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Previsti altri rialzi nel rally di Intel nonostante il balzo del 50% in 6 mesi

Pubblicato 14.02.2020, 11:50
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Dopo aver avuto una performance nettamente inferiore di quella dei rivali nel settore dei semiconduttori nel 2019, il titolo di Intel Corporation (NASDAQ:INTC) si sta rimettendo rapidamente in pari.

Il titolo, responsabile di quasi metà dei guadagni dell’indice di riferimento Philadelphia Semiconductor Index lo scorso anno, è schizzato dell’11% nel 2020, superando l’espansione del 4% vista dall’indice. Ieri ha chiuso a 67,44 dollari ad azione, raggiungendo il livello che aveva segnato ai tempi della bolla del tech del 2000.

Grafico del prezzo mensile di Intel

E sembra che il rally sia destinato a continuare. Intel sta traendo vantaggio dalle vendite robuste dei suoi prodotti ad alto margine, compresi i processori più avanzati per i centri dati. Questa domanda ha contribuito a spingere gli utili ad un livello significativamente più alto di quello atteso dagli analisti per il quarto trimestre.

Per quest’anno, la compagnia di Santa Clara, California, ha previsioni più positive. Le vendite probabilmente toccheranno i 73,5 miliardi di dollari, più dei 70,98 miliardi stimati da Wall Street, aiutate ancora dalla continua forza delle spedizioni ai centri dati operati dalle più grandi aziende di cloud computing al mondo, come Amazon.com Inc e Microsoft Corporation.

World Semiconductor Trade Statistics, un gruppo di settore, prevede che il mercato dei chip si riprenderà dal calo dello scorso anno segnando una crescita del 6% quest’anno. Sebbene i conflitti commerciali globali e le elezioni del 2020 negli USA rappresentino potenziali rischi, le prospettive di mercato restano rosee, grazie al lancio dei servizi 5G e del ciclo di investimenti di capitale su centri dati “hyperscale”.

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Con i centri dati, Intel sta anche vedendo una domanda maggiore del previsto di chip che vengono usati nei PC. Le spedizioni di PC sono aumentate del 4,8% nel quarto trimestre, secondo i dati di International Data Corp., spingendo le vendite di chip Intel.

Spese da record

Sul prezzo delle azioni lo scorso anno ha pesato soprattutto il fatto che Intel sia rimasta indietro nell’introdurre la sua nuova tecnologia di chip, un elemento che molti analisti credevano sarebbe stato uno dei principali fattori di crescita. I costanti ritardi in quest’area hanno consentito ai suoi rivali, come Taiwan Semiconductor Manufacturing ed Advanced Micro Devices, di balzare in avanti lanciando i loro chip ad un costo inferiore e con una performance superiore.

Dopo aver speso una cifra da record nel 2019 per tenersi al passo con le tecnologie più avanzate al mondo, Intel sta ora cercando di fermare gli avanzamenti dei rivali in questo segmento, aumentando la produzione in massa dei più piccoli transistor che abbia mai creato, della dimensione di circa 10 nanometri di lunghezza, meno di 10 millesimi dell’ampiezza di un capello.

Malgrado il miglioramento delle prospettive, gli osservatori sono ancora divisi sull’eventualità che il titolo di Intel sia un acquisto migliore rispetto ai rivali. Tra gli aspetti positivi, gli analisti di Cowen ritengono che il maggiore produttore di chip negli Stati Uniti offra ancora valore, beneficiando dell’aumento della domanda di PC e server.

Inoltre, l’analista di Deutsche Bank Ross Seymor pensa che Intel possa fare meglio di quanto preveda quest’anno e che il titolo offra “un rapporto rischio/ricompensa positivo all’interno di un altrimenti costoso settore dei semiconduttori”.

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Per altri analisti, le minacce competitive incombono ancora sul titolo e Intel continuerà a restare indietro per quanto riguarda l’introduzione di una nuova tecnologia di chip.

“Sembra che il microprocessore da 10nm di Intel sia almeno un anno indietro rispetto ad AMD, e prevediamo che INTC perda 2.000 punti base di partecipazione nei server a vantaggio di AMD nei prossimi due anni”, scrivono in una recente nota gli analisti di Jefferies guidati da Mark Lipacis, che hanno un rating “hold” sul titolo.

Morale della favola

Con un multiplo P/E forward di 13, Intel sembra economico rispetto ai rivali. L’ampio fossato di Intel e le sue massicce spese per R&S continuano a rendere le sue azioni una buona scommessa a lungo termine malgrado le pressioni della concorrenza. Inoltre, il titolo paga un dividendo annuale di 1,32 dollari ad azione che aumenta del 7% all’anno, il che lo rende un’opzione allettante da aggiungere in un portafoglio di investimenti.

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