Dal meeting della Fed della scorsa settimana il dollaro è stato quasi esclusivamente venduto. La prospettiva di un allentamento della politica monetaria ha rappresentato un grosso ostacolo per i rendimenti a scadenze più brevi e in questo modo i differenziali sono diventati un ostacolo per il biglietto verde. Yen e swissy, su base relativa, stanno andando più che bene così come gode di buona salute l’Euro. Ma è nulla se raffrontato al movimento dell’oro, giunto ormai su massimi pluriennali. Qui entrano in gioco anche altre componenti, in particolare le tensioni geopolitiche internazionali e proprio stamattina abbiamo assistito a un nuovo breakout sopra 1433 dollari ovvero ai massimi da maggio 2013.
Non solo c'è la prospettiva di una Fed accomodante, permangono evidenti tensioni commerciali e tensioni geopolitiche nel Golfo Persico con gli USA che impongono nuove sanzioni all'Iran. Stamattina stiamo osservando un certo grado di consolidamento sul valutario, mentre l’oro come detto rimane forte. Ora si guarda al G20 e all’incontro tra i presidenti Trump e Xi nella speranza che si possa dirimere una volta per tutte la questione commerciale. Ma l'incertezza legata all’esito di questo incontro e le possibili implicazioni sulla politica della Fed potrebbero portare gli investitori a essere ancora più cauti.
Wall Street ha chiuso la sessione di ieri al ribasso con lo S&P 500 -0,2% a 2945 punti e i futures statunitensi hanno perso un altro -0,3% circa. Ciò ha causato perdite anche sui mercati asiatici, con il Nikkei -0,4% e lo Shanghai Composite -1,3%. Nel forex oltre alle sofferenze del dollaro e alle buone performance delle valute rifugio registriamo una buona spinta NZD. Sul fronte materie prime detto dell’oro il petrolio ha registrato una lieve perdita del -0,5%.
Il calendario economico è abbastanza spoglio anche stamattina, ma occhio ai dati USA a cominciare dal Case Shiller House Price Index delle 15 che dovrebbe scendere di un altro decimo di punto percentuale al +2,6% (dal + 2,7% di maggio). Se confermato sarebbe il dodicesimo mese consecutivo di calo della crescita. Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori del Conference Board per il mese di giugno (ore 16) ci si aspetta una riduzione a 132,0 (rispetto al 134,1 di maggio), il che suggerirebbe comunque che il consumatore americano ha un sentiment positivo. La vendita di nuove abitazioni delle ore 16 dovrebbero vedere un miglioramento dell'1% a 686.000 per il mese di maggio (da 673.000 di aprile).