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La settimana delle commodity: greggio ancora in rosso, oro solido sopra i $2.000

Pubblicato 15.05.2023, 16:01
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  • Se il WTI si riprenderà, potrebbe andare verso i 75 dollari; se no, possibile test del supporto di 60 dollari
  • L’oro ha solo bisogno di stare sopra i 2.000 dollari per tenere vive le probabilità di un nuovo massimo storico
  • Il Presidente della Fed Powell e una serie di funzionari della banca daranno indizi sull’economia
  • Attesi dati sulle vendite al dettaglio USA e sui prezzi alla produzione di aprile
  • Cosa diranno questa settimana i funzionari della Federal Reserve e i dati statunitensi? Ci sarà redenzione per i long sul petrolio? O il petrolio sarà di nuovo fatto fuori dai timori di un rallentamento della crescita economica USA e cinese, che potrebbe invece aiutare l’oro a costruirsi uno slancio verso un nuovo massimo storico?

    Dopo un forte taglio della produzione annunciato ad inizio aprile dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dai suoi alleati, il petrolio ha avuto solo due solide settimane in verde, con circa +9%.

    Da lì, ha perso circa il 15%, tra crisi bancaria statunitense, segnali di una recessione e possibilità del primo default del debito degli Stati Uniti se il governo Biden non convincerà i rivali Repubblicani al Congresso ad accettare un limite più alto entro giugno.

    Dati i timori per la situazione statunitense, i long del petrolio avevano scommesso sulla Cina per una ripresa della domanda. L’alleanza OPEC+ in un report di venerdì ha dichiarato che la Cina dovrebbe richiedere 800.000 barili al giorno, in salita dai 760.000 previsti il mese scorso.

    Ma i dati arrivati da Pechino la scorsa settimana hanno rivelato che l’inflazione al consumo è cresciuta appena ad aprile, mentre l’inflazione alla produzione è crollata al minimo dal picco della pandemia del 2020.

    Deludenti anche i dati commerciali, con un calo del 2,9% delle importazioni e del 6,3% della crescita delle esportazioni. È segnale di un’economia che fatica a galoppare nonostante i vari stimoli messi in atto dalla fine delle restrizioni per il COVID, all’inizio di quest’anno.

    John Kilduff, socio dell’hedge fund di energetici Again Capital a New York, afferma:

    “Nonostante l’ottimismo dell’OPEC che la Cina comprerà più petrolio del previsto nel secondo semestre, il mercato petrolifero non se l’è bevuta”.

    Dopo quattro settimane consecutive in rosso, i prezzi del greggio sono nuovamente in calo negli scambi asiatici di questo lunedì, in scia ai recenti dati che indicano un peggioramento delle condizioni economiche negli Stati Uniti e in Cina, i due maggiori consumatori di petrolio al mondo.

    Il West Texas Intermediate, o WTI, scambiato a New York, si attesta a 69,84 dollari al barile al momento della scrittura, in calo di 20 centesimi, o dello 0,3% sulla giornata. Il minimo della seduta è stato 69,42 dollari.

    Il Brent scambiato a Londra si attesta a 73,90 dollari, in calo di 27 centesimi, o dello 0,4%. Il Brent era precedentemente sceso ad un minimo intraday di 73,50 dollari.

    Se il WTI riconquisterà il suo slancio di rialzo, potrebbe andare verso i 75 dollari; altrimenti, potrebbe scendere ancora, minacciando persino il supporto dei 60 dollari, dice Sunil Kumar Dixit, chief technical strategist di SKCharting.com.

    Nel caso dell’oro, i future con consegna a giugno sul Comex a New York si attestano a 2.020,40 dollari, in salita di 60 centesimi sulla giornata, dopo un picco della seduta di 2.023,60 dollari.

    Il prezzo spot si attesta a 2.015,85 dollari, in salita di 4,97 dollari, o dello 0,3%.

    Sebbene l’oro abbia chiuso l’ultima settimana invariato, Dixit spiega che, fino a quando resterà sopra la media mobile esponenziale, o EMA, su 5 settimane, di 1.999 dollari, è molto probabile un retest di 2.016-2.022 dollari.

    “Una mossa sostenuta sopra 2.022 dollari aiuterà l’oro a recuperare un po’ di positività, portando sul radar l’area di 2.032-2.038 dollari. Inoltre, la riconquista dei 2.048 dollari ed una forte accettazione sopra questa zona segnaleranno la ripresa del trend in salita, prendendo di mira un retest del massimo storico di 2.081 dollari”.

    I riflettori ora sui mercati sono puntati su una serie di interventi della Fed questa settimana, soprattutto quello del Presidente della Fed Jerome Powell venerdì, per ulteriori indicazioni sulla politica monetaria statunitense. Ma i segnali di un’ostinata inflazione USA hanno spinto i mercati a ripensare le aspettative che la Fed taglierà i tassi d’interesse quest’anno, sostenendo il dollaro e pesando sui mercati petroliferi.

    Con gli investitori preoccupati che gli aggressivi aumenti della Fed facciano cadere l’economia in recessione, le parole dei funzionari della banca centrale nei prossimi giorni saranno seguite da vicino.

    Il vice presidente per la Supervisione della Fed Michael Barr testimonierà davanti al Congresso sugli ultimi stress del settore bancario e sulla risposta della banca centrale. Venerdì, il presidente della Fed Jerome Powell e l’ex capo della banca centrale Ben Bernanke parteciperanno ad una tavola rotonda sulla politica monetaria a Washington.

    Altri funzionari della Fed che sentiremo questa settimana sono il Presidente della Fed di New York John Williams, il Governatore della Fed di Cleveland Loretta Mester, il Presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari e i Governatori Philip Jefferson e Michelle Bowman.

    Bowman venerdì ha dichiarato che la Fed probabilmente dovrà alzare i tassi di nuovo se l’inflazione resterà elevata.

    Gli Stati Uniti domani pubblicheranno i dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale, con le vendite al dettaglio che dovrebbero riprendersi. Il report settimanale sulle richieste iniziali di sussidio di disoccupazione arriverà giovedì.

    Le trattative tra il Presidente Joe Biden e i principali legislatori sull’aumento del tetto del debito da 31.400 miliardi di dollari riprenderanno questa settimana, dopo il rinvio della riunione di venerdì.

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    Nota: Il contenuto di questo articolo ha scopo puramente informativo e non rappresenta in alcun modo un consiglio a comprare o vendere nessuna materia prima o asset correlato. L’autore, Barani Krishnan, non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive. Solitamente utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie.

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