominciassero a ridurre la produzione) con quelli del maggio 2019 emerge che l’azione dell’OPEC non è un fattore di variazione delle scorte.

Quasi il 70% del calo della produzione OPEC dall’ottobre 2016 al maggio 2019 è dovuto ad Iran e Venezuela. In altre parole, queste riduzioni sono dovute alle sanzioni USA ed alla reale incapacità di produrre, non ad una diminuzione volontaria tramite le quote stabilite dall’OPEC. Un altro 7% dei tagli OPEC arriva dalle riduzioni della produzione in Angola, altrettanto involontarie. La produzione è scesa di 1,525 milioni di barili al giorno nel periodo in Iran, di 1,347 milioni di barili al giorno in Venezuela e di 0,303 milioni di barili al giorno in Angola. Il resto dell’OPEC l’ha ridotta, in totale, di meno di 1,3 milioni di barili al giorno. Quindi, è probabile che più del 75% del calo della produzione OPEC sarebbe avvenuto comunque senza l’intervento dell’organizzazione.

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La produzione globale totale è essenzialmente la stessa di più di due anni fa. Nel quarto trimestre del 2016, la produzione globale era di circa 99 milioni di barili al giorno Nel primo trimestre del 2019 è stata poco meno di 100 milioni di barili al giorno. Nel frattempo, tra la fine dell’ottobre 2016 e la fine del maggio 2019, gli USA hanno aumentato la produzione di 3,9 milioni di barili al giorno, o del 45,5%. L’incremento della produzione statunitense è molto più significativo per il mercato rispetto alla riduzione volontaria dell’OPEC.

Con solo una riduzione volontaria minore da parte dell’OPEC (oltre ai tagli che sono stati costretti ad operare Iran, Venezuela ed Angola), l’Arabia Saudita è stata responsabile di circa l’85% del calo volontario della produzione dell’organizzazione dalla fine del 2016. In effetti, Iraq, Gabon ed EAU hanno tutti prodotto più greggio nel maggio 2019 rispetto a quanto facevano nell’ottobre 2016.

L’OPEC ha stretto l’alleanza OPEC+ come per prendere atto del fatto di non poter stabilizzare il mercato da sola. L’organizzazione conta su questi paesi non-OPEC per effettuare dei tagli significativi, ma queste nazioni non sono affidabili. La Russia, in particolare, ha dimostrato di non essere degna di fiducia nel rispettare le quote concordate. Inoltre, l’accordo sui 9 mesi stretto questa settimana significa che l’OPEC è ancora meno influente per i calcoli del prezzo perché, se il patto dovesse resistere, resterà in vigore fino al marzo 2020.

Allo stesso tempo, non c’è niente che l’OPEC possa fare per compensare la produzione statunitense. Le oscillazioni della produzione relativamente minori che l’OPEC è in grado di creare a questo punto non sono determinanti. Le cose migliori che siano successe all’OPEC negli ultimi anni sono stati fattori che esulano dal suo controllo, come le sanzioni e i problemi che si sono ritrovati ad affrontare alcuni suoi membri.

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Questo non vuol dire che l’OPEC resterà irrilevante per il mercato petrolifero ma, al momento, c’è poco che possa fare pur volendo per spingere i prezzi, al rialzo o al ribasso. Sebbene il vertice di questa settimana sia stato insignificante, la situazione potrebbe rapidamente cambiare. Il prossimo anno le cose potrebbero essere molto diverse.

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