La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 13 ottobre 2022
La scorsa settimana, l’OPEC+ ha deciso un taglio di 2 milioni di bpd delle quote di produzione per i mesi di novembre e dicembre. È un taglio poco più grande di quello di cui si parlava prima del vertice. La decisione ha avuto un impatto immediato sui prezzi del petrolio, ma ci sono anche altre implicazioni di mercato, politica e geopolitica per i prezzi che i trader dovrebbero ricordare nei prossimi mesi.
Cosa dimostra la reazione iniziale del mercato
I prezzi del petrolio hanno reagito in modo netto alla notizia di mercoledì scorso e, entro fine settimana, sia i prezzi WTI che Brent hanno registrato forti rialzi. Il WTI è salito da 80 dollari al barile a quasi 93 dollari al barile e il Brent è passato da 85 dollari al barile a quasi 93 dollari al barile. Tuttavia, il mercato non è riuscito a mantenere i guadagni questa settimana, con i trader che si sono ricordati che una recessione globale potrebbe essere imminente e che l’aumento dei casi di COVID in Cina potrebbe ridurre più del previsto la domanda petrolifera nel paese. Il WTI è sceso ad 87 dollari al barile e il Brent a 92 dollari al barile alla chiusura dei mercati ieri.
Questa reazione questa settimana indica che i timori dell’OPEC+ di un indebolimento della domanda globale non sono infondati.
Come la mossa dell’OPEC+ influenzerà il mercato fisico
Come ho detto la scorsa settimana, molti produttori OPEC+ non stanno producendo secondo la loro quota, quindi non dovranno tagliare più di tanto la produzione. L’accordo non include i tagli extra di produttori come Arabia Saudita, EAU ed Iraq, che stanno producendo quasi al livello di quota. Ciò significa che il vero numero di barili che sarà eliminato dal mercato da novembre sarà decisamente meno di 2 milioni di bpd. Il ministro del petrolio saudita Abdulaziz bin Salman crede che il taglio reale della produzione sarà tra 1 ed 1,1 milioni di bpd.
Tuttavia, questo dipenderà dall’eventualità che i produttori rispettino o meno i loro impegni. A quanto pare l’Iraq non taglierà la produzione di quanto richiesto. Secondo il Wall Street Journal, i politici iracheni stanno già esprimendo apprensione per il taglio. Il principale candidato a diventare il prossimo Premier iracheno ha detto pubblicamente che l’Iraq non può permettersi di tagliare la produzione e che intende chiedere all’OPEC di “riconsiderare la quota dell’Iraq” nel tetto totale alla produzione. Secondo la notizia, questo sentimento sarebbe condiviso da altri funzionari. In base a S&P Global, l’Iraq ha prodotto 4,5 milioni di bpd a settembre, poco meno della sua quota di 4,66 milioni di bpd. Dovrebbe tagliare la produzione di 220.000 bpd da novembre. In passato, l’Iraq ha spesso prodotto al di sopra della quota. È probabile che faccia uno sforzo per tagliare la produzione, ma non di quanto previsto dalla quota. I trader dovrebbero considerare che il rispetto dell’accordo probabilmente non sarà perfetto per quanto riguarda il mercato fisico nel resto del 2022.
Come la reazione USA alla decisione OPEC+ potrebbe influenzare il mercato
I policymaker statunitensi avrebbero fatto pressioni all’Arabia Saudita ed altri produttori mediorientali per evitare di tagliare le quote di produzione, ma gli sforzi sono falliti. Ora, il Presidente Biden ha detto che ci saranno “conseguenze” per l’Arabia Saudita per la decisione dell’OPEC+. Non è chiaro quali saranno queste conseguenze, o se saranno significative per il mercato petrolifero. Una questione di cui si sta discutendo è la ripresa della legge NOPEC. Se approvata, renderebbe possibile al Procuratore Generale di fare causa ai produttori OPEC per pratiche anti-concorrenziali. E questo potrebbe sconvolgere i mercati petroliferi globali e far salire i prezzi del petrolio. È un’ipotesi altamente improbabile. Altre potenziali reazioni difficilmente avranno un impatto sul mercato petrolifero.