Dopo aver registrato una forte crescita nei mesi scorsi, in metallo giallo sembra aver perso il suo potenziale di crescita anche a seguito dell’ultimo crollo. Ma le cose stanno diversamente.
Eravamo con i grafici aperti che mostravano il consueto andamento del prezioso metallo, quando ad un certo punto abbiamo assistito ad un crollo delle quotazioni.
Forse è un caso di insider trading ovvero qualcuno che ha saputo prima le stime sulla crescita del Pil Usa, (diffuse giovedì) riviste al rialzo del 2,7% rispetto alle precedenti rilevazioni al 2%.
Chi è abituato a solcare i mercati finanziari, spesso si trova di fronte ad episodi del genere in cui la volatilità schizza alle stelle improvvisamente. Succede in tutti i segmenti dei mercati Finanziari: negli azionari, nel forex. Quindi eravamo preparati anche a questo evento.
La volatilità è un concetto semplice quanto astruso e viene misurata con il Vix. In estrema sintesi, non me ne vogliano i colleghi tecnici, la volatilità in ambito finanziario indica la variazione di prezzo di uno strumento quotato, azione, valuta, o commodity, nel tempo.
Più ampie sono le oscillazioni dei valori nel periodo di osservazione preso a riferimento, maggiore sarà la volatilità.
Quando sui mercati dominano le fasi speculative la volatilità dei prezzi dei titoli è decisamente più alta rispetto alla media. Le variazioni di prezzo dei titoli non rappresentano un fattore negativo, ma anzi spesso una caratteristica che rende i mercati finanziati appetibili per il cosiddetto trading, ovverosia per l'apertura e per la chiusura da parte degli investitori di posizioni al rialzo e/o al ribasso in un tempo relativamente breve.
L’oro è un bene di per sé statisticamente meno volatile degli altri, anche se negli ultimi periodi questa caratteristica sembra venuta meno. Se la scorsa settimana si è conclusa con un notevole movimento rialzista nel settore dei preziosi che ha portato l’oro in prossimità di $1.750/oz, questa settimana lascia presupporre che resterà caratterizzata da questo movimento contrario al precedente.
Movimenti violenti spesso giustificati con la vendita da parte di grossi broker di quantità enormi di contratti futures. L'Oro ha visto un massiccio ordine di vendita 24 tonnellate (7.800 contratti) alle 08:20 ora di New York. L’oro ha perso più di $30 all’oncia in un’ora mercoledì pomeriggio, perdendo l’1,5% in pochi minuti. I volumi di scambio al Comex è stato oltre il doppio rispetto alla media di 250 giorni, secondo Reuters.
“L’oro ha probabilmente subito una pressione aggiuntiva data dagli stop loss tecnici attivati automaticamente” evidenzia il report di mercoledì del CME, che non accetta l’ipotesi che il sell-off sia stato causato da un errore di digitazione di un trader nell’inserire un ordine di vendita.
Comunque l’oro ha ripreso la sua marcia rialzista da quando Obama è stato confermato alla Casa Bianca, dopo le elezioni presidenziali americane del 6 novembre scorso. Da allora, grazie anche al maggiore appetito per il rischio sui mercati finanziari, la quotazione dell’oro è aumentata in modo costante. Per fine anno molte banche d’affari attendono un nuovo test dell’area di resistenza di 1.800 dollari, mentre all’inizio del 2013 potrebbe esserci un allungo verso i massimi storici di area 1.921 dollari l’oncia.
Ora però i timori degli operatori sono rivolti in questa parte finale del 2012 al cosiddetto fiscal cliff, ovvero quella sorta di tassazione automatica che scatterebbe in America qualora non si trovasse un accordo valido per ridurre la gigantesca quantità di debito accumulato.
Il Presidente Barak Obama ha dichiarato di ritenere che prima di Natale sarà possibile stabilire la “base” su cui costruire l’accordo. Molte le voci che si susseguono invece sull'incapacità del Congresso Usa di trovare un accordo sul fiscal cliff che potrebbe far ricadere gli Stati Uniti in recessione. Soluzione al momento estremamente difficile da trovare.
Carlo Vallotto
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