La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 20 ottobre 2022
Questa settimana, il governo Biden ha annunciato lo sblocco di 15 milioni di barili di greggio dalle riserve strategiche USA (SPR). Il governo aveva cominciato a renderle disponibili ad inizio 2022, per cercare di contrastare l’aumento dei prezzi di petrolio e benzina attribuito principalmente all’invasione russa dell’Ucraina. Aveva in programma di sbloccare un totale di 180 milioni di barili di greggio tra marzo ed ottobre. Ora ha cambiato idea: gli ultimi 15 milioni di barili di questi 180 milioni totali saranno resi disponibili a dicembre piuttosto che ad ottobre.
Il motivo di questo cambiamento è probabilmente politico. A novembre ci saranno le elezioni di tutti i membri della Camera dei Rappresentanti USA e di 1/3 dei membri del Senato. La sensazione è che, se i prezzi della benzina e degli energetici sono troppo alti, la gente voterà per i Repubblicani piuttosto che per i Democratici. Al momento, i Democratici superano i Repubblicani alla Camera, e il Senato è diviso 50/50. Se i Repubblicani vincessero la maggioranza al Congresso, l’agenda legislativa di Biden probabilmente sarà bloccata per i prossimi due anni.
Le regolari vendite di petrolio dalle SPR probabilmente hanno contribuito a far scendere i prezzi della benzina negli Stati Uniti e in parte anche a livello globale, perché parte di questo petrolio è stato esportato. Il piano originale prevedeva che la disponibilità delle SPR terminasse verso l’inizio dei tagli alla produzione OPEC+ da 2 milioni di bpd. In coincidenza però con le elezioni dell’8 novembre. I Democratici temevano che un’impennata dei prezzi della benzina in quei giorni avrebbe avuto un impatto negativo sulle loro chance di rielezione.
Il dettaglio importante per i trader è che questi 15 milioni di barili sono la parte finale dello sblocco totale di 180 milioni, non un’aggiunta. Un altro dettaglio importante è che questa disponibilità si avrà a dicembre, non ad ottobre, quindi i trader non dovrebbero più aspettarsi la doppia batosta dei tagli alla produzione OPEC+ e della fine delle scorte SPR per il mercato ad inizio novembre.
Ci sono altri due nuovi sviluppi nella politica sulle SPR del governo Biden da tenere a mente per il lungo periodo. Innanzitutto, il consulente energetico Amos Hochstein ieri ha dichiarato che il governo Biden prenderà in considerazione ulteriori rilasci delle SPR in inverno, se necessario. Ciò potrebbe significare che renderà disponibile il petrolio delle SPR in risposta agli aumenti dei prezzi della benzina, o ad ulteriori tagli alla produzione OPEC+. Nessuna di queste due politiche è sostenibile, e i trader devono essere preparati alla reazione del mercato globale quando la disponibilità delle SPR finirà. Se queste disponibilità verranno meno mentre i mercati petroliferi globali sono tesi, i prezzi potrebbero schizzare. Se termineranno in un momento in cui la domanda globale è calata in conseguenza di una recessione economica (che molti economisti e banchieri ora si aspettano), il mercato probabilmente non ne avvertirà il colpo. La recessione globale presumibilmente annullerà l’impatto della fine della disponibilità delle SPR.
Secondariamente, il governo ha dichiarato che intende rifornire le SPR comprando petrolio ad un prezzo compreso tra 67 e 72 dollari al barile. Il governo Biden spera che ciò incentiverà i produttori petroliferi statunitensi ad “aprire i rubinetti”. Tuttavia, difficilmente questa notizia incentiverà i produttori perché, in base ad un sondaggio della Fed di Dallas, la maggior parte crede che il prezzo di mercato del petrolio sarà molto più alto. Ma c’è una circostanza in cui questo potrebbe aiutare i produttori USA. Se una recessione globale facesse crollare i prezzi facendoli restare sotto i 72 dollari, i produttori saranno propensi al prezzo di 67 dollari che il governo intende pagare (a meno che il governo a quel punto non cambi idea sul prezzo di acquisto). Riempire le SPR USA in un periodo in cui la domanda globale è collassata potrebbe essere un’importante fonte di domanda, un’ancora di salvezza per l’industria petrolifera statunitense.