🍎 🍕 Meno mele, più pizza 🤔 Avete visto il portafoglio di Buffett?Esplora Gratis

Petrolio altalenante mentre si valutano le conseguenze del price cap

Pubblicato 09.12.2022, 16:38
LCO
-
CL
-
  • L’oscillazione di 4 dollari di ieri dei prezzi del greggio potrebbe essere la nuova norma per il petrolio
  • Timori di una recessione in Europa e di un inasprimento eccessivo delle banche centrali
  • Il price cap potrebbe essere applicabile fino a quando i prezzi non supereranno di molto i 60 dollari
  • Due dollari in qualsiasi direzione: questa potrebbe essere la nuova norma per i movimenti giornalieri del prezzo del petrolio, almeno nel breve periodo, mentre il mercato cerca di capire la strategia per gli scambi con in vigore il price cap sul petrolio russo.

    Gli scambi di ieri hanno portato il petrolio vicino ai minimi di un anno, in una seduta altalenante che ha visto movimenti di oltre 4 dollari al barile, in parte sulla notizia che il price cap stava complicando il passaggio del greggio attraverso la Turchia.

    La notizia di un ingorgo di petroliere in acque turche, con le autorità che controllavano una nave dopo l’altra per capire se ci fosse petrolio di origine russa, inizialmente ha fatto schizzare i prezzi ieri.

    Il Tesoro USA ha poi comunicato che non c’era bisogno che le autorità turche effettuassero ulteriori controlli. Ed ha aggiunto che il governo di Ankara stava lavorando per risolvere la questione.

    I prezzi del greggio allora sono scesi, quando è emerso che non c’era alcun problema.

    Le oscillazioni sulla giornata sono state esacerbate dalla chiusura dell’oleodotto di Keystone dopo una perdita.

    John Kilduff, socio dell’hedge fund di energetici Again Capital a New York, ha spiegato:

    “Altalenante è la parola per descrivere come probabilmente sarà il mercato del petrolio nei prossimi giorni e settimane. Ci sono preoccupazioni per una recessione in Europa e per un eccessivo inasprimento delle banche centrali per domare l’inflazione. E poi arrivano notizie occasionali di problemi ad un oleodotto, come Keystone. Qualunque cosa potrebbe causare un movimento di due dollari in qualsiasi direzione in qualunque giorno. Il mercato è teso come una corda”.

    La settimana è iniziata con il price cap da 60 dollari imposto dai governi occidentali come prezzo di vendita al barile del greggio russo.

    In teoria, il price cap non dovrebbe importare tanto, dal momento che l’Urals era quotato intorno ai 60 dollari al barile poco prima dell’entrata in vigore del tetto.

    In pratica, però, importa tantissimo, almeno ai russi.

    La cosa da capire è se il tetto limiterà di fatto il prezzo dell’Urals a circa 60 dollari e, per estensione, ci sarà un tetto simile anche per Brent e WTI.

    Il price cap impedisce alle aziende dei paesi partecipanti di fornire spedizioni, assicurazioni ed altri servizi alle spedizioni di petrolio russo venduto sopra una certa soglia di prezzo (in questo caso, 60 dollari). In pratica, questi fornitori dovranno chiedere ai loro clienti la prova di aver acquistato ad un prezzo che rispetti il limite.

    Le indicazioni dell’Office of Foreign Assets Control USA (OFAC) sottolineano che le aziende di spedizioni ed assicurazioni potrebbero non avere informazioni complete sul prezzo pagato dai clienti per ogni spedizione.

    A 60 dollari, si ipotizza che la Russia abbia ancora un profitto sul suo petrolio. I tanto discussi compratori cinesi ed indiani che la misura punta a colpire potrebbero utilizzare il tetto nelle loro tattiche di negoziazione.

    Emergono opportunità di imbrogliare, soprattutto se la differenza di prezzo tra l’Urals e il Brent dovesse aumentare.

    L’OFAC ha minacciato gli imbroglioni che ci saranno conseguenze, ma intervenire potrebbe scoraggiare il coinvolgimento di altri partecipanti al piano e minare ulteriormente il doppio obiettivo di mantenere i prodotti russi sul mercato e al contempo tagliare le entrate di Mosca.

    Il governo Biden, e i governi di Washington, Bruxelles ed altre capitali, saranno giudicati sul fatto che le entrate da esportazioni della Russia scendano senza che i prezzi alla pompa nelle rispettive nazioni salgano troppo. Fino a quando saranno rispettate queste due condizioni, non importerà se il price cap sia o meno il fattore decisivo.

    Per ora, il cap non è significativamente al di sotto del prezzo del greggio russo, quindi non è chiaro come risponderà Mosca. Putin ha appena approvato un aumento della produzione. Ipotizzando che la maggior parte delle forniture russe restino sul mercato, l’effetto sui prezzi sarà minimo.

    Se i prezzi globali dovessero salire e il tetto dovesse costringere la Russia ad accettare uno sconto molto più alto, Mosca potrebbe rispondere vendendo meno.

    Mentre si conclude la prima settimana del price cap, il G7 sembra aver compiuto la sua missione senza quell’impennata dei prezzi del greggio che molti temevano.

    La volatilità del petrolio di questa settimana potrebbe accompagnarci per un po’.

    Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

Ultimi commenti

Prossimo articolo in arrivo...
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.