Alla vigilia del dato di domani relativo alle scorte di greggio stoccate nei magazzini americani che sarà utile per capire quanto il mercato sta riuscendo ad assorbire l’attuale offerta di petrolio, il prezzo di questa commodity nella notte è sceso ai minimi degli ultimi tre mesi andando a stabilizzarsi sotto la soglia psicologica dei $50 dollari a barile.
La quotazione era già stata messa pesantemente sotto pressione la settimana scorsa con il prezzo che in pochi giorni era sceso da $55 a $50, ribasso alimentato da diverse chiusure di contratti long precedentemente aperti.
Il timore degli operatori è che la produzione americana possa rendere vani tutti gli sforzi dell’OPEC fatti con l’obiettivo di mettere un limite alla produzione cosi da sostenerne la quotazione, o almeno questa è l’interpretazione data dai più autorevoli analisti in merito.
Certo è che, a prescindere dal motivo scatenante, come segnaliamo ormai da diverso tempo il posizionamento dei grandi operatori sul petrolio nelle settimane scorse aveva raggiunto un’esposizione long davvero estrema, rendendo in questo modo particolarmente difficile ipotizzare che vi fosse la possibilità di nuovi allunghi rialzisti, diciamo oltre i $60, senza che prima il mercato si alleggerisca di almeno parte dell’enorme numero di contratti long che già ha in portafoglio.
Come rappresentato dal grafico (linea verde), il numero di contratti in acquisto attualmente detenuti dai principali operatori istituzionali è ai massimi storici; questo, che apparentemente potrebbe lasciar pensare ad un indicazione rialzista, ci suggerisce in realtà il fatto che il mercato è già attualmente long per una quantità di contratti probabilmente molto vicina al massimo delle sue possibilità.
Analizzando la situazione da questo punto di vista, è sempre più difficile che qualche nuovo compratore entri a mercato spingendo cosi al quotazione al rialzo mentre diventa invece sempre più facile che qualcuno, già posizionato in acquisto, decida di vendere i contratti detenuti causando un deprezzamento della quotazione.
Alessandro Bonetti
(Bonetti Financial)