Rassegna giornaliera sul mercato forex, 13 aprile 2022
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Il ciclo di inasprimento globale è entrato nel vivo, con gli aumenti dei tassi di interesse di mezzo punto dalla Bank of Canada e dalla Reserve Bank of New Zealand. Le aspettative verso gli interventi di entrambe le banche centrali non hanno impedito ai dollari canadesi e neozelandesi di reagire a questi adeguamenti. Il dollaro canadese è schizzato dopo la decisione del tasso, mentre il dollaro neozelandese è crollato. I loro movimenti diametralmente opposti hanno mostrato l’importanza delle proiezioni sulla politica monetaria.
Sorprendendo molti investitori, tra cui noi stessi, il dollaro canadese è andato in selloff prima della decisione del tasso, toccando un bottom un’oretta prima della decisione della Bank of Canada di alzare i tassi di interesse di 50 punti base per la prima volta in 22 anni. Si è trattato del maggiore aumento singolo deciso negli ultimi vent’anni.
Secondo il Governatore Tiff Macklem:
“L’economia può gestire dei tassi di interesse più elevati, e sono necessari”.
Come molti paesi in tutto il mondo, il Canada combatte con livelli di inflazione elevati: l’ultimo report sull’IPC ha mostrato un tasso di crescita al ritmo più veloce degli ultimi 30 anni. L’invasione della Russia in Ucraina ha fatto schizzare ulteriormente i prezzi. Nonostante un aumento di mezzo punto e la fine degli acquisti di bond, le previsioni di Macklem hanno fatto schizzare il loonie.
Il Canada si aspetta un aumento tra 100 e 200 punti base quest’anno.
Il dollaro neozelandese è crollato nonostante un aumento simile da parte della Reserve Bank of New Zealand. L’aumento di mezzo punto da parte della RBNZ è stato una sorpresa, in quanto gli economisti si aspettavano un aumento di un quarto di punto.
Sebbene la RBNZ abbia affermato che “è appropriato continuare ad inasprire le condizioni della politica monetaria”, gli investitori hanno interpretato la mossa di oggi come un aumento cauto e un segnale di rallentamento da parte della banca centrale. Ha alzato i tassi di interesse per quattro vertici consecutivi da ottobre, visto l’aumento dell’inflazione al 5,9%.
Ora i riflettori sono tutti sulla Banca Centrale Europea, dalla quale non ci si aspettano variazioni alla politica monetaria. Nonostante l’inflazione elevata sia un problema per la zona euro, sulla crescita pesano i problemi delle catene di approvvigionamento e lo shock dei rincari di alimentari ed energetici. L’aumento dei tassi nel lungo termine in Europa dovrebbe aiutare a raffreddare i prezzi. Anche se la BCE non può alzare i tassi questa settimana, ci sono dei passi che possono essere fatti in quella direzione. Il più importante è quello di affrontare il loro programma di Quantitative Easing. In precedenza, la BCE aveva dichiarato che i tassi non sarebbero aumentati fino alla fine degli acquisti di asset. La scelta ora è di terminare il QE immediatamente o di spostare le previsioni indicando che suggerendo che i tassi potrebbero aumentare man mano che il QE viene eliminato. Ci aspettiamo che la BCE aumenti i tassi di interesse quest’anno, ma la mossa potrebbe non avvenire fino alla fine del terzo o all’inizio del quarto trimestre, il che lascia la banca centrale molto indietro rispetto alle sue omologhe.
Il dollaro USA è in salita, in particolare contro lo yen in vista dei dati sulle vendite al dettaglio. Con l’aumento dei prezzi e degli stipendi, la spesa dei consumatori dovrebbe salire. Il focus sarà sui prezzi core – se i prezzi che escludono auto e carburanti dovessero superare le attese, il cambio USD/JPY potrebbe continuare a salire. E anche se non dovesse farlo, le aspettative di un aumento di mezzo punto resteranno intatte.