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Prezzi delle materie prime avvantaggiati dall’indebolimento del legame col dollaro

Pubblicato 01.04.2022, 16:55
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com

  • Relazione storica tra dollaro USA e materie prime
  • La Cina fa una mossa, Arabia Saudita e Nigeria la seguono
  • La Russia non prezzerà le materie prime in dollari
  • Ruolo di valuta di riserva a rischio
  • Ribassista per il dollaro, rialzista per i prezzi delle materie prime

Il dollaro USA è la valuta di riserva mondiale da decenni. Questo ruolo deriva dalla sicurezza politica ed economica. I paesi usano le valute di riserva per le transazioni transnazionali e per tenerle come riserva o risparmi. Una valuta di riserva dev’essere pienamente convertibile in altri strumenti Forex sul mercato libero. Dall’inizio del secolo, il dollaro USA e l’euro sono le due principali valute di riserva.

Relazione storica tra dollaro USA e materie prime

La posizione del dollaro come valuta di riserva mondiale lo rende il meccanismo di prezzo di riferimento per la maggior parte delle materie prime.

Se il dollaro perdesse la sua posizione di valuta di riserva, si indebolirebbe la relazione con i prezzi delle materie prime, in quanto le nazioni in tutto il mondo cercheranno altre valute per prezzare i materiali.

La Cina fa una mossa, Arabia Saudita e Nigeria la seguono

La Cina sta per completare i test del suo yuan digitale, che renderebbe la valuta cinese il primo importante strumento forex al mondo ad abbracciare il fintech e la tecnologia blockchain. Il 4 febbraio, Cina e Russia hanno concordato un accordo commerciale da 117 miliardi di dollari. Le sanzioni sulla Russia impediranno un prezzo in dollari del flusso di materie prime tra i due paesi. Inoltre, di recente la Russia ha fatto sapere all’Europa che dovrà acquistare l’energia in rubli, cambiando gli euro in valuta russa. Gli acquisti di rubli per l’energia europea stabilizzeranno la moneta russa, malgrado le sanzioni.

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Intanto, l’Arabia Saudita, il più grande produttore petrolifero al mondo, sta pensando di vendere alla Cina la materia prima energetica con un pagamento in yuan, anziché dollari USA.

La Nigeria, altro importante produttore petrolifero nonché il paese con il più alto prodotto interno lordo in Africa, sta incoraggiando le aziende locali che importano prodotti dalla Cina ad usare lo yuan anziché il dollaro USA, per supportare la valuta locale ed aumentare le riserve.

La Russia non prezzerà le materie prime in dollari

Mentre la Russia si preparava all’invasione dell’Ucraina, la banca centrale ha ridotto le riserve di dollari a favore di oro ed euro. La richiesta del governo russo che l’Europa paghi il gas naturale ed il petrolio in rubli è un rifiuto del dollaro USA. La Russia probabilmente continuerà ad allontanarsi dal prezzo in dollari di molte esportazioni, compresi frumento, metalli ed energia, nei prossimi mesi ed anni. Anche se la guerra in Ucraina dovesse concludersi con un compromesso, i rapporti tra Russia e Stati Uniti resteranno problematici in futuro.

Ruolo di valuta di riserva a rischio

Il dollaro USA è la valuta di riserva mondiale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il cambiamento del panorama geopolitico minaccia la posizione del dollaro, con un impatto significativo sui prezzi delle materie prime e sul rapporto storico tra la classe di asset dei materiali e la moneta statunitense.

Ribassista per il dollaro, rialzista per i prezzi delle materie prime

Molti partecipanti dei mercati misurano la forza o la debolezza del dollaro seguendo l’indice del dollaro USA.

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U.S. Dollar Index Weekly Chart.

Fonte: Barchart

Dai massimi del gennaio 2021, le seguenti materie prime hanno visto considerevoli rialzi percentuali:

  • Petrolio: a 107,30 dollari, i future del greggio NYMEX sono schizzati del 99%.
  • Oro: a 1.934 dollari, i future dell’oro COMEX sono scesi dell’1,3%.
  • Rame: a 4,74 dollari, i future del rame COMEX sono schizzati del 27,4%.
  • Frumento: a 10,30 dollari, i future del frumento CBOT sono balzati del 48,6%.
  • Gas naturale: a 5,53 dollari, i future del gas naturale NYMEX segnano un’impennata del 90,8%.
  • Granturco: a 7,4150 dollari, i future CBOT segnano +33,9%.
  • Soia: a 16,73 dollari, i future della soia CBOT sono saliti del 16,3%.

Negli ultimi 15 mesi, un dollaro più forte ha fatto solo scendere l’oro dal massimo del gennaio 2021. La morale è che la maggior parte dei prezzi delle altre materie prime sono schizzati nel periodo nonostante la forza del dollaro, il che significa che sono balzati ancora di più nelle valute comprese nell’indice del dollaro.

Il declino del dollaro come valuta di riserva mondiale potrebbe essere una componente fondamentale della strategia russo-cinese per insidiare la posizione degli Stati Uniti come principale economia al mondo. Lo scontro ideologico è ribassista per il dollaro e continuerà ad eroderne la posizione man mano che sempre più paesi abbandoneranno il prezzo in dollari delle materie prime. Il rapporto storico tra dollaro e prezzi delle materie prime sta venendo meno, il che è rialzista per la classe di asset delle materie prime.

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Ecco...finalmente. non credevo di vedere nella mia vita la caduta di questo paradigma. ben venga. il mondo si è svegliato.era.ora.
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