Oggi a Piazza Affari, l'indice principale Ftse Mib ha segnato a metà della mattinata un rialzo dell'1,3% a 18.929 punti, sostenuto dai titoli bancari, e dopo le rassicurazioni nel weekend da parte di esponenti del Governo, pronto a intervenire sul settore dovesse la situazione peggiorare. Banco Bpm SpA (MI:BAMI) (+4,7%) guida i rialzi tra le blue chip, seguita da Ubi (MI:UBI) (+4,2%), Bper (MI:EMII) (+3,6%) e Unicredit (MI:CRDI) (+3%). Sul mercato dei titoli di Stato lo spread in mattinata è sceso a 296 punti, con il rendimento del Btp decennale al 3,34%.
Sul mercato interno i prezzi alla produzione dell'industria sono aumentati dello 0,4% su agosto e del 5,6% su base annua. Al netto del comparto energetico, la crescita congiunturale è più contenuta (+0,1%) e si riduce inoltre in ampia misura l'incremento tendenziale (+1,2%). Sul mercato estero la dinamica congiunturale è lievemente positiva (+0,1%) e su base annua si registra un aumento del 2,0% (+1,7% area euro, +2,2% area non euro). Al netto dell'energia il ritmo di crescita tendenziale dei prezzi all'export è più contenuto e simile per le due aree di sbocco (+1,2% per l'area euro e +1,4% per quella non euro).
I prezzi dell'oro si sono attestati a 1233,54 $ l'oncia venerdì, segnando un guadagno dello 0,46% sulla settimana, poiché la crescente volatilità nei mercati azionari globali ha sostenuto la domanda di oro. Le borse sono state punite questo mese da una serie di preoccupazioni, dalle accresciute tensioni geopolitiche ei crescenti rendimenti obbligazionari, alle frizioni commerciali tra Cina e USA, agli utili societari. Il forte dollaro statunitense è stato recentemente un peso ribassista sui mercati dei metalli preziosi. Il biglietto verde è rimasto forte sulla percezione che la Federal Reserve alzerà ancora una volta i tassi di interesse entro la fine dell'anno.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.
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