Dopo il fallito consolidamento sopra i $10000, la correzione si sta spingendo sui livelli di prezzo che avevamo indicato la scorsa settimana, con un deciso aumento della pressione sul supporto in area $ 9500/9600.
Dopo un +40% da inizio anno e l'immediato rigetto della quotazione dal livello 10500 dollari tra il 12 e il 13 febbraio, alcuni trader hanno deciso di passare all'incasso e monetizzare i profitti, alimentando così il pullback in atto.
Anche la rottura improvvisa del livello psicologico a $10000 di sabato scorso ha tagliato fuori molte posizioni long che avevano i rispettivi stop loss appena sotto il livello, nel più classico dei long squeeze.
Il point of control a 10150 dollari si è confermato un livello di prezzo decisivo e al momento è la resistenza di breve che ha frenato lo slancio del bitcoin. Per questo motivo avevamo impostato il target di prezzo nel breve proprio sui $10100.
Al momento l'area di supporto chiave, oltre a quella menzionata in precedenza, insiste in zona $ 9000/9200 e se nei prossimi giorni l'attuale leg down troverà la sua base sui livelli di supporto indicati, è ragionevole aspettarsi un retest del POC a 10100 con la successiva leg up. Per il mantenimento dell'attuale struttura tecnica, è importante che il bitcoin non rompa al ribasso i $9000.
Un ultima considerazione sul movimento dei fondi tra i wallet dei grandi investitori e gli exchange. Nella foto in basso vediamo come nelle precedenti occasioni in cui il bitcoin ha raggiunto i suoi massimi relativi, abbiamo assistito a un deciso aumento dei depositi nei principali exchange, con i trader che cercavano di vendere le proprie monete per realizzare i profitti, cosa che non sta accadendo in questa fase, almeno non in misura significativa.
Al momento non vedo molti investitori disposti a vendere sugli attuali livelli di prezzo i propri bitcoin, nella considerazione dell'imminente halving.