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Esordio di Uber a Wall Street: comprare o aspettare?

Pubblicato 10.05.2019, 11:14
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
UBER
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LYFT
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Uber Technologies Inc. (NYSE:UBER) ha visto parecchi vincitori ieri dopo aver raccolto 8,1 miliardi di dollari nella più grande offerta pubblica iniziale (IPO) del 2019. Alcuni dei principali dipendenti di Uber, investitori della Silicon Valley e SoftBank (il suo principale azionista) sono tra quelli che saranno impegnati a bloccare i guadagni sui propri investimenti.

Ma la domanda più importante ora è se valga la pena o meno comprare il titolo di Uber dopo il suo debutto oggi. Per quanto ci piacciano i viaggi senza problemi di Uber e la tecnologia che li rende possibili, non consigliamo di comprare il titolo, almeno non nei suoi primi sei mesi.

Non lo diciamo per sminuire il potenziale dell’attività di Uber e la portata della rivoluzione che ha causato nel settore dei trasporti. Uber, nata 10 anni fa, è la principale compagnia di ride-hailing al mondo, con una partecipazione di mercato superiore al 65% negli Stati Uniti, in Canada, America Latina, Europa, Australia e Nuova Zelanda, secondo la documentazione presentata dall’azienda alla U.S. Securities and Exchanges Commission.

Ma con questa posizione di mercato dominante non è chiaro quanto ci metterà Uber a rendere redditizia questa enorme attività. I dati finanziari che Uber ha condiviso con gli investitori prima dell’IPO rivelano che la crescita del servizio core di ride-hailing sta decelerando.

Aumento delle perdite, decelerazione della crescita

Dopo l’aumento del 95% nel 2017 rispetto all’anno prima, la crescita dei ricavi di questo segmento è bruscamente crollata al 33% l’anno scorso. Uber ha perso 3,04 miliardi di dollari su base operativa nel 2018 su ricavi di 11,3 miliardi di dollari, portando il totale delle perdite operative sugli ultimi tre anni ad oltre 10 miliardi di dollari.

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Uber earnings Q4 2018

Questi dati non sono buoni, ecco perché l’Amministratore Delegato di Uber Dara Khosrowshahi non vuole che gli investitori si concentrino su di essi. Al contrario, vuole che diano valore alla forza della “piattaforma” in evoluzione della compagnia, che secondo lui un giorno creerà il più grande ecosistema di trasporti moderno, che comprenderà il suo servizio di ride-hailing, la sua crescente attività di consegne di cibo, Uber Eats, scooter elettrici, consegne merci, veicoli a guida autonoma e persino auto volanti.

“Il nostro continuo successo deriverà dalla straordinaria esecuzione e dalla forza della piattaforma che tanto abbiamo faticato per costruire”, ha riferito Khosrowshahi agli investitori nella lettera allegata alla documentazione.

Queste ambizioni sembrano notevoli ed Uber potrebbe ricompensare gli investitori sul lungo termine, ma il titolo ci sembra costoso con l’IPO prezzata al livello medio del range di prezzo proposto dalla compagnia di 44-50 dollari ad azione. Ciò significa che il titolo sarà scambiato a ben 6 volte le vendite del 2019 della compagnia. Non pensiamo che questa valutazione sia allettante per gli investitori sul mercato secondario, soprattutto quando il rischio di un immediato selloff è così alto.

La performance del principale rivale di Uber, Lyft Inc. (NASDAQ:LYFT), che ha debuttato in borsa, rappresenta un buon indicatore di ciò che si prospetta per il titolo di Uber. Dopo essere schizzato il giorno del suo lancio, il 29 marzo, Lyft ha perso da allora oltre il 25% del suo valore.

Anche se volessimo ignorare i rischi per le attività di Uber, comprare azioni sul mercato secondario subito dopo un’IPO raramente si è dimostrato essere una scommessa redditizia. “Le IPO possono essere investimenti allettanti se si riesce ad ottenere una quota, ma lo sono meno se si acquista sul mercato secondario”. Scrive in una nota del mese scorso Jason Draho, a capo dell’asset allocation di UBS.

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Più del 60% di oltre 7.000 IPO dal 1975 al 2011 hanno avuto ritorni assoluti negativi cinque anni dopo il primo giorno di scambi e solo una manciata di esse hanno prodotto ritorni estremamente positivi, spiega Draho, basandosi sui dati del professor Jay Ritter dell’Università della Florida.

Morale della favola

L’IPO di Uber offre una buona opportunità per possedere parte di una compagnia al centro della rivoluzione dei trasporti, ma non pensiamo che comprare il titolo subito dopo l’inizio degli scambi sia una buona idea. Meglio aspettare almeno sei mesi per vedere come andrà il titolo e come saranno gli utili trimestrali della compagnia. Ci sono buone probabilità di ottenere un prezzo migliore una volta sfumata tutta l’euforia.

Ultimi commenti

Articolo ben scritto, oggettivo, imparziale. L'analisi considera le molteplici sfaccettature necessarie da considerare, soprattutto per un approccio di medio/lungo termine. Fondamentale aspettare, almeno le prossime trimestrali, per poter, intelligentemente, decidere di entrare su questo asset. Condivido pienamente l'approccio di Khosrowshahi, la Road Map dev'essere una guida per tutti.
bravo davvero da fiducia leggere articoli così imparziali. e con i piedi per terra.. Uber da tenere in portafoglio sì ma tra poco non adesso..
Sono d'accordo. Qui c'è solo da attendere fino a quando l'azienda non comincerà a macinare utili
Finalmente uno che dice le cose come stanno davvero
Bellissimo articolo. Grazie.
Quindi sarebbe meglio soffermarci quì, e tenere sotto controllo il tutto... ma di comprare non se ne parla!
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